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Donne che lavorano: esperienze a confronto

ROMA – Ieri oggi la fatica delle donne è rimasta la stessa. Dal dopo guerra ad oggi i diritti e il livello di uguaglianza sono sicuramente cresciuti ma non bisogna abbassare la guardia e soprattutto, come diceva Charlotte Whitton, è un dato di fatto: “qualsiasi cosa facciano le donne devono farla due volte meglio degli […]

ROMA – Ieri oggi la fatica delle donne è rimasta la stessa. Dal dopo guerra ad oggi i diritti e il livello di uguaglianza sono sicuramente cresciuti ma non bisogna abbassare la guardia e soprattutto, come diceva Charlotte Whitton, è un dato di fatto: “qualsiasi cosa facciano le donne devono farla due volte meglio degli uomini per essere considerate brave almeno la metà di loro”.

È quanto è emerso dal convegno ‘Donne che lavorano esperienze a confronto’ organizzato dall’istituto Colombo di Roma in collaborazione con Inner Wheel Club di Roma in memoria di Lucrezia Bolognini Zaza. A introdurre l’evento Mirella Saulini presidente dell’inner wheel club e Maria Rosaria De Simone professoressa della scuola.

Sette le testimonianze di donne lavoratrici, nei più diversi campi: dalla scuola, alla professione legale passando per l’ingegneria, la politica, la psicologia e il giornalismo. Donne con storie e età diverse che hanno raccontato luci e ombre dell’essere professioniste in un mondo che ancora oggi chiede alla donna “di sopperire a tutte le carenze, di occuparsi di ogni aspetto della vita”, ha ricordato Ada Scalchi che nel 1976 è stata la più giovane assessore alla provincia di Roma e poi sindaco di Albano Laziale.

Dal rapporto con i colleghi e superiori uomini, alla maternità come limite o opportunità, alla difficoltà di conciliare le esigenze dei figli con i ritmi di lavoro, alla necessità di far valere i propri diritti in settori e ruoli considerati prettamente maschili. Le testimonianze hanno messo in luce le difficoltà quotidiane ma anche i successi.

Come Flavia Romano, psicologa del lavoro che ha deciso di licenziarsi perché il posto che le spettava è stato affidato ad un collega solo perché maschio e quindi più adatto ma che oggi ha raggiunto la sua serenità lavorativa; Giulia Rizza e Elisabetta Papa, entrambe ingegnere hanno raccontato la loro esperienza in un settore dove gli uomini sono la maggioranza; Francesca Romana Veloccia, avvocato, che ha avviato la sua carriera dopo una pausa ‘forzata’ dalla nascita dei suoi tre figli.

Sono alcune delle storie che se da un lato hanno dimostrato quanta fatica debbano fare le donne per affermarsi nella società, dall’altro hanno ribadito la forza e la capacità di superare ogni difficoltà. Il messaggio lasciato agli studenti presenti in sala è stato proprio questo: che serve coraggio, impegno e determinazione ma che tutto è possibile. Senza però abbassare mai la guardia, dare per scontato che tutto sia stato già conquistato, che i diritti delle donne siano ormai al sicuro.

Tutte le testimonianze infatti hanno ribadito quanto sia fondamentale tenere alta l’attenzione affinché si possa arrivare alla reale parità tra uomini e donne. Uno sforzo che le giovani generazioni devono continuare a fare come ha sottolineato la dirigente scolastica del Colombo Ester Rizzi: “quando ho fatto il concorso per diventare preside ero l’unica donna, mi hanno trattato malissimo nonostante fossi preparata. Quando sono stata nominata preside in una scuola hanno persino chiamato il ministero per chiedere di non mandare una preside donna, erano sempre stati tutti maschi. Oggi nelle scuole molte sono le donne che hanno un ruolo dirigenziale per cui- conclude- tutto può cambiare”.

2019-03-07T18:02:30+01:00