Cassini
Il 74° convegno del Project Science Group della missione Cassini-Huygens si è svolto al Maxxi di Roma. Nel museo progettato da Zaha Hadid si sono ritrovati project scientist, program manager del Jet propulsion laboratory della NASA, dell’European space agency e dell’Agenzia spaziale italiana, per fare il punto sui principali risultati della “più grande e complessa missione di esplorazione mai fatta del nostro Sistema Solare” come l’ha definita Enrico Flamini italian program manager della missione per Asi.
Le 3 agenzie di Cassini – Enrico Flamini, Chief scientist ASI
E’ una partnership tra Nasa, agenzia spaziale Europea Esa ed Asi, 3 agenzie che hanno lavorato insieme con pari diritti e doveri. Il ruolo dell’Italia è stato un ruolo importante dal punto di vista sia tecnologico che scientifico. Tecnologico perché sia gli strumenti che la grande antenna di telecomunicazione che è il cuore di tutta la parte di comunicazione, sono stati realizzati in Italia.
Senza l’high antenna, l’antenna ad alto guadagno non avremmo potuto trasmettere segnali a terra nel riceverli da Saturno ma neanche il radar e l’esperimento in radio scienza che pure sono stati realizzati insieme tra noi e gli amici del Jpl, non avrebbero potuto funzionare.
L’antenna era il cuore di molte cose così come tutti gli altri strumenti non avrebbero trasmesso a terra. Poi abbiamo realizzato il primo spettrometro immagine che a volte si chiama iperspettrale mai realizzata e mai volato su una missione spazio profondo, ultra miniaturizzato per l’epoca.
Sulla sonda Huygens, che è il contributo che ha dato l’Agenzia spaziale Europea, molta tecnologia era italiana, tutta la parte comunicazione tra Huygens e Cassini, era totalmente italiana tutta la tecnologia del computer di discesa che ha dato il tempo giusto per l’apertura dei paracaduti e tutto il resto ed era italiano soprattutto lo strumento che ha misurato i parametri fondamentali dell’atmosfera di Titano, ovvero pressione, temperatura, densità.
Una missione che ha coinvolto più di 5 generazione di scienziati, 20 anni di volo e 10 di preparazione e costruzione, questi sono solo alcuni dei numeri impressionanti che raccontano una missione iniziata il 15 ottobre del 1997 da Cape Canaveral.
La Storia di Cassini – Roberto Battiston – Presidente Agenzia Spaziale Italiana (ASI)
Cassini è una delle missioni più straordinarie che sono mai state realizzate, è dedicata all’esplorazione del sistema solare, si è estesa per circa vent’anni in volo e più di 10 anni di preparazione costruzione.
Di fatto si può dire che ha coinvolto 5 generazioni di scienziati alcuni di coloro che stanno analizzando i dati di Cassini oggi, non erano nemmeno nati quando Cassini era partito per dare un’idea di quanto questa missione ha delle caratteristiche straordinarie.
Dal punto di vista scientifico è la missione che ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era posti e forse qualcuno in più. Ha girovagato fra i pianeti puntando ai pianeti giganti gassosi, alle lune di Saturno accendendosi e spegnendosi il momento opportuno, depositando su Titano la sonda Huygens che ha permesso di osservare questo pianeta che è formato da un’atmosfera e dà dei mari che sembrano simili a quelli terrestri ma sono fatti di metano e non di ossigeno e quindi hanno un comportamento completamente diverso.
Letteralmente siamo sbarcati su un altro mondo con caratteristiche molto diverse dal nostro e poi questo studio dettagliatissimo di Saturno e i suoi anelli.
Tutti questi giri che Cassini ha fatto intorno a Saturno negli ultimi mesi della sua missione, li ha fatti non per caso, li ha fatti perché in questo modo studiando con grande precisione le orbite e le modifiche orbitali indotte dai punti diversi del sistema di Cassini dei suoi anelli dei suoi pianeti e passava si possono dedurre delle caratteristiche su come è fatto questo gigante gassoso al suo interno.
Il convegno viene convocato tre volte l’anno questa volta ad ospitarlo è stata l’Italia visto il ruolo cruciale che ha avuto nella buona riuscita della missione. Ruolo rimarcato anche da Charles Elachi il direttore del GPL della NASA che ha dichiarato: “direi che la cosa più spettacolare è stata scoprire che Titano, un grande satellite di Saturno, ha fiumi e laghi molto simili a quelli che vediamo sulla Terra. La differenza è che sono formati da idrocarburi invece che da acqua. Questa scoperta è stata possibile grazie allo strumento radar che è stato costruito da ASI che ha giocato un ruolo fondamentale in seno al JPL della Nasa”.
Non ci poteva essere location migliore del museo Maxxi, dove dal 2 dicembre 2017 viene ospitata la mostra “Gravity – immaginare l’universo dopo Einstein”, organizzata da Maxxi, ASI e INFN.
Cassini e la mostra Gravity – Roberto Battiston – Presidente Agenzia Spaziale Italiana (ASI)
Siamo al Maxxi, in questo meraviglioso museo di arte moderna che ha ospitato in questi mesi una mostra straordinaria in cui gli scienziati hanno imparato a raccontare l’arte e gli artisti si sono impegnati a raccontare la scienza.
Gravity è il titolo di questa mostra. Gravity, la gravità di Einstein alla gravità della teoria della relatività generale 100 anni dopo suo concepimento dopo la scoperta clamorosa delle onde gravitazionali che stanno veramente cambiando il nostro modo di guardare l’universo.
Enrico Flamini – Chief scientist ASI
La mostra è andata benissimo e continua ad andare benissimo, ha moltissimi visitatori. Apprezzano tutti il fatto che questo connubio in effetti è una cosa naturale, arte e scienza non sono antitetiche non sono in antagonismo, sono uno il completamento dell’altra e una la visione dell’altra la visione della scienza e la visione della comprensione, la visione dell’arte e la visione del nuovo, dell’incognito che a volte la scienza siega e a volte no e le due cose vanno di pari passo.
D’altra parte molti scienziati hanno avuto vene artistiche, soprattutto in musica, non solo Einstein ma anche ma anche altri scienziati sono stati musicisti e lo sono tutt’ora molti di essi, quindi arte e scienza sono due aspetti contigui del genio dell’uomo e insieme devono essere trattati.