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La comunità eTwinning riunita a Firenze: le video interviste

Dalla cittadinanza europea, alle competenze digitali, passando per l'eTwinning plus e i vantaggi per le scuole.

4 Ottobre 2016

ROMA – ‘Citizenship: A new etich for the 21st century – the contribution of eTwinning’ questo il titolo dell’evento ospitato dalla rete nazionale eTwinning e organizzato in collaborazione con eTwinning CSS (Central Support Service), la Commissione europea e l’agenzia italiana di Erasmus+/Indire, svoltosi dal 21 al 23 settembre a Firenze nelle splendide location di Palazzo Vecchio e del Palazzo dei Congressi.

I 250 partecipanti, provenienti da oltre 36 paesi europei ed extraeuropei, hanno avuto la possibilità di seguire i 25 workshop tematici che si sono svolti durante tutto l’arco della giornata. Gli argomenti sono stati molti e hanno toccato vari ambiti; un’occasione non solo per la formazione dei docenti, ma per dare loro gli strumenti utili per costruire un senso di cittadinanza europea ogni giorno nelle loro classi.

Noi di Diregiovani abbiamo ascoltato alcuni dei presenti.

eTwinning e cittadinanza europea

“Penso che eTwinning sia cruciale per far star insieme i giovani, quello che sappiamo è che se vogliamo incidere nella società per combattere gli estremismi violenti bisogna lavorare insieme, in maniera orizzontale, i giovani sanno come farlo” ha detto Lynn Davies, docente presso l’Università di Birmingham, ai nostri microfoni. “Sanno come usare i social media, sanno come fare network, come fronteggiare i messaggi dell’estremismo, qualcosa come eTwinning che mette insieme i ragazzi attraverso la scuola, attraverso i paesi è vitale in questa sfida agli estremismi”.

“Con un click del mouse puoi stabilire, da subito, delle partnership per poter lavorare su tematiche molto serie, puoi creare progetti con una ricerca approfondita, dove i ragazzi imparano a collaborare a imparare l’uno dall’altro, a rispettare e tollerare culture diverse, imparando a conoscere di più anche la propria cultura” ha aggiunto Beate Vollmer, docente dell’Albert Schweitzer Geshwister Scholl, Marl, Germania.

Per Anna Tryandafillidou, docente presso l’Istituto Universitario Europeo, “parlare di identità e diversità è un argomento importante, ma non è una sfida semplice, non è facile rispondere alla domanda cos’è diversità e cos’è l’identità. Questi sono termini relativi e relazionali, sono legati l’uno con l’altro. Ci sentiamo più vicini a persone del nostro stesso paese e diversi da altre persone, ma alla fine la nostra identità è dinamica e cambia, qualcuno che prima sentivamo molto diverso, oggi ci sembra più vicino”.

“Noi stessi abbiamo identità differenti nella nostra vita, posso essere una donna, un’insegnante, una madre e posso relazionarmi e trovare elementi comuni con persone molto differenti, ad esempio a scuola ho trovato molti elementi in comune con i genitori, riguardo il retroterra culturale, la religione, il loro lavoro. Credo che eTwinning – ha aggiunto – sia una grande iniziativa mi piace che il network impegni le persone virtualmente attraverso gli e-seminar, ma anche attraverso le conferenze in modo che possano incontrarsi gli uni con gli altri.

“Penso che gli educatori giochino un ruolo molto importante e, come abbiamo appena discusso nel mio seminario, loro hanno una grande sfida, sono elementi cruciali per fare in modo che i bambini si sentano inclusi e sicuri e spesso lavorano con risorse limitate. eTwinning – ha concluso Anna Tryandafillidou – è una risorsa importante sopratutto per quei professori che devono affrontare sfide a carattere etnico culturale e hanno bisogno di una guida, di trovare del materiale, hanno bisogno anche solo di trovare un professore di un altro paese che sta affrontando le stesse problematiche, per discutere e cercare soluzioni”.

eTwinning e competenze digitali

“Sempre di più l’educazione civica è collegata all’educazione mediale, i media sono importanti per veicolare valori come la tolleranza, l’inclusione sociale, la diversità, il dialogo, ma anche il contrario, ecco perché bisogna sviluppare delle capacità critiche nei nostri figli, per capire gli stereotipi, molto spesso veicolati attraverso i media”, ha spiegato Maria Ranieri, docente presso l’Università di Firenze.

