Per i superstiziosi questo venerdì 13 non deve essere un bel giorno.
Se nei paesi anglosassoni i superstiziosi rifuggono la maledizione del venerdì 13 (che ha ispirato anche una fortunata serie di film horror), e in Italia qualcuno guarda con sospetto il 17, nel resto del mondo sono altri i numeri che preoccupano i creduloni, a volte anche per un buon motivo.

Il 13 non gode di una buona fama nel mondo.
La sua posizione peggiora quando è associato al venerdì, perché venerdì è il giorno in cui fu crocifisso Gesù.
Venerdì 13 è il giorno sfortunato nei paesi anglosassoni.
In altri parti del mondo, i giorni sfortunati sono venerdì 17 (Italia), o martedì 13 (Spagna, Grecia e Sud America).
L’associazione numerologica negativa del numero 13 si attribuisce tradizionalmente al numero dei partecipanti nell’Ultima Cena, da cui sarebbe scaturita la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato.
Un’altra teoria vuole, invece, che un venerdì 13 del 1307 Filippo il Bello diede ordine di sterminare i cavalieri templari per impadronirsi delle loro ricchezze.
Nella Cabala il numero viene associato alla morte, al punto che appare nella sinistra carta dei Tarocchi, raffigurante uno scheletro armato di falce, non sempre con valenza infausta, talvolta presagio di cambiamenti.

Il 17 in numeri romani si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI (ho vissuto, quindi “sono morto”); altri sostengono risalga ad una delle più gravi sconfitte dell’esercito: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell’anno 9 d.C.
In quella sfortunata occasione furono annientate tre intere legioni (la XVII, la XVIII e la XIX), episodio che creò un enorme turbamento a Roma e la cui eco rimase a lungo nel mondo romano.
La sfortuna del 17 potrebbe essere di origine biblica: nella Genesi (7,11) è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17esimo giorno del 2º mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè.

Il primo è stato Vladimir Grashnov, l’ex amministratore delegato della società.
Il numero è stato successivamente dato al signore della droga Konstantin Dimitrov, ucciso in Olanda, e successivamente a un suo sodale: il trafficante di droga, Konstantin Dishliev, assassinato nel 2005.

Non in Cina, dove il 7 è spesso sinonimo di abbandono, rabbia o morte (simboleggiata nello stesso paese anche dal numero 4).
Il settimo mese del calendario cinese è il mese dei fantasmi, e corrisponde al ritorno delle anime dei defunti sulla terra.
Ci sono poi alcune superstizioni sul 7 legate agli aerei e rinverdite dalla tragedia dal volo Malaysia Airlines 17: si trattava di un boeing 777, l’incidente è avvenuto il 17/7, il velivolo era stato consegnato alla compagnia aerea nel 1997 ed era dunque in servizio da 17 anni.
La ricorrenza del numero 7 è evidente se si omettono strategicamente gli altri numeri del volo.
A cominciare dalle 298 vittime, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, che vi hanno perso la vita.

E, secondo il quotidiano The Guardian, arrivano a pagare mazzette per toglierlo dalla targa dell’auto o dal numero di telefono.
Perché?
Pare che la superstizione nasca dalla storia di un uomo di Herat che gestiva un racket di prostitute e che veniva soprannominato il “39”, perché scelto questo numero per la sua targa dell’auto e per il civico di casa.

A crearla sarebbe stato Keith Miller, una vecchia gloria del cricket, che aveva individuato in questo numero una serie di disgrazie avvenute sui campi di gioco. Anche se alcune di queste non erano fondate, l’87 da allora si è guadagnato una fama sinistra.

Questo dipende dalla pronuncia in mandarino: “er bai wu” suona come “imbecille”.
Ma 250 è anche un quarto di 1000, misura standard che nell’antica Cina era usata per indicare qualcosa di valore (in monete).
Dunque 250 indicherebbe qualcosa di scarso valore.



E la spiegazione, come racconta il Wall Street Journal, va ricercata in una serie di incidenti aerei avvenuti tra il 1979 e il 2012, alcuni dei quali mortali. In 4 casi l’aereo aveva questa sigla numerica.