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Sexting per 6 giovani su 10, 70% guarda video porno e 55% ha ‘trombamicizia’

ROMA – Il sesso, i rapporti sentimentali tra ‘tradizione’ e legami alternativi, e il mondo dell’erotismo e della trasgressione: dalla pornografia al Bdsm, dal sexting all’uso dei sex toys. Giovani italiani divisi tra la voglia di sposare sesso e sentimenti, preservando la tradizionale vita di coppia, e la tentazione di sperimentare legami alternativi, come l’amicizia […]

ROMA – Il sesso, i rapporti sentimentali tra ‘tradizione’ e legami alternativi, e il mondo dell’erotismo e della trasgressione: dalla pornografia al Bdsm, dal sexting all’uso dei sex toys. Giovani italiani divisi tra la voglia di sposare sesso e sentimenti, preservando la tradizionale vita di coppia, e la tentazione di sperimentare legami alternativi, come l’amicizia di letto. E se la ‘coppia aperta’ piace poco, il 44% dei giovani sposati fa sesso occasionale fuori dalla coppia. Nato da un’idea dello staff de Il Filocolo, il rapporto dell’Eurispes ‘Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi’ rivela come i giovani italiani vivono i rapporti sessuali e il mondo dell’eros.

Oltre sette su dieci utilizzano materiale pornografico, quasi sei su dieci hanno praticato il sexting almeno una volta nella vita e oltre quattro su dieci usano dildo e vibratori come ‘aiutino’. Se poi è vero che il 72,3% dei giovani non ha ‘mai’ praticato il Bdsm, la percentuale di quanti invece sono incuriositi o avrebbero la voglia di farlo si attesta al 54,8%. Omosessuali audaci e trasgressivi, un quarto di loro non usa contraccettivi e la stragrande maggioranza intrattiene amicizie di letto. Tra tutti gioviani, quelli del Nord-Est sono i licenziosi.

Lo spaccato che emerge dalle 89 tabelle in cui è articolata l’indagine ‘Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi’, suggerisce un’ampia serie di valutazioni che non confluiscono automaticamente in un’immagine nitida e univoca. Sarebbe del resto illusorio ricercare unitarietà in un contesto così variegato in cui le diverse soggettività pesano assai più di norme e vincoli esterni che vedono sempre più erosa la loro cogenza. Anche nella sfera della sessualità e nei rapporti tra questa e le dinamiche affettive, il protagonista è il singolo che procede lungo un percorso individuale e auto-costruito che, a differenza di quanto avveniva negli anni dell’edificazione della società di massa, non risente più di tanto delle ‘mode’ e delle omologazioni proposte nel e dal contesto pubblico. Così come nella più generale sfera del consumo, guidato da un marketing iper-individualizzato, l’individuo-massa è stato sostituito da un individualismo di massa. Sopravvive, comunque, una diversificazione di genere che è interessante sottolineare.

Tra i giovani maschi e le giovani femmine, mentre l’auto-erotismo risulta sdoganato e valorizzato quasi in egual misura e ciò è certamente frutto dei processi di liberazione della donna quanto meno nell’area della sessualità, la dimensione affettiva collegata all’eros risulta molto più cogente tra le giovani piuttosto che tra i giovani. Per quel che riguarda i ‘vincoli esterni’ e la dimensione pubblica della coppia, va rilevato che il matrimonio continua in certa misura a ‘contenere’ il libero fluire delle pulsioni sessuali molto più dei rapporti di convivenza. Ma in proposito c’è da chiedersi se non sia proprio l’impegno di ‘esclusiva’ anche solo formale che si assume con il matrimonio, a contribuire alla progressiva rarefazione di questo istituto.

SEXTING MANIA: IL DESIDERIO SI ACCENDE VIA WEB

Quasi 6 giovani su 10 hanno praticato il sexting almeno una volta nella vita, ovvero hanno inviato e condiviso materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video. Benché, infatti, il 41,4% dichiari di non averlo “mai” fatto, il 36,2% lo ha praticato “qualche volta”, il 12% “spesso” e il 10,4% “una sola volta”. La pratica si sta diffondendo soprattutto fra i giovani. Il 45,2% dei 25-30enni non lo ha “mai” praticato, contro il 37,1% dei 18-24enni. A dedicarsi più spesso al sexting sono i ragazzi del Nord-Est: qui il 17,5% lo pratica “spesso”, rispetto al 15,6% delle Isole, il 10,9% del Centro, il 10,7% del Sud, il 9,9% del Nord-Ovest. Osservando le risposte per orientamento sessuale, emerge una maggiore propensione a scambiare più spesso materiale sessualmente esplicito tra chi si dichiara omosessuale (il 44% contro l’8,2% degli eterosessuali); mentre quasi la metà degli eterosessuali si dicono estranei a questa pratica (46,4%). Tre giovani su quattro fanno sexting con il proprio partner (75%), ma, nello stesso tempo, quasi la metà lo ha fatto con un partner occasionale (46,6%) e quattro su dieci con una persona che gli piaceva (40,6%), il 35,6% con qualcuno con cui voleva scherzare. Sono i ragazzi del Nord- Est gli unici a dichiarare, in più della metà dei casi, di aver fatto sexting con partner occasionali (51,6%).

