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‘Canta con me’, musica senza frontiere al Teatro dell’Opera

Roma – Dai canti tradizionali degli Stati Uniti a quelli del Marocco, passando per l’Argentina e l’Ungheria. Oggi circa 400 ragazzi di quattro scuole elementari romane, insieme a quelli della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera, si sono cimentati con la musica, linguaggio universale, e con tante lingue del mondo. Il matine’e ha concluso […]

Roma – Dai canti tradizionali degli Stati Uniti a quelli del Marocco, passando per l’Argentina e l’Ungheria. Oggi circa 400 ragazzi di quattro scuole elementari romane, insieme a quelli della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera, si sono cimentati con la musica, linguaggio universale, e con tante lingue del mondo. Il matine’e ha concluso il percorso di “Canta con me”, progetto partito quest’anno dalla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma e sostenuto da diversi enti privati e pubblici tra cui il Senato della Repubblica. L’iniziativa, che ha avuto come sponsor unico Basf (che ha così testimoniato il proprio impegno in favore della città per creare valore economico, culturale e sociale in linea con la strategia del Gruppo ‘We create chemistry’), ha coinvolto quattro scuole “nei quattro punti cardinali dell’area metropolitana”: sono gli istituti comprensivi “Pablo Neruda” (Selva Candida), “Via Cutigliano” (Magliana), “Via Castelbianco” (Settecamini) “Via Olcese” (Centocelle) che, insieme, sono approdati oggi al saggio finale sul palcoscenico del teatro. Prima del concerto, la conferenza di presentazione con Carlo Fuortes, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma e Jose’ Maria Sciutto, direttore della Scuola di Canto Corale del Teatro, insieme ai dirigenti delle scuole coinvolte. “Coro vuol dire coesione, vuol dire ‘insieme’, vuol dire tante persone che lavorano dimenticando la loro soggettivita’ e lavorando a un progetto comune. E’ qualcosa che dal punto di vista educativo ha un valore enorme, cosi’ come il rispetto dei tempi e del silenzio” ha dichiarato Fuortes.

Grande soddisfazione anche per Jose’ Maria Sciutto, che ha curato il progetto dal punto di vista musicale, dopo aver realizzato iniziative analoghe in mezzo mondo, coinvolgendo migliaia di bambini e avvicinandoli al canto corale attraverso il suo “metodo globale”. I ragazzi, ha spiegato il direttore d’orchestra di origini argentine, non hanno imparato a ripetere a orecchio ma sono stati introdotti all’alfabetizzazione musicale. Sciutto commenta l’esperienza dei bambini sottolineando che in un coro “nessuno puo’ cantare senza ascoltare l’altro” e che anche il bambino piu’ dotato deve abbassare la tonalita’ per adeguarsi agli altri, mentre quello meno bravo deve provare a migliorarsi. Alla fine del concerto interviene anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, sostenitore di “Canta con me” fin dalla sua presentazione che in un’intervista a margine dell’evento dichiara: “e’ un’iniziativa importante perche’ sposta la musica nelle periferie e fa venire le periferie dal centro a Roma, in questo bellissimo teatro: avvicina i giovani alla musica, al fatto di cantare in un coro, che significa stare insieme, fare squadra; un momento altamente formativo”. Per Carlo Fuortes, come per molti dei presenti oggi allo spettacolo, il progetto “deve continuare e cercheremo anche di allargarlo”.

2017-05-15T14:07:03+02:00