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“AAAAA che fare? Accumoli, Acquasanta, Amandola, Amatrice, Arquata: voci dei ragazzi dei paesi del terremoto”

I temi degli studenti diventano un libro

ACQUASANTA TERME – “Io ho paura, come hanno paura i miei genitori, che questi paesi rimarranno solo un ricordo. … Adesso mi sembra tutto molto difficile: finire la scuola secondaria poi andare alle superiori, ma ci sono i miei genitori che mi consigliano e questa è la forza che mi fa andare avanti. Il terremoto non ha fatto solo macerie fuori ma ognuno di noi ha le macerie dentro”.

Dionisio Piccioni ha 13 anni, ha frequentato la III A dell’istituto comprensivo Tronto-Valfluvione di Acquasanta Terme (Ap) e le sue macerie, un misto di rabbia, paura, dolore e tante immagini da rinominare, ha provato ad accatastarle in un punto preciso della memoria e a riversarle in un racconto che si è fatto largo tra 60 elaborati e che, insieme ad altri 15 testi, è stato pubblicato in una antologia da Fazi Editore. Cinque “A” maiuscole in copertina per un unico, grande cratere. Un colore diverso per ogni lettera, acceso come gli anni degli autori.

Si intitola “AAAAA che fare? Accumoli, Acquasanta, Amandola, Amatrice, Arquata: voci dei ragazzi dei paesi del terremoto” il libro in cui Elido Fazi (originario di Quintodecimo, frazione di Acquasanta Terme) e la sua casa editrice hanno raccolto i testi più belli arrivati dal primo Concorso letterario “Ho 14 anni ma il tempo passa: immaginare il futuro al tempo del terremoto”, indetto nell’autunno scorso in collaborazione con il Comune di Acquasanta, l’Ufficio scolastico, la Dirigente scolastica Patrizia Palanca e l’Ufficio scolastico regionale per le Marche – Miur Ascoli Piceno.

Questo pomeriggio, in un evento organizzato nel comune termale, la cerimonia conclusiva del concorso con la presentazione dell’antologia e dei ragazzi vincitori (premiati con la pubblicazione) i cui nomi spiccano in copertina, a fianco al titolo del libro: Damiano Amici, Francisco Barra, Matteo Camacci, Andrea Collese, Adriano Cruciani, Marco D’Ottavi, Sofia Di Vittori, Riccardo Grifoni, Silvia Guerrini, Davide Lauri, Jacopo Marinangeli, Francesca Marincioni, Beatrice Paci, Dionisio Piccioni, Anita Settimi e Mauro Tripolini. “Dedicato agli studenti delle scuole medie e superiori dei comuni dell’Italia centrale, colpiti dal terremoto dell’agosto 2016 – spiega Elido Fazi – il concorso è nato con l’idea di dare voce ai ragazzi perché potessero ‘elaborare’ la forte esperienza vissuta con il terremoto e, attraverso alcune chiavi di lettura proposte, immaginare anche il proprio futuro”.

Il progetto era stato annunciato a novembre, durante l’inaugurazione della nuova scuola antisismica, alla presenza del ministro Stefania Giannini. “All’iniziativa – racconta l’editore – hanno partecipato diverse scuole del ‘cratere’, inviando testi e poesie che hanno colpito e commosso la nostra giuria. L’anno scorso, dopo il terremoto, avevamo preso contatti con l’assessore alla Cultura del comune per concordare cose da fare insieme. Prima abbiamo organizzato una lettura di poesie per i ragazzi e poi è venuta fuori l’idea di un concorso che raccogliesse i temi degli studenti sul passare del tempo, sul prima e sul dopo terremoto. Con la giuria abbiamo selezionato un certo numero di elaborati e ci abbiamo fatto un libro. I temi sono molto belli, ce ne sono alcuni che mi hanno colpito molto. Sono testi che raccontano l’esperienza e sono esperienze terribili. E’ stata una bella iniziativa e poi per me, che faccio l’editore, la lettura e la cultura, sono al primo posto”.

“Questa importante raccolta di voci di alcuni alunni che seguitano a vivere dopo la catastrofe del 24 agosto ‘sulla terra che trema’ – racconta il dirigente scolastico Patrizia Palanca – mette in luce in modo suggestivo un ventaglio complesso e ricco di colori truci, a volte cupi. È centrata sulle figure di bambini e adolescenti che hanno al loro interno da un lato una sensibilità straordinaria nel riuscire a vivere e a elaborare più dell’adulto le esperienze, qualche volta veramente tragiche. Dall’altro, è l’occasione per scoprire quanto possano insegnare agli adulti. La protagonista è un pezzo dell’Italia dei piccoli e dei giovani: quella ferita, spezzata in due dalle scosse del terremoto che ha ingoiato case, scuole, persone e rubato la loro adolescenza e infanzia. È raccontata in modo drammatico, ma reale, da piccoli scrittori che riescono a portare avanti con dignità una grande missione: farsi ambasciatori di un ambiente che non deve essere più sfruttato in modo miope ed egoistico, ma custodito con rispetto ed equilibrio. L’orizzonte di sofferenza vissuto e descritto da loro si apre così alla speranza”.

“L’evento di oggi – è stato ribadito durante la cerimonia – vuole essere anche un momento di riflessione attiva sul futuro, con l’idea della cultura come base di ripartenza per i territori della zone colpite dal sisma”. Quella presentata nel pomeriggio è un’edizione speciale del libro, fuori commercio, in formato elettronico, scaricabile gratuitamente da oggi dal sito www.fazieditore.it e dalle varie piattaforme ebook a partire dal 14 giugno. “E’ stato un progetto importante per noi – ha commentato la dirigente scolastica -, prima di tutto perché ha dato voce alle emozioni e agli stati d’animo di questi ragazzi e poi perché da questi racconti arrivano insegnamenti agli adulti sul modo di vivere l’angoscia e la paura e di mettere in essere atteggiamenti legati alla resilienza. Un monito per tutti, per spiegare come al tempo del terremoto, in scenari spettrali e catastrofici si riesca comunque ad andare avanti, a ricominciare ogni volta daccapo. Anche se la terra continua a ballare, i ragazzi si dimostrano più coraggiosi e più pronti di qualsiasi altra persona. E questa non è solo l’incoscienza legata alla giovane età, ma è la consapevolezza che, comunque, insieme a tante manifestazioni di solidarietà, con la vicinanza si possono davvero superare momenti come questi, che a qualcuno sembrano insostenibili”.

Coraggiosi come Francesca, prima liceo, che ad Amatrice ha perso nonni e genitori. Il suo racconto apre l’antologia e queste righe concludono il suo testo: “Ridevo e piangevo da sola, pensavo e riflettevo da sola, ricordavo e immaginavo da sola. Ero sola… Dopo aver vissuto questa enorme sofferenza, sarò in grado di provare dolore di nuovo, o il dolore avrà perso qualsiasi senso logico per me? Se ci sarà un dolore più grande di questo, io ho già imparato tanto”.

(www.redattoresociale.it)

2017-06-08T14:19:16+02:00