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Davvero i bambini li porta la cicogna? I ragazzi vogliono sapere di più…

“Ho fatto sesso non protetto, potrei essere incinta?” “Vorrei iniziare a prendere la pillola..” “Ho un’infezione…” Sono tante le domande che arrivano da numerosissimi preadolescenti e adolescenti che scrivono agli esperti della rubrica “Se so è meglio” per risolvere i loro dubbi sulla sessualità. I genitori dovrebbero essere i primi ad essere a conoscenza di […]

“Ho fatto sesso non protetto, potrei essere incinta?”
“Vorrei iniziare a prendere la pillola..”
“Ho un’infezione…”
Sono tante le domande che arrivano da numerosissimi preadolescenti e adolescenti che scrivono agli esperti della rubrica “Se so è meglio” per risolvere i loro dubbi sulla sessualità. I genitori dovrebbero essere i primi ad essere a conoscenza di tali problematiche in ambito sessuale, in realtà sono gli ultimi a saperne qualcosa.

I giovani, preoccupati dalle possibili reazioni di rabbia da parte dei loro genitori, si rivolgono allo sconfinato mondo virtuale di internet e ai coetanei per condividere le loro prime esperienze sessuali e ricevere dei consigli su come affrontarle. Purtroppo, a volte, è una paura fondata in quanto il sesso è ancora un argomento tabù nelle famiglie moderne che non sanno come toccare un tema così delicato come quello dei rapporti intimi.

Vergogna, imbarazzo, paura di essere giudicati…sono tantissime le emozioni che dominano i ragazzi alle prese con le loro prime esperienze sessuali. “Saranno gelosi del mio ragazzo?” , “È la prima volta che presento un ragazzo ai miei genitori, come reagiranno?”, “Apprezzeranno il mio partner?”.
Parlare delle prime esperienze sessuali rappresenta un momento di passaggio importante che implica il primo tentativo di distacco dalla propria famiglia di origine. Parlare in famiglia del proprio rapporto sentimentale comporta un’ammissione a se stessi e ai propri genitori di riconoscere se stessi come una persona unica in grado di scegliere autonomamente in base ai propri gusti e preferenze.

“Ho chiesto a mia madre se ha fatto sesso per farmi nascere e mi ha risposto che non sono domande da fare..”.  Questo ci ha scritto una ragazza di dodici anni che ha provato a condividere con la madre il proprio interrogativo sulla sessualità, ma il suo tentativo cade subito nel vuoto; il genitore infatti, sopraffatto dall’ imbarazzo e dalla paura, può tendere a chiudere il discorso piuttosto che ad aprire una riflessione che potrebbe essere illuminante per i figli. L’ignoto genera ancora più interesse e, se i ragazzi non trovano risposte, sono costretti a rivolgersi altrove per attenuare le loro curiosità.

In questo modo i ragazzi possono sentirsi soli nel momento di passaggio dall’età infantile all’età adulta, periodo in cui avrebbero bisogno di essere ascoltati, capiti e supportati da figure di riferimento adulte che accolgano i loro dubbi e le loro paure senza essere giudicati. Proprio in un’epoca in cui si sono moltiplicati i mezzi di comunicazione e i ragazzi vengono bombardati dai giornali, tv, cinema, internet è ancora più importante che il mondo degli adulti sia presente nel vero senso della parola, pronto ad informare, spiegare, dare un senso a tutti questi messaggi che rendono i giovani confusi e disorientati. Vivere consapevolmente la sessualità significa essere a conoscenza del funzionamento della procreazione, del rischio delle malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze indesiderate.

È difficile accettare che il proprio figlio abbia dei desideri e delle fantasie sessuali perché ciò significherebbe ammettere che non sia più un bambino da accudire ma un ragazzo che ha una vita a sé, separata da quella del genitore. Il genitore non sa assolutamente come comportarsi di fronte al proprio figlio che inizia ad avere una vita sessualmente attiva e ad allontanarsi dal nucleo familiare per diventare un individuo distinto, sempre più autonomo e indipendente. Si tende così a delegare al pediatra, allo psicologo o all’insegnante questo compito così impegnativo che li mette di fronte alle proprie fragilità. Parlando dell’esperienza personale, facendo riaffiorare i ricordi della propria adolescenza, il genitore può provare ad immedesimarsi con ciò che sta vivendo il proprio figlio, sintonizzandosi con le sue parti più intime per farlo sentire in questo modo compreso.

Lo sapevi che…

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, il 36% dei ragazzi ha ricevuto indicazioni sul sesso parlando con gli amici, il 25% non ne ha parlato con nessuno, il 18% le ha trovate in Rete e solo in minima parte da genitori e scuola. Inoltre, i filmati pornografici online sono visti dal 24% degli adolescenti, a partire da età molto precoci, e spesso apprendono le informazioni sul sesso direttamente dai siti internet.

Da una ricerca effettuta a Raleigh nel North Carolina State University da Laura Widman ed altri autori, è emerso un significativo effetto positivo della comunicazione sessuale tra genitori e 25.000 adolescenti sulla diffusione di un comportamento sessuale sicuro. Tale correlazione positiva è risultata più forte tra le ragazze, e in particolare tra gli adolescenti che hanno discusso di argomenti sessuali con le loro madri.
Lo studio sottolinea che sia i maschi che le femmine utilizzavano maggiormente il preservativo, se c’erano stati prima un dialogo e un confronto con i genitori su tale tema.

“I risultati di questo studio confermano che la comunicazione sessuale genitore-adolescente è un fattore protettivo per i giovani, e che mantenere un focus su questa comunicazione è molto importante per i futuri interventi a supporto dei comportamenti sessuali sicuri” concludono gli autori.

Dubbi e domande…

Deb
Le ho detto di essermi fidanzata scrivendo il nome del mio ragazzo…
Federica
Come chiedere a mia madre la pillola? Ho 16 anni…
Neptune
Ho una relazione a distanza e non so come dirlo ai miei genitori…


Nella trasmissione “Crozza nel paese delle meraviglie” la sessuologa Loredana Berdùn spiega come parlare di sesso ai figli…

 

2018-12-11T11:40:54+01:00