ROMA – Uniti per la pace. C’erano proprio tutti: a partire dal primo freddo autunnale, passando per il mastodontico Stadio Olimpico, fino ai grandi giocatori di oggi e di qualche stagione fa. Pur giocando in casa, non solo laziali e romanisti, che qui qualche lustro fa competevano per gli scudetti, come Veron, Claudio Lopez, Crespo da una parte e Candela, Cafu e Aldair, fino all’ancora in servizio Francesco Totti, dall’altra. A raccogliere l’appello di Papa Francesco, campioni internazionali che fino a qualche stagione fa, stadi come questo li riempivano ogni domenica: Ronaldinho, Pires, Rui Costa, Roberto Carlos, Davids, Zambrotta, Abidal, i madridisti Sanchis e Karanka, l’argentino Pochettino, fino ai talenti messicani di qualche anno fa Blanco e Hermosillo. Ha risposto presente anche Fabio Capello. Tutti acclamati, tutti salutati con affetto da un pubblico, infreddolito si, ma passionale e colorito, in maggior parte composto da bambini e ragazzi.
Diego Armando Maradona, Sua Maestà il Calcio
Senza che nessuno si offenda, però, la vera ed unica ovazione c’è stata solo per lui: Diego Armando Maradona, Sua Maestà il Calcio. Al suo ingresso in campo, per il riscaldamento pre-gara e il lancio televisivo in coda al telegiornale, tutti in piedi a cantare “…sai perché mi batte il corazon…ho visto Maradona…”: gli anni passano, l’amore per il campione che è stato non passa.
La partita della pace, tra calcio e solidarietà
La partita della pace, o meglio “uniti per la pace”, alla seconda edizione dopo la prima kermesse del 2014, prova a conciliare calcio e solidarietà. La finalità è nobile: raccogliere soldi utili a sostenere progetti educativi in Argentina e in Congo, ma anche a finanziare la pratica dello sport di base ad Amatrice e nelle terre dell’Italia centrale squassate dal terremoto. Un evento fortemente voluto da Papa Francesco, come detto, promotore dell’iniziativa insieme a Unitalsi, Csi- Centro sportivo italiano e Amlib – Comunità amore e libertà.
La partita della pace, il calcio giocato
Squadra in blu per Totti e Maradona, in bianco Ronaldinho e Veron, in campo è subito sfoggio di classe e giocate; in sei minuti, botta e risposta tra le due squadre: al vantaggio dei blu, frutto di una combinazione veloce tra Maradona , Mauri e Di Natale che conclude sottoporta, i bianchi rispondono con Kanoutè, servito al bacio da Ronaldinho. Dopo lo scoppiettante inizio, il ritmo si fa più blando ma non per questo noioso. C’è voglia di grandi giocate e di arrivare al tiro dopo aver deliziato il pubblico col tacco impossibile o col filtrante che non ti aspetti. I blu si fanno preferire: i duetti tra Maradona e Totti sono di alta scuola: è così, che al 23’, arriva il vantaggio, con l’argentino che serve il romanista, bravo a girare sul primo palo. Di gran classe anche il pareggio “blanco”, appena un quarto d’ora più tardi: Kanoutè serve Bojan in profondità, l’ex enfant prodige giallorosso, con un pallonetto al millimetro, regola Mondragon in uscita. Si va al riposo sul 2-2 e su gli spalti ci si stropiccia gli occhi: che giocate!
La partita della pace, il calcio giocato senza sconti
Nota di colore: mentre raggiungono gli spogliatoi, Veron e Maradona (in mixed zone sorvoleranno entrambi sull’accaduto, ndr) litigano apertamente e quasi vengono alle mani. Vecchie ruggini mai sopite? Cose di campo? Mah…Si riparte con qualche cambio (fuori Totti tra i blu e dentro Crespo per i bianchi), ritmi più morbidi spezzati tra il 67’ e il 68’ dal vantaggio dei bianchi (zuccata di Crespo) e dall’immediata risposta dei blu (piattone in area di Burdisso). Il pubblico gradisce, tutto sembra incanalarsi verso il pareggio, ma a dieci dalla conclusione è l’italo argentino Cavenaghi a segnare il goal decisivo per i bianchi. Finisce così, tra abbracci e foto ricordo. Serviva dare un contributo, il risultato poco importava: unirsi per la pace è la vera sfida quotidiana.
FORMAZIONI INIZIALI
BLU : Mondragon, Maradona, Cafu, Totti, Di Natale, Mauri, Candela, Aldair, Cafu, Taddei, Burdisso.
BIANCHI: Bizzarri, Zambrotta, Marquez, Sanchis, Abidal, Davids, Ronaldinho, Veron, Kanoutè, Claudio Lopez, Bojan Krkic
Foto Credits: Stefano Costa