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A scuola anch’io, la formazione dei nuovi cittadini

ROMA – C’è la bambina non sta andando a scuola, perché non ha trovato posto nelle classi piene; c’è il giovane analfabeta che non riesce a orientarsi nel nostro sistema formativo; c’è la giovane mamma arrivata da poco, che vuole imparare l’italiano insieme ad altre donne; c’è il padre di famiglia che vuole imparare la […]

ROMA – C’è la bambina non sta andando a scuola, perché non ha trovato posto nelle classi piene; c’è il giovane analfabeta che non riesce a orientarsi nel nostro sistema formativo; c’è la giovane mamma arrivata da poco, che vuole imparare l’italiano insieme ad altre donne; c’è il padre di famiglia che vuole imparare la lingua e orientarsi nella nostra cultura… I nuovi italiani hanno bisogno di istruzione e formazione, e la cercano, ma si trovano davanti ostacoli che rischiano di impedire il diritto allo studio.

La buona notizia è che – a fianco della scuola pubblica – sono fiorite associazioni che sostengono il diritto allo studio dei nuovi cittadini, bambini e adulti. Se ne discuterà durante il convegno: ‘A SCUOLA ANCH’IO. PER LA FORMAZIONE DEI NUOVI CITTADINI’, il 12 ottobre 2018 dalle 9.00 alle 18.00 nell’aula magna dell’Università Roma Tre In Via Principe Amedeo 182, a Roma.

Durante l’incontro, organizzato dall’Università Roma Tre e dalla Rete Scuolemigranti, saranno presentati un docu-film sulle esperienze formative dei migranti e un’indagine su 5.837 adulti iscritti delle scuole di italiano delle associazioni e degli enti di Terzo Settore nel Lazio.

LA RETE SCUOLEMIGRANTI

Scuolemigranti mette in rete 86 scuole gratuite di italiano per adulti, con 135 sedi nel Lazio, dove si iscrivono 12.000 migranti allievi all’anno. Si tratta di una popolazione scolastica molto varia, instabile, che va incentivata con strategie modulate per: mamme casalinghe, analfabeti, rifugiati, lavoratori agricoli, commercianti… Il sito è www.scuolemigranti.org.

IL GAP LINGUISTICO

Nelle scuole del Lazio ci sono 77.109 alunni di origine non italiana, il 9,3% della popolazione scolastica. Un’attenzione particolare meritano i 3.231 alunni stranieri che nel 2015-2016 sono entrati per la prima volta nel scuole: un gruppo numericamente esiguo, che però richiede molte energie da parte dei docenti. L’alunno che non conosce l’italiano subisce un trauma: non può comunicare con i compagni, non capisce gli insegnanti, non può leggere i libri di scuola. Ma il gap linguistico emerge anche nell’alunno nato qui, che a casa parla la lingua dei genitori, con il rischio che si consolidino pericolosi percorsi di espulsione.

LA SCUOLA MATERNA

Mentre la partecipazione dei bambini italiani alla scuola dell’infanzia è quasi totale (96-97%), meno diffusa è quella dei bambini di origine straniera (75%, dato Istat). Anche le famiglie immigrate da più tempo tendono a tenere a casa i figli, privandoli di una importante occasione per accedere alla primaria con maggiore padronanza dell’italiano.

LA SCUOLA DELL’OBBLIGO

L’instabilità economica dei migranti porta non di rado a cambi di alloggio, residenza, scuole e possono verificarsi difficoltà nell’iscrivere l’alunno, soprattutto quando le classi sono ormai definite. Ostacoli anche maggiori nascono per chi si confronta per la prima volta con complicate procedure burocratiche (scadenze, documenti, ecc.). Ancora a gennaio capita a Scuolemigranti di ricevere segnalazioni di bambini stranieri che non sono stati accettati in nessuna scuola.

IL COINVOLGIMENTO DEI GENITORI

Il coinvolgimento dei genitori nel percorso di apprendimento può fare la differenza. Ma quando il genitore non conosce l’italiano, tende a evitare i colloqui con gli insegnanti, i quali restano così privati di interlocutori essenziali per la conoscenza e l’orientamento degli alunni.

L’ADOLESCENZA

I ragazzi di famiglia migrante sono spesso spaventati da un percorso di studi di cinque anni. L’identità incerta propria dell’adolescenza e di chi è a cavallo di due culture, pressioni familiari, scarse conoscenze di cosa offrono le scuole dopo la terza media… tutto ciò rischia di condurre a rinunce precoci. A tutti questi problemi se ne aggiungono molti altri, legati alle storie individuali: il ragazzo 15enne che arriva e scopre di essere costretto a perdere anni di studio; i minori non accompagnati; gli adulti analfabeti; le donne casalinghe… Obiettivo del convegno è individuare e mettere in luce le proposte per superare tutti questi ostacoli al diritto allo studio.

2018-10-04T15:49:53+02:00