hamburger menu

Il nuovo anno di National Geographic inizia con la rivoluzione gender

Due copertine e un reportage per capire cosa significa per i bambini essere maschio o femmina

national geographicROMA – Il nuovo anno di National Geographic è iniziato nel segno della rivoluzione gender. La famosa rivista ha, infatti, aperto le danze con due copertine che sono destinate a far discutere. Due copertine che fanno da ciliegina sulla torta a un reportage che punta a capire cosa significa per i bambini essere maschio o femmina.

80 bambini e bambine di nove anni  provenienti da ogni parte del mondo, dall’America al Medio Oriente, dall’Africa alla Cina. Tra questi Avery Jackson, bambina transgender dal 2012 nata maschietto e che è la protagonista della copertina USA. Tutti fotografati da Robin Hammond che è autore anche del reportage. Hammond, scrivono su National Geographic, “ha fotografato maschi e femmine in misura uguale, e cercato di selezionare un campione il più vario possibile dal punto di vista geografico, etnico, socioeconomico. A tutti ha posto le stesse nove domande sull’effetto che essere un maschio una femmina aveva nelle loro vite”.

Nel reportage, che per molti appare come una sorta di propaganda e strumentalizzazione di minori, tutta la schiettezza dei bambini sull’argomento che, invece, tra gli adulti è un topic di fuoco.

National Geographic e la rivoluzione gender: “Io ho nove anni”

Qual è la cosa migliore dell’essere femmina? Quale quella di essere maschio? Sono solo alcune dei quesiti a cui i bambini hanno risposto. La cosa che colpisce è che tutti hanno un’idea chiara delle discriminazioni che si possono riscontrare ancora oggi. “Mi scoccia che non ci sia stata nemmeno una femmina presidente”, ha detto una bimba descrivendo benissimo la realtà. “Prima della transizione facevo finta di essere un maschio, – ha raccontato, invece, Avery – adesso sono femmina e sono molto più felice”.

“I ragazzi di nove anni sono abbastanza grandi da sapersi esprimere con chiarezza sulla loro vita, ma non sono ancora adolescenti. – ha spiegato Hammond – Abbiamo pensato che fosse un’età interessante per porre domande sulla loro identità di genere”.

Guarda il video QUI

National Geographic sceglie Avery Jackson come rappresentante dell’orgoglio gender

national geographicE la lucidità riscontrata nelle risposte è ancora più palese ascoltando Avery Jackson, scelta come rappresentante dell’orgoglio gender.

Arrivando a casa di Avery, Hammond è stato accolto da una ragazzina sicura di sé, senza peli sulla lingua, tutta vestita di rosa come appare nella foto che la ritrae insieme al fotografo.

“Nella foto ha i vestiti che indossava quando sono arrivato, non le ho chiesto io di vestirsi di rosa. – ha raccontato il fotografo, rispondendo a chi lo criticava per quella che è sembrata una fin troppo decisa affermazione di femminilità. – Alcune persone transgender preferiscono vestirsi in un modo che secondo loro riflette il genere con cui si identificano. È il loro modo per comunicare chi sono a un mondo che non sempre le accetta”.

Fin dall’inizio la redazione aveva pensato di includere un bambino transgender tra quelli intervistati, spiega National Geographic, ma la decisione di mettere l’immagine di Avery sulla copertina destinata agli abbonati dell’edizione americana è venuta solo dopo aver visto tutte le foto scattate.

“Tutti i ritratti dei bambini sono belli. – sostiene Susan Goldberg, la direttrice del magazine – Ci è particolarmente piaciuto il ritratto di Avery, così forte e orgogliosa. Abbiamo pensato che da sola potesse riassumere l’intero concetto della Rivoluzione Gender”.

2017-05-16T13:40:16+02:00