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La cicala e la formica 2.0

Federico Spagna Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze

 

La favola è nota: durante l’estate la formica lavorava senza sosta per raccogliere il cibo per l’inverno, la cicala invece passava le sue giornate cantando, senza preoccuparsi del futuro. D’inverno, al freddo e senza cibo, la cicala andò a chiedere aiuto alla formica, che però le rinfacciò di non essersi preoccupata a tempo debito. La formica decise così di non aiutare la formica. Quest’ultima vagò per il bosco in cerca di riparo. Dopo molte ore di cammino la cicala trovò riparo all’interno di un tronco. La cicala sopravvisse all’inverno, perciò durante la primavera si occupò di arredare la tana del tronco.
Mentre stava curando il giardino vide saltellare da lontano il piccolo grillo che gridò: “Cicala! Cicala! Giù alla valle c’è stato un terribile temporale negli ultimi tre giorni. Le case delle formiche sono distrutte, stanno emigrando verso qua! Dobbiamo aiutarle!”
La cicala non rispose e continuò a potare l’erba alta. All’improvviso una marea di formiche stanche, affamate ed infreddolite iniziò a salire la montagna. Molte non si fermarono dalla cicala e continuarono la scalata. Solo una formica aprì il piccolo cancellino del giardino della cicala. Quella formica però era la stessa che non aveva aiutato la cicala. Allora la padrona di casa chiuse la sua porta in faccia alla formica, poichè non la voleva aiutare.
La favola insegna che, se si fa del male, si viene ripagati con la stessa moneta.

Federico Spagna
Classe 1C – Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze

2016-07-25T16:01:34+02:00