 

“Credo che oggi l’alleanza fra educazione ai media e educazione civica non è solo necessaria, ma è una risorsa creativa per i nostri figli. Penso che eTwinning sia uno dei posti migliori per affrontare la discriminazione attraverso l’alfabetizzazione mediatica eTwinning è un luogo, una comunità, un ambiente dove i professori sono veramente interessati ai media, usano i media ogni giorno per essere connessi l’uno con l’altro e allo stesso tempo c’è una comunità europea, che vuol dire professori da paesi diversi che stanno facendo sforzi per comprendersi l’uno con l’altro per stabilire una visione comune della nostra società. La comunità di eTwinning – ha concluso – può davvero essere un luogo importante dove finalmente l’alfabetizzazione mediatica può trovare il proprio posto per giocare un ruolo positivo per promuovere la cultura della diversità e della cittadinanza in Europa”.

“L’anno scorso per festeggiare i dieci anni di eTwinning, – racconta Caroline Kearney, eTwinning Central Support Service – abbiamo lanciato un sondaggio per capire meglio l’impatto di eTwinning sulle competenze dei docenti sulle loro pratiche e sul loro sviluppo professionale. Seimila professori hanno preso parte al sondaggio dandoci indicazioni più precise su come eTwinning sta impattando sul loro sviluppo professionale. Oltre il 90% ha avuto un impatto positivo sul loro insegnamento così come nell’uso incrociato delle corrette competenze come il problem solving, la creatività e il pensiero critico. Questo è molto importante perchè dalle ricerche sappiamo che l’insegnamento e in particolare l’uso incrociato delle corrette competenze è particolarmente difficile per gli insegnanti che spesso non hanno gli strumenti e le opportunità per farlo. Etwinning aiuta i professori dando loro queste opportunità”.

eTwinning e i vantaggi per le scuole

Secondo l’esperienza di Anne Gilleran, eTwinning Pedagogical Manager, eTwinning è “una delle azioni più importanti per le scuole in Europa al momento, forse l’unica azione per le scuole in Europa, è importante e di successo perché coinvolge tante persone, ad oggi abbiamo più di 400mila insegnanti coinvolti, 160mila scuole e se pensate che ognuno di questi insegnanti rappresentano almeno 20 ragazzi a testa potete farvi un’idea della quantità di ragazzi coinvolti”.

“Credo che eTwinning – ha proseguito – possa indirizzare e far riflettere i giovani su quello che vuol dire essere un cittadino attivo che è il tema di questo importante convegno, una conferenza importante perchè coinvolge sopratutto dirigenti scolastici e come sappiamo loro hanno il potere di indirizzare e stabilire le priorità per ciò che accade nelle loro scuole, così speriamo che chi ci ha raggiunto qui oggi, possa portare eTwinning nelle loro scuole per parlare con gli insegnanti e capire cosa hanno tratto da eTwinning e magari capire cosa potrebbero guadagnare le loro scuole unendosi alla piattaforma di eTwinning”.

 

“Mi piacciono molto i progetti eTwinning, sono una sorta di metodologia per me, è molto utile per i miei studenti che difficilmente verrebbero a contatto con lingue straniere, specialmente l’inglese, è il modo in cui posso far praticare loro l’inglese per comunicare con altri studenti da tutta Europa. Nella nostra scuola – ha raccontato  Martina Baseggio, Ambasciatrice eTwinning Repubblica Ceca – abbiamo un buon team di lavoro, ogni anno facciamo molti progetti eTwinning perchè abbiamo classi di spagnolo e di inglese e grazie a eTwinning abbiamo preso parte a molti progetti europei come laboratori e classi creative, penso che sia utile per gli studenti, ma anche per uno sviluppo professionale degli insegnanti”.

Sulla stessa linea anche Dario Ianes, docente presso la Libera Università di Bolzano, che ai nostri microfoni ha detto: “Abbiamo cercato di stabilire un primo pacchetto di strategie che riguardano il piano educativo individualizzato, il piano didattico personalizzato, cercando di fondare entrambi gli approcci su un principio di equità piuttosto che di uguaglianza, fondarli su ICF come idea antropologica di funzionamento e su un approccio di compensazione sopratutto pensando agli alunni con disturbi di apprendimento da legge 170/2010”.

