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Resident Evil VII – Biohazard quando il terrore sposa la realtà virtuale

Con lo speciale visore, il game è consigliato solo ad un pubblico forte di stomaco

Resident Evil VII – BiohazardROMA – Resident Evil VII – Biohazard è finalmente disponibile per PS4. Il game è solo l’ultimo episodio di una saga lunga ben 21 anni. Un gioco longevo e rivoluzionario allo stesso tempo. Per affrontare i demoni, quelli psicologici, di Resident Evil VII – Biohazard non occorre, comunque, aver giocato ai capitoli precedenti. La storia è totalmente nuova anche se non si discosta di molti dalle trame precedenti. Il terrore che si prova nel giocare è sempre lo stesso anzi di più.

Resident Evil VII – Biohazard, la trama

In questo nuovo capitolo si indosseranno i panni di Ethan, un uomo distrutto dalla scomparsa della moglie Mia. Un dolore che, presto, diventa angoscia quando ad Ethan viene consegnato un misterioso video. Nelle immagini si scorge Mia, il suo terrore, la strana situazione in cui si trova. Ethan parte alla ricerca della moglie e finisce in Louisiana nella casa della famiglia Baker. Gente strana i Baker e la dimora che abitano diventa per il protagonista un vero e proprio inferno.

Resident Evil VII – Biohazard, il terrore diventa reale

Resident Evil è proprio il gioco che mancava per lanciare la realtà virtuale. Con lo speciale visore tutto diventa terribilmente reale. Il gioco acquista una nuova dimensione spazio temporale. Tutto scorre più lentamente, la paura, non essendo mediata dalla schermo, acquista contorni reali. Come le morti e gli scontri. Graficamente c’è ancora molto da lavorare per un’immersione perfetta ma i risultati raggiunti dalla Capcom sono più che accettabili. Il gioco proprio per queste sue caratteristiche deve essere sconsigliato ad un pubblico di giovanissimi. Troppo coinvolgente l’esperienza, troppo realistiche anche le armi (in questo capitolo pullulano pistole, fucili e perfino un lancia fiamme) e eccessivamente claustrofobica l’ambientazione.

2017-01-24T17:17:49+01:00