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Ciao Tullio De Mauro, aperto agli anglismi non agli anglicismi

Si è spento a 84 anni. L'ultima intervista all'agenzia DIRE dello scorso 19 febbraio

tullio de mauroROMA – Con la scomparsa di Tullio De Mauro va via un uomo dalla vasta cultura, riconosciuto unanimemente come grande conoscitore della lingua italiana, un critico attento delle innovazioni dell’italiano, ma anche un linguista moderno e aperto al cambiamento.

Intervistato dall’Agenzia Dire in occasione di un convegno sulla didattica capovolta – il 19 febbraio dello scorso anno nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – sull’aumento dell’uso delle parole inglesi nell’italiano (erano i giorni in cui imperversava il termine stepchild, ndr), rispose correggendo la giornalista, che impropriamente chiamava “anglicismi” i prestiti dall’inglese.

“Gli inglesi, nel cui dna non c’è il sapere latino, hanno forgiato questa parola da “anglo” appiccicandoci un ‘-icismo’”, spiegava. “Quindi la parola ‘anglicismo’ è essa stessa un ‘anglismo’”. Per De Mauro, l’uso del termine, “anche da parte dell’Accademia della Crusca” mostrava “quanto è forte la pressione dell’inglese che subiamo”. “Una pressione benefica- affermava ancora- perché impariamo a dire cose che altrimenti non sapremmo come dire, anche se in alcuni casi usiamo l’inglese per darci arie”.

Tullio De Mauro: linguista, Ministro dell’Istruzione e autore del grande dizionario italiano

Si è spento a 84 anni dopo una vita piena che ha influenzato tanti studenti e non nel corso degli anni.

Nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932, Tullio de Mauro, laureatosi in Lettere classiche, ha insegnato nelle università di Napoli, Chieti, Palermo e Salerno. Docente di Filosofia del linguaggio alla Sapienza di Roma, è stato poi ordinario di Linguistica generale presso la stessa università.

Nel 1966 è stato tra i fondatori della Società di linguistica italiana, di cui è stato anche presidente (1969-73). È stato consigliere della Regione Lazio (1975-80), membro del Consiglio di amministrazione dell’università di Roma (1981-85), delegato per la didattica del rettore (1986-88) e presidente dell’Istituzione biblioteche e centri culturali di Roma (1996-97). Dal 2000 al 2001 è stato ministro della Pubblica Istruzione nel governo Amato.

Nel 2001 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Per l’insieme delle sue attività di ricerca, l’accademia nazionale dei Lincei gli ha attribuito nel 2006 il premio della Presidenza della Repubblica. Nel 2008 gli è stato conferito l’Honorary Doctorate dall’Università di Waseda (Tokyo). Autore di un’importante traduzione commentata del Cours de linguistique générale di F. de Saussure (1967), tra le sue opere più importanti vanno citati la Storia linguistica dell’Italia unita (1963) e Il grande dizionario italiano dell’uso.

Ha anche curato il DAIC. Dizionario avanzato dell’italiano corrente (1997), il Dizionario della lingua italiana (2000), il Dizionario etimologico (con M. Mancini, 2000) e il Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana (con M. Mancini, 2001). Intensa anche la sua attività pubblicistica: ha collaborato, tra l’altro, con Il Mondo (1956-64) e L’Espresso (1981-90).

2017-05-16T12:54:58+02:00