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Trent’anni dalla nascita di Erasmus, oggi a Roma gli Stati generali

Il programma ha permesso di studiare e formarsi nelle universita' europee oltre 4 milioni di giovani

Roma – Trent’anni dall’avvio del programma Erasmus e 60 anni dai Trattati di Roma. Le ricorrenze sono state celebrate oggi in Campidoglio con gli Stati generali dell’Erasmus. Un evento che ha permesso di fare un bilancio di questi primi 30 anni di attivita’, di tracciare prospettive future e di ribadire l’impegno condiviso da parte delle istituzioni nazionali e internazionali, “di potenziare, sostenere e incentivare il programma”. Il programma ha permesso in 30 anni di studiare e formarsi nelle universita’ europee a oltre 4 milioni di giovani. Trentamila sono gli studenti universitari italiani partiti nel 2016 e il nostro Paese ogni anno ospita oltre 20mila studenti europei. Agli Stai generali – a cui hanno preso parte tra gli altri, il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Sandro Gozi, l’europarlamentare Silvia Costa e il direttore dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire, Flaminio Galli – hanno partecipato oltre 200 studenti in rappresentanza del mondo universitario italiano.

Questi ultimi, insieme ai rappresentanti delle istituzioni presenti, hanno affrontato temi legati al programma di mobilita’ studentesca tra cui, Erasmus tra global e no global, comunita’ locali e mondo digitale, Europa unita, cittadinanza europea, Erasmus for all, Mobilita’ tra studio e lavoro. La discussione proseguira’ anche nelle prossime settimane grazie alla piattaforma on line messa a disposizione da ‘garagErasmus’ all’interno della quale verra’ elaborato un documento politico-culturale rivolto alle istituzioni italiane e europee che sara’ consegnato ai decisori politici durante una cerimonia di celebrazione dei 60 anni dai trattati di Roma.

FEDELI: MIO IMPEGNO È ESTENDERE PROGRAMMA

“A questi ragazzi e’ stata data la possibilita’ di crescere, di imparare e di studiare con altri studenti quindi di costruire una cultura e una Europa di ragazze e di ragazzi fondata su conoscenza e studio. L’esperienza che abbiamo maturato ci dice che noi dobbiamo consentire la maggior partecipazione possibile all’Erasmus. Un impegno che vorrei prendere nel prossimo periodo, molto concreto, e’ quello di costruire con i miei partner e in sede europea la possibilita’ di estendere gradualmente il programma. Un programma mirato per dare la possibilita’ a tutti gli studenti di poter partecipare partendo anche da chi ha meno possibilita’ economiche. L’Erasmus- ha aggiunto il ministro- dice no alle barriere, no ai muri, si’ alla costruzione di un’Europa di civilta’ e di pace. Ragazzi e ragazze di diversi Paesi che studiano insieme, vivono insieme, discutono insieme significa esattamente l’opposto di Paesi che costruiscono muri e rifiutano la capacita’ di convivere tra le diversita’. Mi sembra questo il messaggio piu’ straordinario e importante oggi, a 30 anni dall’inizio dell’Erasmus”.

FEDELI: ALLO STUDIO PROPOSTA PER INVESTIMENTI E CRESCITA

“C’e’ un’idea che devo mettere in campo su cui lavorero’ e che proporro’, mi auguro, entro maggio, data del prossimo Consiglio europeo dell’Istruzione. Una proposta a livello europeo per trovare tutti gli strumenti, anche dentro le politiche europee, perche’ l’investimento sui nostri ragazzi per l’Erasmus sia per la crescita e il potenziamento e, quindi, anche dei finanziamenti condivisi con l’Europa. Detto questo i singoli Paesi devono poter anche da soli investire su questo progetto perche’ e’ uno dei progetti che costruisce un futuro positivo per l’Europa”.

GOZI: È IL PIU GRANDE SUCCESSO DELL’EUROPA, VA RAFFORZATO

“Il progetto Erasmus e’ la piu’ grande storia di successo dell’Europa che non fa l’Europa ma gli europei ed e’ quello di cui abbiamo bisogno. Il progetto in trenta anni e’ cresciuto ma va rafforzato, il primo anno erano 3.000 ragazzi, in 30 anni sono diventati 4 milioni, la proposta del governo italiano e’ di moltiplicare le risorse dell’Erasmus per 10 e facciamo che nei prossimi 30 anni diventino 30 milioni i ragazzi che hanno partecipato al progetto. Tutto questo servira’ anche a far uscire l’Europa da uno status quo da cui va assolutamente tolta altrimenti ci sara’ piu’ disintegrazione europea”.

GOZI: DOPO BREXIT ERASMUS CON UK? ANCORA POSSIBILE

“L’Erasmus con il Regno Unito e’ fattibile, e’ una cosa che dovremo negoziare nel momento in cui si avvia il negoziato sulla Brexit. Dovremo valutare politica per politica, settore per settore. E’ una cosa che, nonostante l’uscita del Regno Unito, potremo fare ancora assieme perche’ i programmi come l’Erasmus potrebbero rimanere, questo dipende molto da come va il negoziato. Qualsiasi cosa che rimane a livello di cooperazione con Unione europea e Regno Unito richiede un contributo finanziario da parte del Regno Unito. Brexit e’ un processo di limitazione dei danni, non e’ affatto un’opportunita’: per noi e’ una perdita che il Regno Unito esca e per il Regno Unito e’ una perdita molto piu’ grande che per noi. Il fatto che un domani non ci possa essere un Erasmus e’ un rischio concreto. Limitiamo i danni e cerchiamo di salvare il salvabile”.

COSTA: GENERAZIONE ERASMUS VERA TESTIMONE CITTADINANZA EUROPEA

“In un momento difficile per l’Italia, per l’Europa e per i giovani, la generazione Erasmus che ha sperimentato direttamente la cittadinanza europea va assolutamente salvaguardata. I ragazzi Erasmus sono i piu’ grandi testimoni di un’Europa piu’ democratica, inclusiva, giusta e di un’Europa in cui i sistemi educativi sono alla pari. C’e’ un grande bisogno che i ragazzi prendano la parola e che noi gliela riconosciamo. Non credo sia un caso che Brexit sia stato maggiormente osteggiata proprio dai giovani, per questo noi dobbiamo puntare su di loro”.

Credits foto Stefano Costa

 

2017-05-18T14:36:24+02:00