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Alcol, Scafato (CNESPS): “Importante informare giovani sui rischi”

Roma – L’alcol fa male, “si riparte con nuovi incontri per dei problemi vecchi e nuovi”. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol del CNESPS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute), ha incontrato studenti e insegnanti dell’Istituto ‘Livia Bottardi’, periferia di Roma: al centro i “problemi che sembrano esplodere nella popolazione giovanile”. Sono […]

Roma – L’alcol fa male, “si riparte con nuovi incontri per dei problemi vecchi e nuovi”. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol del CNESPS (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute), ha incontrato studenti e insegnanti dell’Istituto ‘Livia Bottardi’, periferia di Roma: al centro i “problemi che sembrano esplodere nella popolazione giovanile”. Sono problemi “legati al bere, al fumo, che a loro volta sembrano legarsi in una alchimia imprevista anche con altre dipendenze comportamentali, come l’eccessivo uso di smartphone, tablet o applicazioni come quella dei Pokemon. In alcune parti del mondo ci sono campagne in cui si dice ‘Don’t pokemon and drive'”.

Secondo Scafato non bisogna usare comportamenti “che possono portare ad altri pericoli. Chi eccede in comportamenti eccede anche in un altro”. Importante e’ informare “parlarne in famiglia soprattutto con l’esempio”. Dito puntato contro “l’uso di tecnologie che serve anche a diffondere comportamenti sbagliati come il bere”. Invitare a farlo “e’ anche come bere e mettersi alla guida o bere, mettersi alla guida cercando i Pokemon in strada. C’e’ qualcosa che bisogna ricondurre in una unica modalita’ formativa e per far crescere la consapevolezza che parliamo di salute e anche sicurezza”.

Secondo il direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol del CNESPS “mandare sms, rispondere a chat nel momento sbagliato o se si e’ sotto effetto dell’alcol, o se si guida in queste condizioni, prevede un rischio relativo molto importante. Rappresenta una causa di morte e disabilita’ tra i giovani. In famiglia servirebbe imporre regole, come ad esempio non avere il cellulare a tavola o avere un continuo attaccamento a tablet o cellulari”.

Si riparte, quindi, “con la campagna ‘Non perdersi in un bicchiere’. Nelle scuole e’ opportuno parlare ai giovani dei rischi a cui sono esposti”. Bere fa male: “Il consumo di alcol e’ sempre un fattore di rischio all’eta’ con cui ci approcciamo. Fino ai 18 anni sono vietate vendita e somministrazione. Il buonsenso consiglierebbe di non consumare alcol fino ai 21-25 anni. Il cervello e’ importante per i ragazzi e dargli un futuro significa non esporlo a queste influenze”.

2019-03-04T16:39:27+01:00