SESSO E SENTIMENTI? COINCIDONO, MA ANCHE NO

Sesso e sentimenti per i millennials coincidono “spesso” quattro volte su dieci (41,7%), “sempre” per poco in più di un quarto dei casi (26,3%), “qualche volta” per un altro 26,1% dei casi, “mai” per il 5,9%. A conciliare meglio i sentimenti e la sessualità, sono le giovani donne, come era facilmente ipotizzabile. Per il genere femminile, infatti, i due aspetti del rapporto coincidono “sempre” nel 34,3% dei casi, contro il 16,1% degli uomini, ovvero meno della metà. Tra i separati/divorziati, quindi tra chi ha già vissuto il fallimento di una relazione importante, si registra la percentuale più alta di chi afferma che nella propria vita sentimenti e sessualità coincidono “sempre” (28,6%) e “spesso” (71,4%). Dalla ricerca emerge un dato interessante: tra i giovani sposati si registra la percentuale più alta di chi ha, invece, risposto “mai” (8%) e “qualche volta” (32%).

AUTOEROTISMO, LA MASTURBAZIONE PIACE DI PIÙ A CHI HA STUDIATO

Quasi otto giovani su dieci ritengono che l’autoerotismo “faccia parte della normale vita sessuale di un adulto”. In particolare, è “molto” d’accordo con questa affermazione il 43,2% degli intervistati, “abbastanza” il 34,5%; si dicono invece “poco” d’accordo il 14,5% e “per niente” il 7,7%. Tra uomini e donne non sono state rilevate particolari differenze. Sono soprattutto coloro che possiedono una formazione più elevata a ritenere con maggiore frequenza l’autoerotismo una componente normale della vita adulta: il 70,5% degli intervistati in possesso di Master/Specializzazione/Dottorato ha risposto “molto”; il grado di adesione diminuisce fra quanti hanno il diploma di maturità e licenza media inferiore (solo il 36,3% risponde “molto”).
Gli omosessuali e i bisessuali sono molto più propensi degli eterosessuali ad essere “molto” d’accordo nel ritenere l’autoerotismo un’attività normale: quasi i tre quarti degli omosessuali la pensano così (73,5%) e oltre la metà dei bisessuali (54%), contro il 39,7% degli eterosessuali.

SESSO A PAGAMENTO? “ACCETTABILE” MA SOLO SE A PAGARE SONO GLI UOMINI

Sei ragazzi su dieci ritengono in qualche misura accettabile che un uomo paghi per prestazioni sessuali. Secondo il 23,9% è “abbastanza” accettabile, per il 31,8% “poco” accettabile, per il 4,3% “molto” accettabile. In particolare, sono i più giovani tra i 18 e i 24 anni, i più favorevoli ad accettare questo tipo di comportamento (oltre tre su dieci lo ritengono “abbastanza” e “molto” accettabile contro il 24,2% dei più grandi). I risultati cambiano completamente osservando le risposte sulla base del genere degli intervistati. Per la maggior parte delle donne (52%), il fatto che un uomo paghi per avere rapporti sessuali è del tutto “inaccettabile”, contro il 24,7% degli uomini, ovvero meno della metà. E sono più del triplo rispetto alle femmine, i maschi che reputano il pagamento in cambio di sesso “molto” accettabile” (6,8% contro il 2,2% delle donne). L’orientamento cambia se si ipotizza la situazione inversa: ovvero se a pagare per prestazioni sessuali è una donna, poco meno della metà del campione (49,3%) lo considera “per niente accetabile”; resta comunque più della metà la quota di quanti lo ritengono in qualche misura accettabile: tre su dieci rispondono “poco” (29,9%), il 17,9% “abbastanza”, il 3% “molto”. I dati sono particolarmente interessanti, se si analizzano scomponendoli per genere: le donne restano coerenti nel considerare il pagamento in cambio di favori sessuali “inaccettabile” nella maggior parte dei casi (56%), a prescindere dal fatto che a farlo sia un uomo o una donna; al contrario, per gli uomini si osserva una variazione di ben 16 punti percentuali in sfavore di questa condotta da parte di una donna (40,6% contro il 24,5%); a conferma di questo atteggiamento, i maschi che affermano di trovare “molto accettabile” questa condotta per una donna, sono meno della metà di quanti la considerano “molto accettabile” per un uomo (2,3% contro il 6,8%).

