MILANO – Una partita per Dodò Gabriele, nel giorno del suo ventesimo compleanno, il 17 ottobre. A Gratosoglio, periferia sud della città di Milano, tra i palazzi popolosi di generazioni figlie di diverse ondate migratorie, il centro sportivo del Milan e il campetto di calcio dell’oratorio Santa Maria Madre della Chiesa, 4 squadre da 7 giocatori l’uno per 4 partite da 20 minuti si sono affrontate tutte indossando la maglia “Dodò 20”. Un lungo pomeriggio all’insegna del divertimento e dell’impegno, perché “la memoria sia memoria viva”, nelle parole di Lucilla Andreucci, coordinatrice milanese dell’associazione Libera.
“Buon compleanno Dodò” è la manifestazione che ieri si è tenuta nella parrocchia di Gratosoglio, organizzata dalle associazioni Libera, Altropallone ASD Onlus e Hopeball, per onorare la memoria di Domenico Gabriele detto Dodò, ucciso dalla ‘ndrangheta proprio su un campetto di calcio, in contrada Margherita a Crotone. Muore il 20 settembre 2009, dopo 3 mesi di coma. Da quel tragico evento, divenuto tristemente noto come “la strage dei campetti”, i genitori di Dodò, Francesca e Giovanni, non hanno mai smesso di combattere per la memoria del figlio e per rivendicare il diritto di tutti i bambini al gioco e alla felicità. Se la ‘ndrangheta venisse sconfitta, parafrasando un pensiero che esprimono spesso parlando coi ragazzi, nessun bambino finirebbe più vittima del fuoco incrociato tra due ‘ndranghetisti mentre gioca a calcio.
Consapevoli di questa responsabilità, i volontari di Altro pallone, che si occupano di contrastare la discriminazione razziale e di genere nel calcio, e del coordinamento milanese antimafia di Libera (uno di loro si è lanciato a capofitto nel torneo dopo avere conosciuto i genitori di Dodò durante un campo estivo), ieri pomeriggio hanno giocato a calcio insieme ai ragazzi del quartiere che frequentano l’oratorio e con i quali, da due anni, portano avanti un percorso pomeridiano di condivisione e di conoscenza della mafia.