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In classe tutti maschi? Allora scatta lo stereotipo facile

Nella scuola bolognese la ‘guerra dei sessi’ si chiude con un armistizio

22 Novembre 2017

BOLOGNA – Cultura tecnica. ‘Roba da maschi’, si direbbe. E, in effetti, guardando le classi degli istituti tecnici dell’area metropolitana di Bologna, dove spesso c’è una prevalenza di ragazzi, il luogo comune pare trovare conferma. Eppure, nella scuola bolognese la ‘guerra dei sessi’ si chiude con un armistizio.

Lo dimostra il Festival della cultura tecnica, che torna a sfidare gli studenti sulle differenze di genere, su stereotipi e luoghi comuni che fanno fatica a scomparire, anche tra le giovani generazioni. Soprattutto se ragazzi e ragazze hanno poche occasioni per lavorare insieme e confrontarsi. Lo hanno scoperto gli studenti della quinta F dell’Iis Majorana di San Lazzaro proponendo ai loro compagni di scuola un questionario anonimo, suddiviso per argomenti (cinque: politica, lavoro, relazioni familiari, sfera sessuale e donne al volante) con domande che diventavano via via più specifiche e toccavano argomenti anche delicati.

Ebbene, la ricerca evidenzia come nelle classi degli indirizzi tecnici, dove c’è una prevalenza di maschi, si crei una sorta di ‘effetto caserma’ e i pregiudizi siano più diffusi (è così per il 25,9% dei ragazzi), mentre nelle classi del Liceo delle scienze umane, dove maschi e femmine sono presenti in maniera più o meno pari, non ce n’è quasi traccia.

Quello che colpisce, è che quando si va ad indagare la sfera sessuale con una domanda sulla gravità della violenza, spesso sia i ragazzi che le ragazze rispondono che la vittima “a volte se l’è cercata”. Quello degli studenti del Majorana è solo uno degli 11 progetti realizzati lo scorso anno dalle scuole bolognesi e presentati oggi al Mast in occasione di “Un anno dopo… Sono (ancora) cose da maschi?”.
Ogni classe e ogni scuola ha proposto un’idea diversa per sconfiggere gli stereotipi.

Ci sono le ragazze dell’Istituto di istruzione superiore Caduti della Direttissima di Castiglione dei Peopoli che hanno aperto un blog (sono in 12 a gestirlo) dove si parla di luoghi comuni, differenze di genere, anche di bullismo. E ci sono gli studenti del Cefal di Bologna che hanno prodotto un video ‘a parti invertite’, dove le ragazze stanno al tornio e i loro compagni di classe fanno la manicure, a dimostrazione che “tutti possono fare tutto”.

Alcune scuole hanno cercato, invece, di coinvolgere gli alunni delle medie, come l’Istituto Aldini-Valeriani dove i ragazzi della seconda A hanno fatto da tutor alle studentesse delle Fioravanti-Testoni in un laboratorio di torneria per dimostrare che la formazione tecnica non è solo ‘roba da maschi’. Al Malpighi di Crevalcore ci sono stati anche momenti di scontro tra ‘maschi’ e ‘femmine’ nell’avvio del progetto, perchè non è stato facile superare i rispettivi pregiudizi, tanto che gli studenti sono stati affiancati da due psicologhe del servizio Giovani del consultorio. In alcuni casi, sono state le aziende ad affiancare i ragazzi della costruzione dei progetti. Come la Nobili di Molinella, dove i lavoratori si sono concessi alle interviste degli studenti sui luoghi comuni in fabbrica.

All’Istituto Montessori-da Vinci di Porretta, nel Comune di Alto Reno Terme, le classi si sono interrogate su come le differenze di genere e gli stereotipi influenzino la scelta delle facoltà, hanno parlato con i dipendenti della Metalcastello, ma anche approfondito una storia di violenza e riscatto come quella della pittrice romana del ‘600, Artemisia Gentileschi. Un’altra storia, quella di Franca Viola, la prima donna in Italia ad essersi opposta negli anni ’60 al matrimonio riparatore, è al centro del video degli elettrotecnici dell’Iis Bruno di Budrio.

“Vi auguro di vivere le vostre vite distinguendo tra due tipi di potere: il dominio che si afferma con la forza e quello che viene dalla capacità di fare, un insegnamento che ci viene dalle donne”, è il monito del sindaco di Bologna, Virginio Merola ai ragazzi coinvolti nei progetti contro gli stereotipi e ospiti oggi del Mast. “Ci vuole molta più forza ad essere non violenti. Cominciate voi a dare l’esempio”, li sprona Merola.

“Occupatevi di più delle relazioni umane”, è l’invito di Donatella Bellini, presidente del comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di commercio. “Nella vita ho incontrato la discriminazione sul lavoro, poi ho capito che le donne devono avere un atteggiamento più sicuro e far valere le loro capacità“, è il consiglio dell’imprenditrice.

“Alcuni dati emersi dalle ricerche degli studenti mi fanno preoccupare- ammette Daniele Ruscigno, consigliere delegato alla scuola della Città metropolitana- anche tra i ragazzi c’è chi ancora ritiene che chi subisce una violenza in fondo se la sia cercata. Ma non dobbiamo pensare che le cose accadono sempre agli altri, perchè anche nelle nostre comunità c’è il seme della violenza e non possiamo girarci dall’altra parte”.

Gli studenti protagonisti della giornata di oggi sembrano pronti a raccogliere la sfida. “Sono colpita dalla maturità con cui sono stati affrontati queti temi dai ragazzi”, ammette Elisabetta Scalambra, consigliera delegata allo Sviluppo sociale e alle Pari opportunità della Città metropolitana. “La nostra è una Regione attenta che investe tantissimo su queste tematiche, dandoci la possibilità di creare progetti ad hoc”, ricorda Scalambra. “Sono cose da maschi” tornerà il prossimo anno, promette Laura Venturi, dirigente dell’area Sviluppo sociale della Città metropolitana, e coinvolgerà ancora di più le scuole secondarie di primo grado.

2017-11-22T12:39:46+01:00