ROMA – Un attacco ambientalista ai danni del simbolo di Copenaghen: la statua della Sirenetta ricoperta di rosso, come il sangue della mattanza delle balane che ogni anno si consuma nelle acque del nord dell’Atlantico.
Il messaggio lasciato dal gruppo parla chiaro: “Danimarca, difendi le balene delle Isole Faroe”.
Durante i mesi estivi, gli isolani delle Faroe possono condurre le balene pilota nelle acque poco profonde, dove vengono pugnalate a morte.
La carne e il burro di balena vengono poi condivise nella macellazione non commerciale, una pratica che risale alla fine del XVI secolo.
Le autorità delle Faroe hanno spiegato che la popolazione delle balene pilota nell’Atlantico settentrionale è abbondante, e conta oltre 778.000 esemplari, di cui circa 100.000 intorno alle Isole Faroe.
Gli isolani cacciano e uccidono in media 800 balene pilota ogni anno.
La statua della Sirenetta
La Sirenetta è stata creata dallo scultore danese Edvard Eriksen in omaggio al narratore danese Hans Christian Andersen.
Dal 1913 saluta e accoglie le navi seduta su una roccia all’ingresso del porto di Copenaghen.
La statua della Sirenetta è stata bersaglio di atti vandalici in più di un’occasione.
Fu “decapitata” nel 1964 da alcuni artisti del movimento situazionista, che rubarano la testa, ancora oggi ufficialmente disepersa e sostituita con una copia.
Sorte differente per il braccio destro, trafugatao nel 1984 e riconsegnato pochi giorni dopo.
A causa di diversi tentativi di rubare parti del corpo, la statua originale è stata sostituita con una nuova sirenetta, costituita da un unico blocco metallico.
Non si contano le volte in cui la statua è stata riocperta di vernice e imbrattata.