Roma – “In base ai principali indicatori l’universita’ italiana non e’ ancora europea”. Lo sentenzia il presidente di Treellle, Attilio Oliva, nel corso del convegno ‘Dopo la riforma: universita’ italiana, universita’ europea? Proposte per il miglioramento del sistema terziario’, organizzato oggi a La Sapienza di Roma alla presenza di personalita’ e studiosi del mondo accademico. Oliva cita i numeri dello studio presentato stamani: i nostri Atenei sono i piu’ sottofinanziati in ambito Ue (1% del Pil contro l’1,4 media Ue), producono pochi laureati (nella fascia di eta’ 25-34 anni solo il 25% della popolazione contro il 40% media Ue), registrano molti abbandoni (42% contro il 31) e basse immatricolazioni dei neo-diplomati (60%), che non sembrano crescere.
All’evento, hanno preso parte tra gli altri, il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, e uno dei suoi predecessori Luigi Berlinguer. Prevista inizialmente anche di Maria Stella Gelmini, firmataria della legge 240 di riforma dell’universita’ nel 2010, assente probabilmente per le forti contestazioni degli studenti all’esterno del convegno. Per Treellle la legge 240/2010 andando a modificare molte “regole del gioco” (governance, bilanci unificati, costo standard, quota premiale) ha pero’ creato le condizioni per un rilancio del sistema. “Anche se- aggiunge Oliva- si vuole una universita’ ‘imprenditiva’ e’ necessario un salto culturale e di costume di tutto il mondo universitario e in particolare dei suoi ruoli apicali”. Ma e’ pur vero, conclude Oliva, che “la stessa Unione europea non ha realizzato quello spazio europeo per l’istruzione superiore e per la ricerca che resta un processo incompiuto. Dovuto, da un lato, alla incapacita’ dell’Europa di darsi una politica di sviluppo comune e, dall’altro, al permanere dell’esclusione dell’istruzione superiore tra le competenze dell’Unione”. Per Treellle “il costo della ‘non-Europa’ in campo universitario (e della ricerca) rischia di essere elevatissimo, vista la competizione internazionale sempre piu’ severa. E proprio da questa valutazione nasce la proposta dell’associazione di “innalzare l’istruzione superiore a competenza condivisa nei trattati tra Ue e Paesi membri”.
Disordini a La Sapienza tra studenti e forze dell’ordine
“Sono sempre disponibile al confronto, come ho dimostrato anche oggi chiedendo al gruppo di ricercatori e studenti presenti al convegno organizzato dall’associazione Treellle di intervenire per spiegare i motivi della loro contestazione. Ma aggiungo che non e’ mai con la violenza o con i tentativi di sopraffazione che si difende il diritto allo studio o che si possono presentare proposte per cambiare l’Universita’”. E’ quanto dichiara il ministro dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca, Valeria Fedeli dopo i disordini alla Sapienza. “L’ho gia’ detto il giorno in cui ho presentato alle Camere le linee programmatiche del Ministero che ho l’onore di rappresentare, lo ripeto oggi: parlare con tutti coloro che vivono e rappresentano il mondo della scuola, dell’universita’ e della ricerca e’ e sara’ il cuore del mio metodo di lavoro. Ascoltero’, dialoghero’, cerchero’ soluzioni il piu’ possibile condivise per provare a risolvere con gradualita’ le condizioni vissute come ingiustizia da parte di tante e tanti che ritengono di non vedere rispettati i propri diritti e per completare, senza tradirne l’impianto, le riforme avviate, lavorando per attuare e, se necessario, migliorare. Ma, sottolineo ancora oggi, il dialogo richiede rispetto reciproco, non e’ possibile nessuna apertura di fronte a chi ricorre alla violenza o alle intimidazioni”. Il ministro, saputo che alcuni agenti sono rimasti feriti nel corso dei tafferugli, ha espresso solidarieta’ alle forze dell’ordine.