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A Napoli la creatività ‘dal basso’ diventa Che Inciucio Lab

Da un'idea di Carmine Di Giulio e Francesco La Torre un laboratorio per chi "vuole vedere trasformata in realtà una propria idea"

ROMA – Originalità, creatività, prodotti artigianali”. Sono questi, per il designer Carmine Di Giulio, classe ’77, i punti di forza di “Che Inciucio Lab”, la nuova attività che ha aperto a Napoli, in via Calata Capodichino, con il contributo di diversi artisti e artigiani.

Dall’Accademia di Belle Arti passando per il reality

Carmine ha studiato scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli e ha al suo attivo anche una partecipazione al reality “Il contadino cerca moglie” (“volevo vedere come funzionava il mondo della scenografia in quelle realtà….” spiega all’agenzia Dire). Dopo la laurea, inizia a lavorare come disegnatore tessile nell’ufficio artistico delle seterie di Caserta, a San Leucio.  In seguito a diverse esperienze come allestitore per outlet di grandi marche sparsi per l’Italia, Carmine decide insieme al collega Francesco La Torre di dare vita al “laboratorio artistico”, aperto a chi “vuole vedere trasformata in realtà una propria idea”. 

Tante forme per la creatività che prende forma

Dall’allestimento di vetrine ai murales, da oggetti in terracotta e polistirolo a creazioni in plexiglass, il negozio offre di tutto un po’. Proprio per questa natura poliedrica, spiega Francesco, è stato scelto il nome dell’attività: “l’abbiamo chiamata ‘che inciucio’, non nel senso di pettegolezzo, ma nell’accezione di chi esclama in napoletano: ‘ma quanti inciuci, ma che stai creann’?”

2017-03-06T19:52:43+01:00