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NASA: da Oco-2, la nuova mappa dell'inquinamento della Terra [VIDEO]

Per capire le sue condizioni di salute sono al lavoro numerosi satelliti e programmi di osservazione spaziale.

4 Novembre 2016

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Il pianeta Terra è un osservato speciale. Fragile e bellissimo, come ci ha mostrato l’esposizione organizzata dall’Agenzia spaziale europea ‘Il mio pianeta dallo Spazio‘, va curato e preservato. Per capire le sue condizioni di salute sono al lavoro numerosi satelliti e programmi di osservazione spaziale. Le notizie non sono buone.

La Nasa ha appena pubblicato la prima mappa dell’inquinamento globale interamente realizzata dallo Spazio. Quello che si vede dall’alto è sconfortante. Gli Stati Uniti dell’Est, l’Europa centrale e l’Asia orientale sono i punti ‘caldi’ del pianeta, quelli in cui si concentrano le massime emissioni di anidride carbonica e altri gas serra.

Emissioni che hanno raggiunto da tempo le 400 parti per milione, un dato altissimo che sancisce l’inarrestabilità del riscaldamento globale. Accanto a queste grandi aree, la Nasa ha individuato anche zone più ristrette, cittadine o aree industriali con minore estensione ma elevate emissioni.


Nelle NEWS:
– Il terremoto visto dai satelliti: ecco come è cambiato il suolo
– L’Universo stampato in 3D
– Le origini della Luna, spunta una nuova teoria
– Nuove immagini in alta definizione di Schiaparelli


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Le cause dell’inquinamento della Terra

L’origine antropica, cioè causata dall’uomo, è generata da diversi comportamenti dannosi per l’ambiente. Le elevate emissioni di Germania e Polonia, ad esempio, o quelle di Kuwait e Iraq, sono massimamente dovute ai combustibili fossili che bruciano, mentre le emissioni dell’Africa sub-sahariana dipendono principalmente dall’accensione di fuochi.

La mappa della Nasa è stata realizzata usando i dati dell’Orbiting Carbon Observatory-2 (Oco-2), trattati con una nuova tecnica. Ad occuparsene sono stati gli scienziati finlandesi del Finnish Meteorological Institute di Helsinki.

Il satellite Oco-2 “può individuare anche aree di emissione più piccole e isolate- ha spiegato il ricercatore Janne Hakkarainen, che ha condotto lo studio-. E’ uno strumento molto potente, perché fornisce nuove informazioni”.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters.

Le emissioni di anidride carbonica hanno iniziato a impennarsi con la Rivoluzione industriale e da allora non si sono mai arrestate. I gas serra sono trattenuti dall’atmosfera per un periodo che può arrivare anche a un secolo.

Questo significa che le più recenti emissioni causate dall’uomo costituiscono appena tre parti per milione di quelle fotografate dal satellite della Nasa. Gli scienziati stanno lavorando anche per dividere le emissioni dell’ultimo anno dal totale di quelle storiche.

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I nuovi dati sull’inquinamento della Terra

I nuovi dati, trattati con una tecnica innovativa, spiegano anche le alternanze stagionali delle emissioni, dovute all’alternarsi di crescita e quiescienza delle piante. Il metodo è corretto, hanno spiegato gli scienziati, perché i risultati sono stati comparati son la misurazione di diossido di azoto presa da uno strumento finnico-olandese, installato sul satellite statunitense Aura e che ha il compito di monitorare l’ozono.

Sorvola le stesse zone di Oco-2 a distanza di 15 minuti. Le rilevazioni combaciano, i dati sono quindi attendibili. Questo significa anche che i dati presi da satelliti diversi, al lavoro su diversi gas serra, possono essere combinati per ottenere una mappa ancora più ricca dell’inquinamento terrestre. Una mappa che, indubbiamente, risulterà allarmante.



Il terremoto visto dai satelliti: ecco come è cambiato il suolo
La grande scossa del 30 ottobre, quella di magnitudo 6.5, ha cambiato il volto del Centro Italia. A tracciarne la nuova mappa sono anche i satelliti. Quelli della costellazione europea Copernicus hanno evidenziato una deformazione del suolo che si estende per 130 chilometri quadrati e un abbassamento del terreno che arriva fino a 70 centimetri in alcune aree, come quella di Castelluccio di Norcia. Al lavoro c’è e-GEOS, in coordinamento con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che continua a produrre dati per l’analisi dei danni causati dal sisma. Le immagini arrivano da Cosmo-SkyMed e mostrano tutti i cambiamenti di Norcia con variazioni sopra il centimetro, che corrispondono a nuovi danneggiamenti di diversa entità.

L’Universo stampato in 3D
State già pensando ai regali di Natale? Ce n’è uno che fa al caso vostro se avete amici appassionati di Spazio. Si tratta di una palla, bitorzoluta e irregolare, che rappresenta l’Universo così come era quando aveva appena 380mila anni. L’idea è venuta ad alcuni studiosi dell’Imperial College di Londra, che hanno messo in Rete le istruzioni per stampare in 3D quest’Universo fai-da-te per dare un’idea plastica di quello che sappiamo sulle nostre origini. Quella che maneggerete sarà la mappa del fondo cosmico a microonde, ottenuta grazie ai dati raccolti in anni di osservazioni dal telescopio spaziale Planck dell’ESA. La ‘palla’ è rivolta non solo ad appassionati, ma anche a divulgatori, che hanno così uno strumento in più per diffondere conoscenze scientifiche.

Le origini della Luna, spunta una nuova teoria
Secondo la maggior parte degli astronomi, la Luna sarebbe ‘figlia’ della Terra. La sua origine, cioè, sarebbe stata causata dall’impatto di un corpo celeste sul nostro giovane pianeta, da cui si sarebbe distaccato il materiale che poi avrebbe formato la Luna. Ora, però, alcuni ricercatori dell’Università della California sollevano delle perplessità. Secondo i loro calcoli, infatti, se la Luna si fosse formata dal materiale proveniente dallo scontro, il nostro satellite dovrebbe essere in orbita attorno al piano equatoriale terrestre, mentre invece l’orbita lunare è inclinata di circa 5 gradi rispetto all’equatore. Come si spiega? Secondo lo studio, pubblicato su Science, la Luna sarebbe in realtà ‘sorella’ della Terra: sarebbe cioè nata dalla stessa esplosione. Un mega impatto da cui Terra e Luna sarebbero nate contemporaneamente.

Nuove immagini in alta definizione di Schiaparelli
La sonda della Nasa Mars Reconnaissance Orbiter ha fornito immagini in alta definizione dell’area in cui il lander europeo Schiaparelli ha terminato la corsa sul pianeta rosso con uno schianto al suolo. Le nuove immagini offrono una visione dettagliata delle componenti principali dell’hardware di Schiaparelli, utilizzato dal lander durante la discesa. Le immagini in alta risoluzione mostrano una macchia scura centrale, compatibile con il cratere formato dall’impatto con un oggetto da almeno 300 chili che viaggi a qualche centinaia di chilometri orari.

 

2016-11-04T15:10:19+01:00