“La seconda strategia – ha proseguito – riguardava le varie metodologie di insegnamento inclusivo, si deve progettare già pensando fin dall’inizio a tutte le varie differenze di abilità piuttosto che di lingua piuttosto che di comprensione e di aspetti sensoriali senza essere costretti a mettere una pezza dopo, cercando di correggere una programmazione pensata per un ideale nonché inesistente studente medio”.

“La terza grande famiglia è l’approccio allo sviluppo dell’inclusività a livello di istituzione scolastica, non solo d’attività d’aula, per cui il piano annuale dell’inclusività, il report di autovalutazione della scuola che deve avere dentro, sempre di più, gli aspetti dell’inclusività, della gestione del personale più flessibile e di altri modi per analizzare e dar voce agli studenti, alle famiglie e agli insegnanti, per capire come stabilire dei piani di miglioramento del livello di inclusività. Queste erano le tre grandi famiglie di strategie che abbiamo discusso” ha concluso Dario Ianes.

eTwinning plus

A spiegare cos’è eTwinning+ è stata Cécile Le Clercq, rappresentate della Commissione Europea: “è la piattaforma specifica che mantiene i rapporti per eTwinning con i paesi vicini. Abbiamo cinque paesi per la partnership dell’est e uno dell’area mediterranea che è la Tunisia, eTwinning ha progetti pilota dal 2013 e sta crescendo gradualmente in due attività principali tutte fin da ora nella nostra recente comunicazione per l’educazione all’inclusione e contribuire a combattere la radicalizzazione. Una delle azioni che la nostra Commissione vuole spingere è sviluppare ulteriormente eTwinning+, noi crediamo che dagli scambia attraverso i progetti eTwinning noi possiamo contribuire a formare giovani studenti più aperti che hanno una mente più aperta che possono sviluppare un rispetto reciproco aperti a opinioni differenti, questa è una delle azioni che sono previste nel contesto di questa comunicazione. Credo che come rappresentante della Commissione europea è molto raro partecipare a conferenze dove ci sia un impegno così grande nel cercare di fare in modo che le cose funzionino correttamente, noi possiamo vedere l’entusiasmo dei professori, dei presidi e di tutto il team di supporto di eTwinning. Penso davvero che sia un momento per guardare avanti e pensare a come eTwinning possa contribuire nell’affrontare alcune delle sfide più urgenti nel campo dell’educazione”.

 

“Credo che eTwinning avrà un grande successo in Ucraina – ha affermato Valentina Velichenko, eTwinning Partner Support Agency Ukraine – perchè è una nuova tecnologia, è un nuovo messaggio, un modo per comunicare con gli insegnanti di tutta Europa. Prima di tutto eTwinning per noi è un’opportunità di sviluppo professionale, in particolare i professori sviluppano le capacità del XXI secolo, nuove metodologie e nuovi interessanti strumenti che si diffondono velocemente in eTwinning. Ecco perchè per noi è una grande opportunità di crescita”.

“eTwinning è una novità per gli insegnanti della Georgia – ha aggiunto Khatia Matkava, eTwinning Partner Support Agency Georgia – è iniziato nel 2013 e da allora il numero dei progetti e dei professori aumenta di giorno in giorno e speriamo che eTwinning possa avere un grande successo nel nostro paese. I temi più popolari per i progetti sono le lingue, la condivisione di aspetti culturali, diventerà molto popolare perchè a volte i professori hanno delle barriere linguistiche nel partecipare a progetti europei, ma ora hanno la possibilità di fare pratica con progetti nazionali per poi partecipare a progetti europei”.

Anche secondo Oleksandra Zhuravliova, docente della Ternopil Secondary School dell’Ucraina  “è una grande opportunità per un proprio sviluppo professionale, per la creatività, per coinvolgere gli studenti e insegnare loro l’inglese, per presentarsi e mostrare l’Ucraina a paesi differenti per stabilire interazioni e collaborazioni europee. Penso che gli insegnanti ucraini siano molto attivi e creativi e per questo sono i partner migliori”.

 

2017-05-09T17:02:50+02:00