ROMA – Molti lo aspettano al varco: “Pensi a cantare e non a fare politica”. Oppure: “Parla di neofascismo? E le sparate neonaziste che fa su Israele?”. Inevitabile.
Quando Roger Waters si muove fa sempre discutere, storicamente. E sta sera sabato 14 luglio, portera’ a Roma, al Circo Massimo, ore 21.30, il suo ‘Us+Them’ tour, carico di accuse nei confronti del suo nemico storico, Donald Trump, ma pure di appelli, in questo caso alle nostre istituzioni, “a rimanere umani”.
Nel concerto di Lucca dell’11 luglio, infatti, aveva chiesto di restare “umani”, mentre i migranti “sono persone come noi, con i nostri stessi diritti e meritano il nostro rispetto, la nostra considerazione”.
Ora arriva a Roma, c’e’ da giurarci che non perdera’ l’occasione per rilanciare il suo appello, probabilmente nel momento del bis, se confermata in scaletta, prima di eseguire Comfortably Numb, da The Wall.
Sui social si sono espressi pareri favorevoli e contrari: questi ultimi hanno espressamente chiesto di non toccare argomenti politici. Difficile, pero’, che ascolti, del resto negli ultimi 50 anni, gia’ da quando era con i Pink Floyd, il ‘Genio creativo’ spesso si e’ sbilanciato su temi di questo tipo: con ‘The Final Cut’, quando critico’ la guerra delle Falkland e l’allora primo ministro britannico Margaret Thatcher; con ‘Animals’, concept album anche questo critico, nei confronti delle condizioni socio-politiche del Regno Unito degli anni settanta.