BOLOGNA – Due giorni interi di lavoro, nell’ottica della partecipazione attiva e della trasversalità. Sono questi gli ingredienti delle attività organizzate dal Liceo Minghetti di Bologna in occasione del giorno della memoria.
L’anno scorso c’era stata un’assemblea d’istituto poco partecipata e quest’anno i ragazzi del Minghetti si sono riproposti di fare di più e meglio: hanno organizzato un’assemblea paritetica con i propri docenti e, tutti insieme, hanno pianificato ben 18 laboratori.
L’idea è stata quella di affrontare il genocidio delle vittime nazi fasciste attraverso la letteratura, l’arte e qualsiasi forma di riflessione culturale a loro disposizione.
Argomenti complicatissimi: la costruzione del mito e delle mitologie (positive e negative) con esempi dalle opere dei classici fino agli autori contemporanei, il capro espiatorio come tropo politico e filosofico, la performance artistica come strumento per la rappresentazione della violazione e della violenza, l’espressionismo nella musica classica contemporanea, gli autori della diaspora e molto altro.
Ogni studente ha dato una o più preferenze per i laboratori proposti e i docenti si sono impegnati a smistarli in due giornate che hanno visto la partecipazione della totalità degli alunni. Alcuni hanno lavorato in gruppo e hanno presentato le proprie ricerche, altri hanno ricostruito fisicamente una torah nel laboratorio “L’arte contemporanea al servizio della memoria”. Ma anche uno spettacolo teatrale, con la piece scritta e interpretata da Carlo Varotti dal titolo: Una notte del 43 e dintorni.
Impossibile rendere conto di tutte le attività che si sono tenute nel liceo classico bolognese tra il pomeriggio del 26 e la mattina del 27 gennaio, quello che ne emerge è sicuramente un approccio alla memoria molto lontano dalle celebrazioni posticce o dai rituali formali.
Qui i ragazzi hanno scelto di andare in profondità e hanno voluto farlo accompagnati per mano dai propri docenti; un bell’esempio di cooperazione e di come la cultura possa rivelarsi sempre attuale e sempre imprescindibile nel guardare al presente e al futuro.