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Maradona a Napoli “fa” 43. In 10 punti il racconto di una leggenda

Diregiovani incontra Raffaele Nappi giornalista e autore di “Maradona Il pibe de oro”

4 Luglio 2017

Maradona a NapoliNAPOLI – Maradona a Napoli “fa” 43. Si intitola semplicemente “Maradona Il pibe de oro” il libro che il giornalista e scrittore Raffaele Nappi dedica alla più grande leggenda vivente del calcio. Un volume che, in soli dieci punti, racconta la vita del campione e dell’amore smisurato nei suoi confronti di un’intera città. Il volume è edito da Giulio Perrone editore.

Maradona a Napoli, storia di un amore

Lo sguardo di Raffaele Nappi sul campione e sull’uomo Diego Armando Maradona è uno di quelli filtrati dalla tradizione orale arricchito dalla memoria tecnologica di YouTube. “Quando l’editore mi ha affidato il compito di scrivere questo libro – spiega Nappi a Diregiovani – ho cercato di riscoprire il mito di Maradona per me che sono un ragazzo del 1990. Mi sono perso, quindi, tutti gli anni più belli “maradoniani” a Napoli. “Un tragico, beffardo scherzo del destino”. Nel mio viaggio ho cercato di riscoprire gli aneddoti, gli episodi, i rapporti più belli tra il giocatore più forte del mondo e la città che lo ha adottato per sette anni”. Un compito non facile visto che del rapporto tra “l’asso” e la città all’ombra del Vesuvio si è scritto e parlato tanto.

Maradona è un Dio a due facce

Quello dell’autore è però, vista la sua giovane età, uno sguardo nuovo, tipico del ricercatore scientifico, dell’antropologo. Interviste a gente comune, lettura dei giornali dell’epoca e ore e ore di video. Un lavoro certosino per riportare alla luce una storia d’amore che sembra non aver mai fine. “Maradona è un Dio a due facce”, confessa l’autore. I dieci punti del libro toccano altrettanti punti salienti della vita del Pibe de oro. Dall’ “Infanzia e giovinezza a Villa Fiorito” a “Il ritorno del re”. In mezzo c’è Napoli con i suoi scudetti, le sue vittorie internazionali ma anche la caduta del “dio”, la droga, i ricoveri ‘forzati’, la rinascita.

Maradona a Napoli “fa” 43

“Diego ha arricchito i napoletani già prima della sua venuta in città”. Incomincia così il racconto di uno degli aneddoti più divertenti, contenuti nel libro, che legano Maradona alla città di Napoli. “Sono da poco passate le venti quando al vico Lungo del Gelso esplode un urlo di gioia. Dalla strada si leva un applauso sempre più fragoroso, mescolato a canti, benedizioni e ringraziamenti vari. Stanotte si fa festa. ‘Maradona è l’unione di 42+1, racconta Ciro Riemma, 42 anni, tipografo partenopeo che si è recentemente impegnato a rivisitare la classica Smorfia in versione aggiornata: 42 come il giocatore di calcio, 1 come Dio”. Ecco questa è la Napoli di Maradona. Quella che in “poche settimane di giugno – siamo nell’84 – 110 neonati sono stati iscritti negli uffici dell’anagrafe comunale con i nomi Diego e Armando: non era mai successo prima”.

Maradona cittadino di Napoli

La prima volta di Diego Armando Maradona a Napoli, allo Stadio San Paolo, risale al 1984. Precisamente il 5 luglio

Maradona a Napoli

Collane: Fuori Classe, Le nuove onde
2017
pp. 108
ISBN: 978-88-6004-445-7

alle ore 16 e 30. “Napoli ha finalmente il suo re”, scrive Nappi nel suo racconto. Domani 5 luglio 2017, in piazza del Plebiscito, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, consegnerà al ‘Pibe de oro’ la cittadinanza onoraria e la città avrà nuovamente un re. I napoletani sono stati gli unici al mondo, più degli stessi argentini, a sostenere Diego Maradona anche nei suoi momenti più bui. Napoli è una città che ha bisogno di miti, li coccola, li ama, li vizia e (troppo) spesso li allontana. Ma le sue braccia sono sempre aperte perché non dimentica.

Maradona, il ritorno a casa

“Fare un paragone tra Saviano e Maradona”, ad esempio, “è difficilissimo. L’unica cosa che posso dire è che in tutto il mondo la nostalgia è un modo per guardare al passato, per fare film, scrivere libri. A Napoli, e per i napoletani, la nostalgia diventa, invece, un strumento per guardare al futuro, un mezzo per andare avanti. Saviano e Maradona hanno abbandonato Napoli, sono distanti ormai dalla città e forse loro riescono a capire meglio i napoletani proprio perché sono lontani”. Domani, 5 luglio 2017, conclude Nappi, “è un modo per chiudere in maniera idilliaca questo rapporto tra la città e quello che è stato il suo simbolo in tutto il mondo”.

2017-07-04T15:44:44+02:00