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Smile

Alice Jennifer Ruffo Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

Londra, giovedì 15 ottobre

Tutto cominciò con un sorriso. Mi chiamo Olivia e la storia che vi sto per raccontare non è come le molte che conoscete; la storia che vi sto per raccontare è un inaspettato intreccio di passione e amicizia. Mi ero appena laureata in giurisprudenza quando un giorno decisi che per dare una svolta alla mia vita sarei dovuta partire, andare lontano ed evadere dalla monotonia. Amavo viaggiare e così decisi di trasferirmi a Londra. Il giorno seguente, fatti i bagagli, mi imbarcai. Il viaggio fu tranquillo ed inoltre ebbi il tempo di immaginare cosa ne sarebbe stato di me. Dopo circa un’ora e mezza l’aereo atterrò rumorosamente e poco dopo un taxi mi condusse in città. In quel momento provavo mille emozioni: entusiasmo perché ero sola e me la sarei dovuta cavare con tutte le mie forze per la prima volta, ma al contempo anche paura, perché nessuno era con me in caso avessi avuto bisogno di sostegno. Per prima cosa, presa dall’entusiasmo decisi che avrei fatto un giro per conoscere meglio il posto. Mentre passeggiavo spensierata per le strade di quella magica città mi colpì particolarmente una vetrina e mi avvicinai per guardarla. Era illuminata da molte luci colorate ed esposti c’erano molti capi di alta moda. In particolare mi colpirono dei jeans strappati con sopra stampato Spiderman, il famoso supereroe della Marvel quindi entrai nella boutique per chiedere il prezzo quando ad un tratto una voce ruppe il silenzio.

X:”Signorina in cosa posso esserle utile?”

Mi voltai e chiesi il prezzo dei jeans.

Io:”Volevo sapere quanto costano questi jeans”
X:”Costan- …”

Ad un tratto la voce del commesso fu interrotta.

X:”Hey, William, che ne dici di fare uno sconticino a questa bella signorina? Quello è l’ultimo jeans rimasto…”
William:”Ok, va bene! …allora signorina che ne dice, lo acquista per 40£?”
Io:”Ovvio che sì! Grazie mille per lo sconto!”
William:”Ringrazi il mio socio.”
Io:”Ah, siete i proprietari?”
X:”Esatto! Ma diamoci del tu… come ti chiami?”
Io:”Olivia, piacere.”
X: “Io sono Dario, piacere”
William:”Piacere, io invece mi chiamo William, ma suppongo che tu lo abbia già intuito.”
Io:” Hahaha eh già… Io vado, mi ha fatto piacere conoscervi! A presto!”
Dario:”Anche per me lo stesso… a presto, Olivia!”
Io:”Ciao!”

Uscita dal negozio proseguii la mia passeggiata quando nel tardo pomeriggio decisi di tornare a casa e, appena arrivata, pensai di fare una doccia per rilassarmi. A un certo punto il mio pensiero si rivolse a Dario. Pensai tra me e me che era davvero un bel ragazzo… molto gentile ma anche misterioso.

Londra, venerdì 16 ottobre

Il giorno seguente mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra di camera mia, spostai le tende di lino rosso e mi accorsi che pioveva a dirotto. La pioggia mi ha sempre affascinata e pensai di uscire di casa per andare a fare colazione, quindi presi il mio ombrello colorato e scesi le scale del mio palazzo frettolosamente, mi fiondai per strada alla ricerca di un bar dove sarei potuta stare tranquilla e pensare, quando ad un tratto sentii che qualcuno in lontananza gridava il mio nome.

X:”Miss Olivia, miss Olivia!!”

Mi voltai, lo vidi.

Olivia:”Hey, Dario! Mi fa piacere rivederti!”
Dario:”Lo vedi quel bar in fondo alla strada?”
Olivia:”Beh, sì”
Dario:”Ti piacerebbe fare colazione lì, con me?”
Olivia:”Certo! Stavo per chiedertelo io! Ahahaha”

Vi devo dire la verità? Quando ho sentito gridare il mio nome, speravo fosse lui. Ci credete al famoso “colpo di fulmine”? Io sinceramente non ci ho mai creduto ma da quando ho incontrato Dario ho cambiato idea. Era solo infatuazione? Voi che ne dite? Io sapevo solo che con lui mi sentivo male. Sì, esatto. Sapete perché? Perché io sentivo qualcosa e non sapevo cosa ma era forte. Mi sentivo esplodere come se un vortice risucchiasse ogni mia forza, ma sapevo che prima o poi avrei capito e avrei ottenuto.

Londra, venerdì 13 novembre

Passò un mese e in quell’arco di tempo riuscì a trovare una sistemazione migliore e un lavoro ma sopratutto a riflettere su quello che provavo, quando il 13 novembre 2015, giorno memorabile per me, decisi di andare al negozio e dire tutto a Dario. Lo amavo e allora ne ero più che certa anche perché riesco a ricordare che in diversi momenti e sopratutto esperienze passate con lui io sorridevo anche quando non ce ne era alcun motivo e secondo me il sorriso, quello vero, è più prezioso di ogni altra cosa.
Ma non tutte le volte si riesce a ottenere ciò che si desidera anche quando di mezzo c’è l’amore, infatti, quando arrivai al negozio, vidi la scena che mai avrei voluto vedere in tutta la mia vita e il mio sorriso di colpo svanì.
Vidi Dario che scambiava con William effusioni amorose. Stavano insieme. Ero afflitta della scena che avevo appena visto e, come se non bastasse, le lacrime cominciarono a rigare il mio viso. Dario mi vide e anche William, ma io scappai. Non volevo che mi vedessero in quelle condizioni. Nella mia mente cominciarono a proiettarsi mille flashback dei momenti passati con l’unico amore della mia vita. Gli abbracci, i baci, le risate, le notti folli. Tutto era perfetto. Pensai che invece di illudermi avrebbe potuto dirmi che era bisex fin dall’inizio!
Ad un certo punto i miei pensieri furono interrotti. Mi accorsi che qualcuno mi stava seguendo: era Dario. Aumentai il passo e mi diressi verso casa dove mi raggiunse ansimante. Gli chiusi la porta in faccia, non volevo sentire spiegazioni. Sentii che bussava freneticamente alla porta con la speranza che lo facessi entrare e così feci. Alla fine cedetti, e per quanto addolorata mi sentissi, ascoltai con attenzione e costantemente con le lacrime agli occhi le sue giustificazioni. Quando lui andò via ripensai a quello che mi aveva detto e in particolare al suo:”Nonostante la mia omosessualità, Olivia, io ti amo e voglio che tu sorrida. Se mi ami fallo per me, sorridi! Io ti amo quindi lo faccio e continuerò a farlo” detto questo mi mostrò uno dei suoi sorrisi più belli e andò via dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia.

Oggi, mentre vi racconto questa storia sulle note di “Fireproof”, vi dico che tra me Dario è rimasta una splendida amicizia che nonostante tutto mi ha permesso di continuare a sorridere. Il messaggio che voglio darvi? Sorridete.

Alice Jennifer Ruffo
Classe 2D – Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

2016-07-13T11:52:54+02:00