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La mamma è sempre la mamma!

L’importanza della figura materna nella vita e nello sviluppo del bambino

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mammaROMA – Numerosi sono gli psicoanalisti che sottolineano l’importanza della figura materna nella vita e nello sviluppo del bambino, come numerosi sono i poeti che hanno dedicato una parte della propria arte a questa figura di riferimento.

La madre si sa, è l’origine di tutto, generatrice di vita, esperienza primaria per il bambino che fa il suo ingresso nel mondo.

Madri, che lo si voglia o no, si nasce, lo si vede in ogni bambina che si prende cura del suo bambolotto, nello sguardo di una giovane donna che osserva teneramente un neonato; dal momento in cui una donna viene animata dal desiderio di maternità iniziano a muoversi tutta una serie di immagini che attraversano sogni, pensieri, emozioni e reazioni corporee.

L’essenza dell’esperienza del bambino si trova proprio nella dipendenza dalle cure materne che forniscono un ambiente che sostiene e contiene. Winnicott, pediatra e psicoanalista scrive che la madre, grazie alla “preoccupazione materna primaria”, capisce quando il piccolo deve essere preso in braccio o messo giù, lasciato stare o girato; sa che l’esperienza essenziale è la più semplice di tutte, quella basata sul contatto senza azione, in cui ci si può sentire una cosa sola tra due persone che sono effettivamente due non una e ciò diviene, gradualmente, per il bambino, l’esperienza del sé ( D.Winnicott, 1966).

Già prima della nascita la madre ha l’importante compito di creare un ambiente favorevole per il nascituro e ciò viene facilitato se riesce ad attingere a tutti gli elementi positivi della propria esperienza e capacità istintive di base e se riesce ad usufruire in pieno dell’ambiente affettivo e familiare nel quale è inserita.

Lo speciale legame madre-figlio quindi si crea fin dal principio, per evolversi e consolidarsi nella periodo gestazionale, nell’allattamento, fino ad arrivare gradualmente al processo di separazione-individuazione nel quale la strutturazione del senso d’identità del bambino permette la separazione dalla dimensione psichica simbiotica con la madre, avviando il processo di autonomia.

Lo psichiatra e psicoanalista P.C. Racamier ha coniato il termine maternalità per esprimere  l’insieme dei processi psicoaffettivi che si sviluppano e si integrano nella donna durante la sua maternità. La maternalità nasce con il desiderio, realizzato o meno, di un figlio, prosegue durante la gravidanza e dopo il parto, si attenua e svanisce quando si arriva alla separazione tra madre e figlio, quella separazione psichica che può avvenire al compimento del primo anno di vita, ma che può avere anche tempi diversi (C.B. Amselek, 2005).

Inoltre, non va dimenticato che l’essere madre è una tappa importante della femminilità che accompagna una donna ad una nuova vita, ad un’esperienza di passaggio nella quale si smette di essere figlie e si diventa madri dei propri figli, solo così potrà accogliere il bambino reale al quale donerà anima e corpo per lungo, lunghissimo tempo.

A questa figura genitoriale indispensabile e fondamentale viene dedicata, in gran parte del mondo, una giornata speciale, “La festa della Mamma” che ha origine in America, inizialmente, per celebrare il lutto delle madri che avevano perso i loro figli in guerra, ma che nel tempo si è trasformata in una giornata per ringraziarle di tutto ciò che fanno e per l’amore  che donano incondizionatamente.

Dunque… Auguri a tutte le mamme! Con uno speciale ritratto di ciò che può rappresentare la figura materna nella bella poesia di Edmondo De Amicis:

La Madre

Vi è un nome soave in tutte le
lingue, venerato fra tutte le genti.
Il primo a che suona sul labbro
del bambino con lo svegliarsi
della coscienza. L’ultimo che mormora
il giovinetto in faccia alla morte;
un nome che l’uomo maturo e il vecchio
invocano ancora, con tenerezza
di fanciulli, nelle ore solenni della vita,
anche molti anni dopo che non è più
sulla terra chi lo portava; un nome
che pare abbia in sé una virtù misteriosa
di ricondurre al bene. Di consolare e
di proteggere. Un nome con cui si dice
quanto c’è di più dolce. Di più forte.
Di più sacro all’anima umana.
La madre.

Edmondo De Amicis

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2017-05-08T12:53:50+02:00