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Diario assolutamente sincero di un indiano part-time

Riccardo Statzu Scuola Secondaria di 1° grado “Puccini” di Firenze

 

Diario assolutamente sincero di un indiano part-time è scritto da Sherman Alexie, nato nel 1966 a Wellpinit, Washington, Usa, ovvero il luogo in cui è nato il protagonista della storia. Il libro è illustrato da Ellen Forney e tradotto in italiano da Giulia De Biase.
Junior Arnold Spirit, indiano della riserva di Wellpinit, decide di andare a studiare nella cittadina dei bianchi, Reardan, su consiglio del suo prof di Matematica, proprio nella mattina in cui gli aveva tirato un libro in testa dicendo che non voleva centrarlo. Alla nuova scuola non verrà accolto bene, anche se farà amicizia subito con una compagna di classe di cui più avanti finirà per innamorarsi, e con un bullo che tenta subito di picchiarlo, anche se un giorno il protagonista gli tira un pugno sul naso e da quel momento diverranno amici. Le sue qualità lo renderanno via via sempre più popolare: infatti è un ragazzo dalla vivace intelligenza e un altrettanto bravo giocatore di pallacanestro.
Tuttavia l’anno scolastico, che porta molte soddisfazioni al ragazzo, è funestato da lutti e disgrazie in serie – muoiono la nonna, il miglior amico del padre del protagonista (che era come uno zio per lui), e infine la sorella -. La vita nella riserva è infatti scandita da costanti morti legate all’alcolismo e alle difficoltà economiche che tutte le famiglie indiane vivono nella quotidianità. Sarà proprio l’audace decisione di Junior, pronto a lasciare l’ambiente marcio e senza speranza della riserva, a spezzare l’atmosfera di “sfiga” e miseria del posto.
È un libro che ha una scrittura scorrevole, anche se il taglio autobiografico che racconta la vita del protagonista è quasi sconcio a volte. È un ottimo libro e fa morire dal ridere: lo consiglio davvero a tutti. Leggendo questo libro ho capito che la diversità non conta molto perché, guardando al caso di Arnold, lui si è guadagnato il rispetto semplicemente tirando un pugno a uno più grande, perché non tutti sono razzisti in una scuola di soli bianchi, e anche se sei diverso solo per il colore della pelle, si possono ugualmente creare grandi legami.

Riccardo Statzu
Classe 2D – Scuola Secondaria di 1° grado “Puccini” di Firenze

2016-06-01T10:06:32+02:00