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Psicologia al cinema, il regista Miniero in cattedra all’Università Niccolò Cusano

Parte il ciclo di incontri nell'ateneo: "In sala quello che si studia sui libri"

30 Novembre 2016

unicusano_2ROMA – Capire la psicologia e il mondo che ci circonda attraverso un film o un cortometraggio, studiare le caratteristiche dei personaggi, il linguaggio, approfondire la realtà cogliendo le sfumature dei racconti. Insomma, una seduta di psicoterapia sulla poltrona della sala cinematografica, perché quello che si trova sulla pellicola spesso è scritto anche nei libri di testo.

Da questa consapevolezza prende il via a Roma all’Università Niccolò Cusano un ciclo di incontri sul ‘Rapporto tra cinema e psicologia’, in cui grazie alla presenza di attori, registi e docenti viene analizzato il messaggio tra emozioni e immagini. Protagonisti del primo dibattito Luca Miniero, regista di tanti film di successo tra cui ‘Benvenuti al Sud’, ‘Benvenuti al Nord’ e ‘La scuola piu’ bella del mondo’, e Massimo De Lorenzo, celebrato attore di ‘Boris’ ma con ruoli anche in ‘Al lupo al lupo’ e ‘Perdiamoci di vista’. Con loro ha preso vita l’analisi di un cortometraggio, realizzato dallo stesso Miniero nel 1999, e che negli anni e’ stato preso ad esempio per affrontare la tematiche della violenza sulle donne.

Nel corto, intitolato ‘Piccole cose di valore non quantificabile’, una ragazza entra in una stazione dei Carabinieri per denunciare il furto dei propri sogni: tra lei e ilunicusano brigadiere che raccoglie la deposizione si instaura un dialogo surreale, ai limiti della comicità, ma che ricorda il rapporto tra psicoterapeuta e paziente. Solo al termine emerge la terribile storia degli abusi fisici subiti ad opera del padre, che oltre a provocarle danni fisici e psicologici finiscono appunto per rubarle i sogni. “C’è la denuncia ma c’è anche l’ascolto e la comprensione da parte del carabiniere, che da’ importanza al racconto della ragazza nonostante si parli all’inizio di un furto di sogni- spiega la preside della facoltà di Psicologia dell’Unicusano, Gloria Di Filippo- In questo senso apprezzo che Miniero abbia saputo raccontare un fatto cosi’ doloroso con una delicatezza inconsueta in questi anni, come se fosse davvero uno psicoterapeuta. Con questo cortometraggio abbiamo imparato due lezioni: sviluppare la capacità di ascolto e sospendere il giudizio”.

Parliamo di un cortometraggio simbolo della lotta alla violenza sulle donne, anche se l’obiettivo del regista era più focalizzato “sulla narrativa, ma volevo evitare di essere retorico. Sicuramente l’intenzione era quasi far ridere all’inizio il pubblico, per poi farlo vergognare delle proprie risate una volta svelato il dramma”. Regia ma anche interpretazione: tutto e’ psicologia. Lo confermano Miniero e De Lorenzo, dal 7 dicembre al cinema con ‘Non c’è piu’ religione’. “Ogni attore ci mette del proprio- spiega De Lorenzo- non lo fa neanche apposta, ma inevitabilmente lavora con il proprio corpo. Anzi, spesso il giudizio sull’attore riguarda la persona e non il tipo di lavoro: se una parte non funziona, vuol dire che l’attore non era adatto”. “Il cinema molto spesso parla di psicologia- sottolinea Di Filippo- Mi interessa il suo linguaggio specifico perché comunica direttamente con il nostro emisfero destro e con le nostre emozioni, e ci fa vedere delle cose che noi psicologi studiamo sui libri”. Per questo, conclude, “ho pensato a una serie di incontri per avvicinare i nostri studenti in un modo diverso, considerando il cinema come momento ludico ma avendo la consapevolezza di cosa puo’ trasmettere un film con immagini ed emozioni”.

2017-05-29T09:55:39+02:00