hamburger menu

Premio De André: vincono i Tamuna, grinta e rock dalla Sicilia

Clementino e Negrita premiati nel segno di 'Faber'

2 Dicembre 2016

ROMA – “Si richiede qualità”. No, non è un annuncio di una compravendita, solamente il senso del “Premio De Andrè”, nelle parole del suo presentatore, quel Carlo Massarini, eternamente giovane e competente, che di talenti della scena musicale ne ha tenuti a battesimo parecchi. A lui l’onere e l’onore della conduzione della quindicesima edizione del premo intitolato alla memoria del grande cantautore genovese, scomparso nel gennaio di diciassette anni fa.

Dori Ghezzi a capo della giuria

Sul prestigioso palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium di Roma, si sono avvicendati dodici giovani promesse della scena musicale italiana, coprendo tutti gli stili e i generi, dall’indy rock al progressive, dal rock più intenso fino all’acustico d’autore. A valutare la bontà delle varie proposte una giuria di addetti ai lavori, capeggiati da Dori Ghezzi, affascinante e leggera sul palco, partecipe e appassionata in platea. Dodici sogni, dodici speranze, un solo vincitore, però. Il primo posto se lo aggiudicano, con pieno merito, i palermitani Tamuna, “folk-rock band”, come si definiscono con orgoglio. Con il brano “Accussì”, presentato in una originale e convincente versione acustica, conquistano l’unanime verdetto della giuria e il riconoscimento della platea.

Qualità, si diceva. E qualità è stata: come sentiremo parlare ancora del quintetto vincitore, così segnatevi questi nomi: dal profondo Veneto, Massimo Francescon Band (“Sognando la rivoluzione”), il romano Rosso Petrolio (“Riflessioni sullo schermo del computer”), da Napoli Emanuele Ammendola (“Saglie”), I Pupi di Sulfaro (“Li mè paroli”) dal cuore della Sicilia nissena. Ognuno con un sogno diverso, ognuno con una passione e un’energia impossibile da non apprezzare.

Tra i premiati anche Clementino e i Negrita

Oltre alla musica, anche la poesia e la pittura completano la proposta culturale del Premio: agli esordienti Teo Manzo con la poesia “Il parere degli zitti” e Luca Pontassuglia con la tela intitolata “Il colore degli ultimi” il riconoscimento per le rispettive discipline. Dopo le esibizioni e prima del verdetto finale, spazio alle premiazioni per due realtà indiscusse del panorama musicale: ai Negrita il premio “alla carriera”, al rapper campano Clementino, che durante l’ultima edizione di Sanremo ha portato sul palco dell’Ariston una convincente cover del brano “Don Raffaè”, quello per la “reinterpretazione dell’opera di Fabrizio”. Poi, con gli occhi un po’ lucidi e il sorriso di Fabrizio De Andrè sullo sfondo, tutti, chi ha vinto e chi no, pronti a ripartire per un nuovo viaggio. Sempre e comunque, in “direzione ostinata e contraria”.

Quest’anno la targa Repubblica.it è stata assegnata a Nunzia Carrozza con il brano “Filastrocca”, risultato il più votato nel sondaggio lanciato dal portale. Il premio è stato consegnato dal giornalista Pietro D’Ottavio.

2018-02-13T10:39:32+01:00