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Qui Tunisi, ‘Al kalam sahl!. Sfumature di benvenuto e colori di passaporto

Tunisia, conoscere tanti stranieri, il viaggio low-cost secondo Nabil

21 Dicembre 2016

TUNISI – “Nawwarti”, “hai portato la luce”. “Marhbe bik”, “benvenuta”. “Ahlan wa sahlan”, “Come in famiglia e comodamente”. Se la lingua araba conosce più di un’espressione per dare il benvenuto agli ospiti, non è un caso. Qui in Tunisia, ad esempio, l’accoglienza è una cosa seria, almeno per chi ha gli occhi azzurri come il presidente della repubblica Essebsi o il passaporto rosso come il mio. Per i curiosi, passaporto si dice ‘jawwaz as-safar’, rosso ‘ahmar’, verde ‘akhdar’, azzurro ‘azraq’.

Qui Tunisi, prove di integrazione

Se vi trovate da queste parti, potrebbe esservi utile sapere che pagare un tè al bar o un couscous al ristorante è spesso estremamente difficile, soprattutto per una ragazza. Se ci tenete a offrire qualcosa ai vostri amici, potete tentare due strade. La prima: preparare tempestivamente l’importo dovuto e sperare nella complicità della cassiera o del cameriere. La seconda: invitare gente a casa. Se scegliete questa opzione ricordatevi che se l’ospite sta per uscire è buona educazione insistere perché resti, mentre lasciarlo andare per la sua strada è considerato un gesto scortese di disattenzione.

Qui Tunisi, il sogno di Nabil

Secondo Nabil, un amico che in realtà non si chiama così, i tunisini sono curiosi e aperti verso gli stranieri soprattutto perché parlare con loro è uno dei pochi modi che hanno a disposizione per conoscere altri paesi.  Nabil fa il tecnico del suono in un cinema e “non il tagliagole in Siria”, come gli piace puntualizzare. Mi parla di Trainspotting, Arancia Meccanica, Luciano De Crescenzo e Albert Camus, mentre beviamo acqua minerale al bar del cinema Le Rio, un punto di riferimento della vita culturale di Tunisi.  “Sai qual è la differenza tra me e te?- dice- che tu hai viaggiato, io no”. Nel 2016, una ricerca della società di consulenza Henley&Partners ha classificato i paesi di tutto il mondo in base alla libertà di viaggio, analizzando dati ufficiali della International Air Transport Association (IATA).  Secondo lo studio, l’Italia è al terzo posto insieme a Finlandia, Francia, Spagna e Regno Unito: possiamo andare in 175 paesi su un totale di 219 senza bisogno di alcun visto o facendolo timbrare all’arrivo.  I tunisini sono al 72esimo posto su 104, il loro passaporto verde consente di viaggiare in 65 paesi. Tra questi, nessuno fa parte dell’Unione Europea.

In foto: il Cinema Teatro ‘Le Rio’ e una tavolozza di colori con la loro pronuncia in arabo (credits:  www.everyday-arabic.com/africultures.com)

Nel video Marcel Khalifa, cantautore libanese famoso in tutto il mondo arabo, canta la poesia “Passaporto” (Jawwaz as-safar) del poeta palestinese Mahmoud Darwish.

 

2018-06-05T15:34:29+02:00