hamburger menu

Mafie, da Sassuolo a Milano per Lea Garofalo e la figlia Denise

L'iniziativa del liceo 'Fortunato-Formiggini' coinvolto nel progetto 'Cittadinando'

MILANO – Tra le centinaia di persone che domenica scorsa hanno partecipato alla fiaccolata per il decimo anniversario dell’uccisione di Lea Garofalo, c’erano anche 140 studenti e studentesse di Sassuolo. Nonostante il weekend, nonostante la pioggia, un gruppo del liceo ‘Fortunato-Formiggini’ è partito con i suoi pullman alla volta di Milano. Sulle magliette verdi dei ragazzi, il volto della testimone di giustizia calabrese, come a voler dire: “porto con orgoglio la storia di una donna che rispetto”.

A condividere con diregiovani.it questa storia, è Carmelo Frattura, docente di diritto ed economia che da dieci anni accompagna i suoi studenti e le sue studentesse nel percorso sulla legalità e la cittadinanza attiva ‘Cittadinando’. Frattura fa parte del team di docenti che, nella sua scuola, porta avanti con i ragazzi progetti di impegno civile.

“Io insegno qui da più di venti anni- racconta Frattura– Parlando della magistratura, dieci anni fa ho cominciato a cercare figure che potessero essere di ispirazione per i giovani. Così abbiamo conosciuto Rita Atria e poi Lea Garofalo e sua figlia Denise: giovani donne coraggiose, esempi in cui potevano anche immedesimarsi”.

Dalle ore di lezione in classe alle ore di udienza in tribunale, il passo è stato breve. Dopo aver studiato la storia di Lea Garofalo, gli studenti hanno deciso infatti di venire a Milano, durante la fase di appello del processo agli assassini della donna, per partecipare alle udienze, vedere i luoghi dove aveva vissuto con la figlia, e per essere presenti, nel 2013, ai funerali civili organizzati da Libera e dal comune di Milano. Ed è proprio con Libera che si è avviata così una collaborazione, sia a Modena che a Milano:

“Dal 2009 abbiamo iniziato a partecipare a tutti i 21 marzo (la giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, *ndr*), con numeri sempre rilevanti- aggiunge Frattura– Per il prossimo anno a Palermo abbiamo già prenotato i biglietti. Abbiamo potuto viaggiare molto: tra le varie cose fatte, siamo andati anche a Roma per la prima di ‘Lea’, il film di Marco Tullio Giordana, che abbiamo poi invitato nella nostra scuola”.

Un percorso che, quindi, non è terminato con le ore tra i banchi né con la chiusura del ciclo scolastico.

“Essere di nuovo lì dopo due anni dalla fine del liceo è stata un’emozione particolare e unica- commenta Greta, ex studentessa che ha seguito il professore in quest’ultima trasferta milanese– Prima di tutto perché eravamo veramente tanti, di tutte le età, da tanti posti diversi, ed è giusto far vedere che noi ci siamo. E poi perché ho sentito che quel legame che si era creato con la storia di Lea anni prima non si era indebolito, nulla era cambiato nella nostra sete di giustizia e legalità”.

“Essere presenti alla manifestazione è stato importante- si inserisce Roxana, studentessa del liceo– perché le persone devono aprire gli occhi e capire quanto il fenomeno della mafia sia vicino nonostante non tutti lo vivono sulla propria pelle. La storia di Lea Garofalo rappresenta per tutti noi un esempio- prosegue Roxana- poiché è stata una donna forte che ha avuto il coraggio di contrastare la criminalità organizzata e di raccontare ciò che lei viveva quotidianamente nell’ambiente ‘ndranghetista. Ha dovuto pagare con la sua vita ma la sua storia, secondo me, è di forte ispirazione”.

Per Roxana e Greta, l’esempio di Lea Garofalo potrebbe aiutare molte donne a trovare la forza e il coraggio di denunciare.

“Lea non è stata uccisa solo perché testimone di giustizia, è stata uccisa anche perché era donna- prosegue Greta– Ancora oggi, troppo spesso ‘donna’ vuol dire sottomissione, accettazione di qualsiasi sopruso e perpetua fedeltà al proprio uomo. Il suo omicidio è stato la conseguenza di una sua ribellione, di una sua richiesta di libertà, e per questo mi sento di dire che è stata anche una vittima di femminicidio”.

2019-11-26T17:23:37+01:00