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I ragazzi, la privacy e i social network

ROMA – Termini e condizioni di siti e applicazioni sono un labirito sempre più intricato in cui è facile perdersi. Ogni giorno accettiamo informative che non abbiamo nè il tempo nè la voglia di leggere, ma in un mondo sempre più digitale è imporante capire come difendere i propri dati e la propria privacy. I […]

ROMA – Termini e condizioni di siti e applicazioni sono un labirito sempre più intricato in cui è facile perdersi. Ogni giorno accettiamo informative che non abbiamo nè il tempo nè la voglia di leggere, ma in un mondo sempre più digitale è imporante capire come difendere i propri dati e la propria privacy. I più esposti al rischio sono sopratutto i giovani, che utilizzano i social senza conoscerne i rischi.

“Quando andiamo a leggere i termini e le condizioni accettiamo senza fare caso a quello che c’è scritto all’interno – dice una ragazza – ma sicuramente bisognerebbe dargli importanza anche perché è una delle cose più importanti e la nostra privacy potrebbe essere molto a rischio”.

Un rischio percepito solo in parte, se è vero che la maggior parte dei ragazzi ha un profilo social pubblico ed espone foto e dati privati senza riflettere sulle conseguenze. “Non ci facciamo attenzione, premiamo ok senza neanche pensarci – ammettono due studentesse – è un gesto quasi automatico”.

Eppure il 93,7% dei genitori ha sensibilizzato i figli sull’opportunità di non diffondere dati personali e, secondo una ricerca Agicom, il 73% ha inibito, almeno verbalmente, la pubblicazione delle foto. Ma i ragazzi non sembrano preoccuparsene: “Quando qualcuno ci parla delle conseguenze abbiamo paura, ma sul momento non ci pensiamo – commenta un gruppo di ragazze – non siamo consapevoli di quello che può succedere; sappiamo che può succedere qualcosa, ma per il momento non ci preoccupiamo”.

Soltanto il 43,7% degli adolescenti, infatti, evita applicazioni ritenute poco sicure, e il 39,3% dei giovani non torna sui siti sospetti. Piccoli accorgimenti che aiutano a limitare la diffuzione di dati che sono conosciuti ma utilizzati in maniera sporadica. Alcuni escludono la geolocalizzazione sullo smartphone (27,4%), altri modificano le impostazioni sulla privacy dei social network (21,8%) e il 25% cancella la cronologia dei siti visitati o i percorsi cercati su Google maps. Ma c’è ancora un 10% dei giovani che non utilizza nessun accorgimento, e solo il 20% dei ragazzi quando scarica un’app controlla che non siano attive le impostazioni per la condivisione automatica dei dati.

“Quando scarico un’applicazione accetto senza neanche pensarci”, dichiara una ragazza intervistata, ma una chiave per responsabilizzare i giovani c’è, ed è l’informazione. Già i ragazzi più grandi (15-17 ann), infatti, adottano comportamente più accorti rispetto agli adolescenti di 13 e 14 anni, e si muovono nella rete con maggiore consapevolezza.

2018-10-29T10:01:53+01:00