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Il mistero dell’orgasmo femminile: tutte le novità

L’orgasmo è un processo psicofisiologico che si dispiega in quattro fasi (eccitamento, plateau orgasmo e risoluzione); quello femminile è la risposta che segue la fase di eccitazione...

Cos’è l’orgasmo e , soprattutto, cos’è l’orgasmo femminile?

Partiamo dalla definizione scientifica. L’orgasmo è un processo psicofisiologico che si dispiega in quattro fasi (eccitamento, plateau orgasmo e risoluzione); quello femminile è la risposta che segue la fase di eccitazione e, dal punto di vista della fisiologia, è caratterizzato da 3-12 contrazioni ritmiche e involontarie che si susseguono a intervalli di 0,8 secondi e interessano i muscoli perivaginali, perineali e talvolta anche l’utero. Durante questa fase, della durata di 3-15 secondi, aumentano la pressione sanguigna ed il battito cardiaco e vi è un leggero obnubilamento della coscienza, cioè uno stato di temporanea perdita delle capacità intellettuali e sensoriali. Certo è, però, che molti degli aspetti dell’orgasmo femminile restano tuttora poco conosciuti.

Uno degli errori più frequenti riguarda la distinzione tra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo. Il raggiungimento dell’orgasmo avviene attraverso la stimolazione vaginale o clitoridea? Storicamente l’orgasmo clitorideo veniva considerato un orgasmo di tipo inferiore. Gli studi scientifici hanno, invece, ampiamente dimostrato che l’orgasmo è sempre legato alla stimolazione del clitoride. Tale stimolazione può essere diretta o indiretta. L’orgasmo cosiddetto “vaginale” è esso stesso provocato dalla stimolazione del clitoride, che però avviene in maniera indiretta, quando, ad esempio, la posizione tenuta durante il rapporto sessuale favorisce la pressione o lo sfregamento continuo dell’area pubica della donna, oppure quando la penetrazione va a stimolare i bulbi interni del clitoride.

Un altro tra i dubbi più diffusi sull’orgasmo femminile riguarda l’incertezza relativa all’esistenza del punto G. Quest’ultimo prende il nome dal ginecologo tedesco, Ernst Gräfenberg, che lo scoprì nel 1950. Sulla realtà di questa scoperta vi sono sempre stati dubbi. Oggi, Emanuele Jannini, ordinario di endocrinologia e sessuologia medica all’Università di l’Aquila, ne ha documentato la presenza nel 20% delle donne cui è stata fatta l’autopsia, e ha evidenziato con l’ecografia la differenza fra le donne con e senza punto G.

Al di là delle scoperte scientifiche più recenti, però, l’orgasmo femminile resta un fenomeno psicofisiologico complesso. Il raggiungimento del piacere orgasmico è legato a una molteplicità di fattori : presenza o assenza di desiderio; convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo; aspettative erronee o negative riguardo al sesso; paura di lasciarsi andare durante i rapporti sessuali (che non favorisce il rilassamento e lo stato di abbandono necessari per sperimentare l’orgasmo) ; inadeguato rapporto con il partner. Diversi studi dimostrano, infatti, che un’altissima percentuale di donne non riesce a raggiungere sempre l’orgasmo.

Ricordiamo, quindi, un dato fondamentale: il cervello non è soltanto la sede delle centraline che guidano, grazie a una cascata di ormoni, lo svolgimento del rapporto sessuale, ma è il fondamentale artefice delle fantasie che scatenano il desiderio…e non solo! Come scrisse lo psicosessuologo neozelandese John Money, «il più potente organo sessuale sta tra le orecchie».

Lo sapevi che…

Un tempo era il medico a prescrivere gli orgasmi. Poiché gli amplessi di coppia erano spesso insoddisfacenti per “lei”e la masturbazione femminile veniva scoraggiata e condannata, la sessualità delle donne si fece valere attraverso una presunta malattia mentale: l’isteria. Considerata malattia tipicamente femminile, riconducibile a uno “spostamento” dell’utero dalla sua sede originaria, veniva trattata con l’orgasmo, da raggiungere con docce pelviche o stimolazione perpetrata da medici a beneficio delle pazienti. Alla fine del XVII secolo, l’isteria era considerata la malattia più diffusa di tutte, e alla fine del XIX secolo, si diceva che la terapia per curarla rendesse tre quarti del giro d’affari dei medici (finché non furono inventati i vibratori).

Esistono esercizi per aumentare il tono vaginale. Si chiamano esercizi di Kegel, dal nome del ginecologo che li mise a punto negli anni ’50. Consistono nell’esercitare i muscoli pelvici contraendoli come si fa quando è necessario trattenere l’urina. Praticati quotidianamente aumentano il tono del muscolo vaginale e quindi la “performance” di lei e il piacere di lui.

Dubbi e domande…

Lorenza, 26 anni
Chiedevo un’informazione, è da 8 anni che ho rapporti ma non ho mai raggiunto un orgasmo…

Laura
Raggiungo l’orgasmo solo con la masturbazione, durante i rapporti mai. Perché?


Una divertentissima scena sull’invenzione del vibratore dal film “Hysteria” (2011), della regista Tanya Wexler, laureata in psicologia dei generi sessuali…

2021-07-26T09:48:53+02:00