VIDEO E IMMAGINI PORNO, UN “AIUTINO” PER SETTE GIOVANI SU DIECI

Oltre sette giovani su dieci utilizzano materiale pornografico (71,3%). In particolare, il 34,8% lo guarda solo per autoerotismo, il 23,8% lo fa sia per praticare autoerotismo sia per giocare con il partner (23,8%), il 12,7% solo come gioco di coppia; mentre una minoranza del 28,7% dichiara di non visionare mai materiale pornografico. Guardare foto e video pornografici è molto diffuso, in particolare, tra i giovani omosessuali, che dichiarano di non farlo solo nel 6,1% dei casi. Al contrario, il 93,9% ne fa uso sia per autoerotismo e nell’intimità con il partner (42,8%), solo per autoerotismo (38,8%) e solo con il partner (12,2%).

SEX TOYS: DILDO E VIBRATORI SOTTO LE LENZUOLA PER QUATTRO SU DIECI

Se è vero che la maggior parte dei giovani intervistati non fa uso “mai” di sex toys (57,2%), esiste un altro 42,8% che, invece, usa dildo e vibratori. In particolare, il 18,8% li usa sia per autoerotismo sia per giocare con il partner, il 14,4% solo con il partner, il 9,6% solo per autoerotismo. Sono i più giovani a giocarci con più frequenza (47,4% dei 18-24enni contro il 38,8% dei 25-30enni). Osservando i risultati sulla base degli orientamenti sessuali, solo fra gli intervistati eterosessuali, l’utilizzo dei sex toys è escluso nella maggior parte dei casi (61,8%), mentre vengono impiegati per autoerotismo e con il partner dal 42,9% degli omosessuali e dal 36% dei bisessuali.

BDSM, LA METÀ DEI GIOVANI VORREBBE PROVARE

Il 72,3% dei giovani non ha “mai” praticato il Bdsm (pratica sessuale che prevede bondage, dominazione, sottomissione, sadismo e masochismo), il restante 27,7% si divide tra chi lo ha praticano “una volta o raramente” (16,8%), “qualche volta” (9,2%), “spesso” (1,7%). Il 78% delle donne non lo ha “mai” praticato contro il 65,2% degli uomini. I più “tradizionalisti” vivono nelle regioni del Meridione (oltre otto su dieci dichiarano di aver mai praticato il Bdsm), coloro che osano di più, invece, si trovano nel Nord-Est del Paese, dove solo il 54,6% dice di non praticarlo e dove si riscontra la percentuale più alta di chi, invece, lo pratica spesso 4,1%. Anche in questo caso, sono gli omosessuali i più audaci: uno su dieci lo pratica “spesso”, il 16,3% “qualche volta”. Ma, nonostante più del 70% del campione abbia dichiarato di non aver mai accompagnato l’attività sessuale con bondage, dominazione, sottomissione, sadismo e masochismo, la percentuale di quanti invece sono incuriositi o avrebbero la voglia di farlo si attesta al 54,8%. Il 16,3% avrebbe “abbastanza” piacere di farlo, il 6,2% sarebbe “molto” predisposto. I più propensi a considerare il Bdsm una fonte potenziale di piacere sono i separati/divorziati che indicano la risposta “molto” nel 28,6% dei casi. E, per quanto riguarda gli orientamenti sessuali, sono i bisessuali che a ritenere in percentuale più alta (20%), di poterne trarre piacere.

CONTRACCEZIONE, DATI CHOC: UN QUARTO DEGLI OMOSESSUALI NON USA PRECAUZIONI

Circa un ragazzo su dieci non usa “mai” i contraccettivi (10,4%); il 13,4% “raramente”, il 12,4% “qualche volta”, il 23,9% “spesso”. Solo il 39,9% quando ha rapporti sessuali, usa sempre i contraccettivi, a fronte, quindi, di un complessivo 60,1% meno prudente. Le donne sono più sensibili a questo argomento rispetto agli uomini, affermando di ricorrervi “sempre” nel 45,5% dei casi; tuttavia, una quota più ampia di donne ammette di farne uso “mai” (12,3% contro l’8,1%). L’uso della contraccezione è maggiormente diffuso al Nord-Ovest (il 52,4% dice farne uso sempre), mentre al Sud e al Centro si riscontrano le percentuali più elevate di chi non la utilizza “mai” (rispettivamente 13,3% e 12,7%). Come era prevedibile, ad utilizzare contraccettivi con meno regolarità sono i giovani sposati e conviventi (34% e 35% rispondono “sempre”). Per quanto riguarda gli orientamenti sessuali, i bisessuali li usano “sempre” nel 46% dei casi, seguiti dagli eterosessuali (40,9%). Un quarto degli omosessuali, invece non li utilizza “mai” (26,5%) e solo il 22,4% lo fa “sempre”.

