ROMA – Seguire la propria passione rende felici. A dirlo sono due giornalisti e uno scrittore che hanno preso parte all’incontro “Raccontare il bello: giornalismo e letteratura a confronto”, organizzato dall’agenzia Dire nell’ambito di ‘Libri Come’, la festa del libro e della lettura, in corso all’Auditorium Parco della Musica.
Presenti tra il pubblico più di 50 studenti delle scuole che hanno ascoltato con attenzione gli interventi dello scrittore Paolo Di Paolo e dei giornalisti Chiara Cazzaniga ed Emilio Casalini.
A moderare l’incontro Nicola Perrone, direttore della Dire.
Si è parlato di felicità partendo dalla riflessione che inseguire i propri sogni, e la passione che anima il proprio mestiere, rende felici ma anche da quello che significa felicità per i ragazzi. Gli studenti infatti hanno scritto e letto alcuni dei loro pensieri esprimendo sostanzialmente quanto sia necessario dare spazio alle piccole cose, “al sorriso degli altri e ad accettare le disuguaglianze” per raggiungere la felicità.
Spazio anche alle domande dei ragazzi che hanno chiesto ai relatori quale sia la differenza tra il racconto narrativo e quello giornalistico.
Paolo di Paolo ha sottolineato quanto sia importante che il giornalismo arrivi nei luoghi dove “il racconto non e’ ancora arrivato” perchè “raccontare uno spazio poco raccontato” può aiutare a ricreare quell'”alleanza con il lettore per convincerlo che usare la long form, la forma lunga, può essere l’unica soluzione per sanare e raccogliere i tanti pezzi di racconto che oggi sono spesso frammentato”.
Chiara Cazzaniga, giornalista televisiva, è intervenuta sull’importanza che oggi viene data al racconto per immagini: “Quando ho iniziato a fare televisione la prima cosa che mi e’ stata insegnata e’ che la televisione e’ immagine. Devo avere un’immagine per raccontare quello che voglio”.
Cazzaniga ha poi raccontato il suo momento di felicità, quando grazie alla sua intervista al supertestimone dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il tribunale di Perugia ha assoluto l’unico indagato che era appunto innocente.
“Abbiamo bisogno di narratori, di creatori di bellezza anche per rendere migliore i posti in cui viviamo”, ha detto Emilio Casalini. “Oggi abbiamo il privilegio di scegliere secondo le proprie passioni – ha aggiunto – costa coraggio e sacrificio ma funziona solo chi ci mette la passione e questo ti rende felice. Per questo Dobbiamo continuamente metterci in gioco”.
E sul binomio giornalista-scrittore Paolo di Paolo ha concluso: “Alcuni giornalisti insistono troppo su questo binomio. Lo scrittore ha più libertà in un certo senso può spingere l’immaginazione fin dove vuole, il giornalista è legato alla verità e alle fonti. Il giornalista può usare strumenti letterari ma sta raccontato un fatto non sta scrivendo un romanzo”.
E su questo anche Cazzaniga ha commentato: “L’uso dell’io nel giornalismo è una cosa che non sopporto, l’io non esiste. Non sono io giornalista il protagonista ma è la storia, la notizia ad esserlo”.