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Giorno della Memoria, al liceo Vivona di Roma il ricordo della Shoah

Inaugurato laboratorio dedicato alla professoressa Milena Rombi

Roma – La memoria e’ un processo complesso, da condividere in comunita’. Stamattina nel liceo classico statale ‘Francesco Vivona’ di Roma circa 200 ragazzi si sono confrontati con questa complessita’, dedicando la propria assemblea di istituto ad un ricco programma completamente concepito ed organizzato da loro e dedicato alla Giornata della Memoria. Gli studenti hanno ascoltato da Paola Modigliani e Aldo Astrologo della sezione di Roma dell’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti (Aned) il racconto del ‘sabato nero’ del ghetto di Roma, quel 16 ottobre 1943 in cui gli ebrei della capitale vennero arrestati e deportati nel campo di concentramento di Auschwitz. Hanno riflettuto e posto domande ai testimoni su come sia stato possibile che il mondo intero fino ad un certo punto si sia mostrato ostile e indifferente verso le discriminazioni antisemite per poi alla fine della guerra cambiare.

“Gli ebrei sono sempre stati considerati deicidi, perche’ vennero considerati responsabili della morte di Cristo- spiega Modigliani ai ragazzi-. Secondo la teologia cattolica pero’ sono deicidi non solo gli ebrei vissuti ai tempi di Gesu’, ma gli ebrei vissuti in ogni tempo, finche’ non si convertono. Da quanti di voi hanno alzato le mani poco fa vedo che molti non sanno cosa significa che gli ebrei sono deicidi e per questo capisco che il mondo e’ cambiato. Questa cosa l’avreste imparata a catechismo. Ma ora non e’ piu’ cosi’ grazie al Concilio Vaticano II, che ha rivoluzionato concetti stratificati nella cultura cristiana. Le cose sono radicalmente cambiate nel mondo esterno- continua Modigliani- anche grazie alla nascita dello Stato di Israele. Israele nasce con una legge, la legge del ritorno. Ogni ebreo del mondo puo’ andare in Israele e diventare cittadino israeliano. Questo significa che se ne dovesse avere ancora bisogno oggi un ebreo sa che potra’ essere accolto”.

Astrologo racconta ai ragazzi quanto il senso di diversita’ lo accompagnasse nelle sue esperienze di adolescente: “A quattordici anni giocavo a calcio e c’era un mio amico a Villa Borghese che mi chiedeva sempre: ‘Perche’ non diventi cattolico?’. All’ennesima di queste domande io gli chiesi perche’ avrei dovuto convertirmi. Lui mi rispose: ‘Perche’ quando vado a giocare a calcetto in chiesa il prete mi dice che se converto un infedele vado direttamente in paradiso'”. Parole che hanno portato i ragazzi a riflettere sul presente, sotto la guida di Paola Modigliani: “Il mondo con Trump e’ cambiato. L’idea che qualcuno in Italia approvi che si costruiscano muri, che si lotti contro l’immigrazione, che si mettano le dogane mi fa paura, proprio perche’ c’e’ Trump che ha potere a livello mondiale. Ricordatevi che la propaganda, che si basa sulla mistificazione, riesce a vincere in una societa’ che si fa abbindolare. L’unica soluzione e’ la cultura. Per questo non dovete accettare la semplificazione dell’esame di maturita’ e tutti quei provvedimenti che propongono un abbassamento del livello di istruzione nelle scuole superiori e nelle universita’”.

A ribadire l’importanza di ricordare per avere occhi diversi sul presente anche la preside della scuola, Daniela Benincasa: “Anni fa ho visitato il campo di Auschwitz assieme al professor Raffaele Romano, che aveva dedicato la propria vita alla conoscenza e allo studio della Shoah e alla promozione di un’informazione chiara contro qualsiasi forma di revisionismo. Penso che la scuola, e il Vivona in particolare come scuola d’eccellenza, debba riflettere in miniera non formale su questo- aggiunge-. Dobbiamo leggere in trasparenza la storia per capire il presente. E noi dobbiamo darvi gli strumenti per contrastare il piu’ possibile ogni forma di discriminazione. Io credo- conclude- che in un anno esista un solo Giorno della Memoria, ma altri 364 giorni in cui non possiamo dimenticare quello che e’ avvenuto”.

Nel corso della mattinata, dopo aver ascoltato le note di ‘Auschwitz’ e ‘Dio e’ morto’ suonate e cantate da un ragazzo, studenti, insegnanti e preside del Vivona hanno voluto ricordare la professoressa Milena Rombi, dedicandole un laboratorio. Uno spazio pensato per le attivita’ degli studenti, come il giornalino o la web radio, inaugurato stamattina alla presenza del marito e della figlia dell’insegnante scomparsa prematuramente: “Mia madre teneva particolarmente a voi ragazzi, alle sue classi- racconta la figlia-. Quello che ripeteva sempre a me e a mio fratello era che la sua vera anima veniva fuori in classe e che le dispiaceva che noi non potevamo vedere quanto lei si spendesse per il suo lavoro. Lei donava tutta se’ stessa al suo lavoro, studiava continuamente. Noi la capivamo e l’ammiravamo, era un esempio di forza di volonta’”. “Milena Rombi ha dedicato tutta la vita ai ragazzi e allo studio della storia e della storia del Novecento in particolare- dichiara a diregiovani.it la preside-. Il laboratorio sara’ uno spazio per gli studenti, uno spazio per commemorare con un lavoro vivo e vitale il suo lavoro e la sua figura”. Un giorno simbolico per la scuola, come ribadisce a diregiovani.it anche la rappresentante degli studenti dell’istituto Allegra Tonnarini: “Abbiamo pensato che non c’era modo migliore di ricordare la professoressa Rombi che ‘ricordare la memoria’ che era la cosa a cui lei teneva di piu’ e l’insegnamento che ci resta piu’ a cuore, proprio perche’ lei era un insegnante di storia e filosofia, ma soprattutto di storia”. La cerimonia si e’ conclusa con una lettura sulla Shoah interpretata da sette ragazzi del gruppo ‘Danzarte’ e la proiezione del video ‘#whereisthelove ft.Vivona’, diretto e montato da una studentessa al primo anno e dedicato alla professoressa Rombi. Tra i volti dei ragazzi, le immagini storiche dei campi di sterminio e le foto dei migranti in fila accanto ai fili spinati di oggi le parole: “Per cio’ che e’ stato…e per cio’ che e'”.

2017-05-09T11:05:20+02:00