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Roma – Emozionante, poetico ed elegante, Luca Barbarossa propone Passame er sale al Festival di Sanremo, una ballad in romano che racconta un amore lungo una vita. Alla sua nona partecipazione al Festival, Barbarossa porta una canzone delicata, nella quale gli alti e bassi del rapporto di coppia sono scanditi da piccoli gesti quotidiani e le diverse forme che il sentimento ha assunto negli anni si rivelano attraverso piccole cose. La lingua scelta per questa narrazione – il romano – è la lingua della quotidianità e dell’intimità familiare. In Passame er sale la ricerca sonora esce dai confini della canzone dialettale ispirandosi ad atmosfere cinematografiche e alla migliore canzone d’autore internazionale: L. Cohen, T. Waits, J. Cash. Il calore e il colore musicali sono quelli latini, suoni acustici e morbidi che non tradiscono mai la radice italiana da cui provengono.
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Una canzone la cui poeticità si è già fatta notare dagli organizzatori del Premio Lunezia, che hanno riconosciuto Passame er sale come migliore testo della sessantottesima edizione del Festival di Sanremo “per quell’artistico senso di riscatto nei confronti della Canzone Romana, densa di gloria e di seminali personalità, che per la prima volta ottiene pregio e considerazione al Festival di Sanremo” come spiega Dario Salvatori, membro della commissione Lunezia. Il 9 febbraio 2018, in concomitanza con la partecipazione al Festival, esce per Margutta ‘86/Sony Music Entertainment l’album di inediti Roma è de tutti. Nell’intero progetto discografico Luca Barbarossa utilizza la lingua parlata per le strade della Capitale per narrare storie di quartiere e per questo universali. Qui il romano è soprattutto la lingua dell’intimità familiare e domestica, la lingua dell’anima; un italiano sporcato da accento locale, una parlata e un orizzonte sociale e umano che ritraggono una città che è soprattutto uno stato d’animo.