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#PalermoChiamaItalia, la Guernica al rovescio degli studenti

PALERMO – “Il mondo che vorrei… una ‘Guernica’ al rovescio”. È la frase che campeggia su uno dei tanti striscioni realizzati dagli studenti e appesi fuori dall’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, a 26 anni esatti dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. A guardare Palermo, oggi, in effetti l’Italia sembra essersi rovesciata da quel lontano […]

PALERMO – “Il mondo che vorrei… una ‘Guernica’ al rovescio”. È la frase che campeggia su uno dei tanti striscioni realizzati dagli studenti e appesi fuori dall’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, a 26 anni esatti dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. A guardare Palermo, oggi, in effetti l’Italia sembra essersi rovesciata da quel lontano 23 maggio 1992.

Al posto dei mafiosi e del tritolo ad invadere le strade della capitale di Sicilia sono gli studenti della nave della legalita’, sbarcati stamattina al porto di Palermo, e i loro compagni siciliani. I loro colori e sorrisi, le loro giovani guance dipinte. Nessun rumore di bombe, solo l’innocente vocio dei bambini e le forti risate dei ragazzi. Tante le parole che ricorrono nei lenzuoli bianchi dipinti con le dita tra piazza Magione e l’aula bunker, nei villaggi della legalita’ che oggi ridisegnano la geografia di una Palermo che non e’ piu’ capitale della mafia, ma citta’ di rinascita nel segno della legalita’. Una fra tutte: coraggio.

Non conoscevo la storia di Falcone e Borsellino, e’ la mia prima volta qui– racconta a diregiovani.it Jonathan, 17 anni, dell’istituto ‘Benedetto Croce’ di Oristano- Della storia di Falcone e Borsellino mi ha colpito il fatto che hanno avuto un coraggio enorme nel continuare a lottare contro la mafia nonostante sapessero il rischio che correvano. Mi porto a casa un po’ della loro forza di volonta’ e spero di avere il loro stesso coraggio e la loro stessa forza“. Forza. È questa l’altra parola che risuona nelle voci dei ragazzi. Come in quella di Francesco, 16 anni, di San Gavino, in Sardegna, che, avvolto nella bandiera dei quattro mori, ricorda il sacrificio di una sua conterranea, Emanuela Loi, morta nella Strage di via D’Amelio, “una donna forte, una grande donna sarda, morta per un ideale che continuera’ a camminare sulle nostre gambe“.

Oltre a striscioni e magliette, gli studenti dell’iss ‘Rutelli’ di Palermo hanno deciso di ricordare gli attentati in cui persero la vita i giudici con un plastico di cosa e’ diventato oggi Capaci, un parco dedicato alla memoria degli uomini e delle donne della scorta di Falcone e Borsellino: “Oggi commemoriamo la giornata in cui Falcone venne ucciso dalla mafia– ricorda Samuele, 18 anni, studente del ‘Rutelli’- Dal loro sacrificio sappiamo che non tutti sono criminali, ma ci sono persone che hanno la forza e la volonta’ di sacrificare la propria vita per il bene di tutti“. Uomini che sono diventati, nell’immaginario dei ragazzi, “ideali di vita” da seguire tutti i giorni, nel loro percorso scolastico: “Stiamo realizzando uno striscione con il simbolo della nostra scuola, che e’ la quercia, e una mongolfiera che simboleggia gli ideali di Falcone e Borsellino che ci portano verso l’alto- spiega a diregiovani.it Giada, 16 anni, del liceo ‘Ninni Cassara” di Palermo- Credo che bisognerebbe vivere secondo l’insegnamento che ci hanno dato Falcone e Borsellino: compiere il nostro dovere ogni giorno“.

A compiere tutti i giorni questo ‘miracolo del rovesciamento’, facendo il proprio dovere, sono gli insegnanti delle scuole di tutta Italia, ringraziati nel corso della cerimonia all’aula bunker da Maria Falcone, sorella del magistrato e presidente dell’omonima fondazione, e dalla ministra dell’istruzione Valeria Fedeli. Come Giusy Sala, docente di primaria dellla ‘Sciascia’, allo Zen di Palermo, da lei stessa definita “una scuola di frontiera”: “Oggi rappresentiamo questa scuola con grande orgoglio– spiega a diregiovani.it- Da tanti anni operiamo credendo nel cambiamento e nei ragazzi. Insegnare allo Zen e’ una grande esperienza di vita. Io opero in questa scuola da ventiquattro anni, ogni giorno bisogna affrontare tanti problemi, ma iniziando fin dai primi anni di scuola ad impartire le regole ai ragazzi, sappiamo che potremo crescere dei veri uomini“.

Uomini veri, come gli angeli che i suoi studenti hanno creato con i cartoncini colorati, dando loro i volti di Falcone, Borsellino e degli uomini delle scorte, a cui e’ dedicato questo 26esimo anniversario. Uomini veri, che crescono nella consapevolezza che ci si puo’ sporcare le mani solo con la legalita’: “Il messaggio che stiamo scrivendo sullo striscione dove lasceremo le nostre impronte e’: ‘mi sporco le mani soltanto con la legalita’‘- sottolinea a diregiovani.it Francesco, 12 anni, dell’istituto comprensivo di Bisacquino, in provincia di Palermo- Nella nostra scuola, al nostro paese, i nostri compagni stanno recitando ‘Sotto stu cielo di Sicilia’, uno spettacolo teatrale con cui abbiamo approfondito la conoscenza della mafia siciliana e corleonese“. Un impegno, quello per la legalita’, che, grazie a studenti e docenti, continua a vivere dentro e fuori le mura scolastiche, soprattutto nei territori dove le mafie continuano ad inquinare la vita sociale, politica ed economica: “Io vivo in un territorio dove purtroppo e’ presente la mafia– spiega a diregiovani.it Luigi, del liceo classico di San Giovanni in Fiore, in Calabria- È difficile perche’ spesso si viene ignorati, si prova paura, siamo in costante difficolta’, ma penso che uniti potremo fare qualcosa. Semplicemente continuando questo percorso che abbiamo iniziato“.

2018-05-24T13:48:17+02:00