SESSO OCCASIONALE: CAPITA ALLA MAGGIORANZA DEI RAGAZZI. GLI SPOSATI INFEDELI SONO IL 44%

Quasi sei giovani su dieci fanno sesso occasionale: al 25,5% è capitato “una volta” o “raramente”, a due su dieci è successo “qualche volta” (21,6%), l’11,4% lo fa “spesso”. Mentre tra le donne, poco più della metà dichiara di non praticare sesso occasionale (50,8%), tra gli uomini la percentuale si ferma al 29%. Ne consegue che i maschi che ammettono di avere “qualche volta” relazioni sessuali occasionali sono circa il 10% in più delle donne (27,7% contro il 17,3%) e quelli che dichiarano di averne spesso sono addirittura più del doppio (16,5% contro il 7,5%). E’ molto probabile che le risposte fornite dalle donne siano fortemente influenzate da condizionamenti sociali. Un dato sorprendente riguarda i giovani sposati: se è vero che il 56% non fa sesso occasionale, non si può certo sottovalutare il restante 44% che invece, intrattiene questo tipo di rapporto fuori dal vincolo matrimoniale (il 24% “una volta o raramente”, il 14% “qualche volta”, il 6% “spesso”). Meno sorprende invece che siano i separati/divorziati a lasciarsi andare a incontri occasionali “spesso” nel 42,9% dei casi. A chi ha risposto di averlo praticato almeno una volta, è stato chiesto se la considerano un’esperienza appagante: per il 36,2% lo è solo “qualche volta”, per il 27,3% “raramente”; circa uno su dieci lo ritiene appagante “sempre” e quasi il doppio (21,1%) “spesso”. Solo il 4,8% non ha mai tratto soddisfazione da questo tipo di esperienza. Un’esperienza che i maschi trovano molto più soddisfacente rispetto alle donne: il 16,4% reputa “spesso” appaganti questo tipo di incontri rispetto al 4,1% delle ragazze; al contrario, le donne che non lo hanno “mai” trovato appagante sono il doppio rispetto ai ragazzi (6,1% rispetto al 3,6%).

AMICIZIA “DI LETTO”, FENOMENO CULT

Amici ma anche amanti: tra i giovani italiani le relazioni “friendship whit benefit” sono piuttosto diffuse. La maggioranza netta ne ha instaurata almeno una (55,1%); di questi, un quarto tra le 2 e le 5 (24,4%). Sono i giovani del Centro Italia i più propensi a questo tipo di rapporto: quasi 4 su 10 ne hanno avute tra 2 e 5 (39,4%), a cui si aggiunge il 17,6% di quanti ne hanno instaurate più di 5, per un totale del 57% degli intervistati che ha avviato nella vita più di due amicizie di letto. In particolare, sono molto diffuse tra gli omosessuali che, in più del 60% dei casi, hanno sperimentato questa relazione almeno due volte nella vita. Il 32,7% di loro la considerano “molto” appagante, il 46,9% “abbastanza” e solo il 6,1% “poco” soddisfacente.

COPPIA APERTA, PIACE POCO EPPURE

La modalità “coppia aperta” non piace molto ai giovani italiani: solo il 20,7% trova soddisfacente un rapporto di coppia che prevede attività sessuali al di fuori della relazione a due. Più della metà dei giovani sposati è convinta che un rapporto aperto sia “per niente” soddisfacente, mentre solo il 14,3% dei separati/divorziati ha la stessa opinione. Al contrario, il 28,6% di loro crede possa essere “molto” appagante, contro lo zero per cento degli sposati. La maggior parte dei giovani italiani non ha mai avuto una relazione stabile “aperta” (75%), il 12,5% “raramente”, il 7,6% “qualche volta”, il 3% “spesso”, solo l’1% “sempre”. Gli omosessuali hanno instaurato più “spesso” relazioni di questo tipo nel 24,5% dei casi, e “sempre” nel 6,5% dei casi; quest’ultima opzione è prossima allo zero tra gli eterosessuali (0,3%).

2018-11-28T12:16:00+01:00