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VIDEO|Sant’Anna di Pisa inaugura anno accademico: “Università come ascensore sociale”

Rettrice Nuti:"Per il futuro dell'Italia è una necessità irrinunciabile





ROMA – L’Università come volano economico e culturale, quindi, motore di quell’ascensore sociale per i giovani strutturato sul merito e sul talento. Un principio che “vale per ogni latitudine del mondo, ma per il nostro Paese costituisce una necessita’ irrinunciabile per il futuro“. È questo il messaggio lanciato da Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, all’inaugurazione dell’anno accademico 2019 – 2020. “Siamo in un momento storico di particolare complessità dominato da criticità di dimensioni internazionali mai percepite dalla popolazione in modo così profondo. Cambiamento climatico, cura e protezione dell’ambiente, sostenibilità del nostro modello di welfare e di società inclusiva sono tematiche che si sviluppano al di la’ dei confini nazionali e che sono diventate vere minacce per il futuro dei giovani di tutto il mondo“, afferma la studiosa di management che ha individuato il metodo del “Bersaglio”, ora utilizzato in tutto il mondo per valutare le performance dei sistemi sanitari e per misurare i risultati prodotti in termini di esiti, qualità per i pazienti, efficienza ed efficacia rispetto alle risorse spese. Il Sant’Anna, aggiunge la rettrice in carica dallo scorso maggio alla sua prima inaugurazione, “si presenta a questo momento di verità” come “comunità di apprendimento dove il merito e il talento siano le parole d’ordine“. Il merito, spiega, “basato su competenze di qualità e impegno rappresenta infatti il vero motore di sviluppo, il meccanismo principe della mobilità sociale, la risorsa che deve essere messa in campo per risolvere le sfide di sostenibilità e di equita’ che il mondo sta affrontando“. Per Nuti i “problemi complessi richiederanno sempre più spesso risposte globali identificate lavorando con i migliori partner italiani e stranieri. In questo senso l’internazionalizzazione non sarà un’attività da perseguire come fine a se stessa, ma sarà strumento utile e indispensabile per il pieno sviluppo della Scuola nel suo contesto locale e globale“. Per questo la scuola “si propone come un articolato ‘think tank’ capace di proporre soluzioni concrete e con vari punti di vista -etici, economici, giuridici, tecnologici, scientifici- su alcuni temi chiave per l’Italia e per il mondo”. Negli ultimi anni, prosegue, il Sant’Anna “ha raggiunto risultati entusiasmanti sul fronte della ricerca e da qui vogliamo partire per farne la nostra palestra per la formazione degli allievi. In collaborazione con l’Università di Pisa, la Scuola Normale e la Scuola Imt Alti Studi di Lucca vogliamo interagire con il sistema della ricerca pisano e potenziare la capacita’ di attrazione dei talenti del nostro territorio“. Dovranno, quindi, “essere potenziate le strutture logistiche sia per la ricerca che per la formazione, per potere accogliere studenti di talento sia italiani sia stranieri; dovremo lavorare per incrementare le iniziative di orientamento e mobilità sociale“. In Italia, infatti, “vi sono ancora molti studenti di talento provenienti da ambienti socio economici fragili che decidono di non iscriversi all’Università, e questo è una grande perdita per il nostro Paese“.

A Salvatore Rossi, economista ed ex direttore generale della Banca d’Italia, attualmente presidente di Telecom Italia e del consiglio di amministrazione della federazione nata tra Sant’Anna, la Normale di Pisa e lo Iuss di Pavia, è stata affidata la lectio magistralis dal titolo “L’economia italiana fra rischi di decadenza e opportunita’ di rilancio“. Nell’intervento, spiega Rossi, “vorrei dare un messaggio di relativo ottimismo in un panorama di pessimismo dilagante o di ottimismo di maniera. Facciamo un po’ di ottimismo ragionato, relativo e non sciocco, non cieco di fronte ai problemi numerosi che affliggono il Paese. Che è pur sempre, però, un grande Paese e dobbiamo sfruttare quello che sappiamo fare“. Il Sant’Anna, ad esempio, “è un elemento che ci induce all’ottimismo: il fatto che siamo ancora capaci di fare istruzione di eccellenza“.

Sant’Anna di Pisa e privati lanciano la fondazione Talento all’opera

Si chiama Talento all’opera ed è la fondazione filantropica (recentemente introdotta dalla riforma del terzo settore) lanciata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e da sette partener “pionieri” del progetto -Toscana Aeroporti, Dedalus, Fondazione EY Italia onlus, Forti Holding, Acque spa, List e l’Unione industriale pisana- per sostenere “nel loro percorso formativo giovani di particolare talento“, si spiega nel manifesto che lancia il progetto. Le sfide e la complessità del presente, sottolinea la rettrice Sabina Nuti prima dell’inaugurazione dell’anno accademico 2019 – 2020, “meritano una nuova forma di collaborazione tra il pubblico e il privato“, visto che “non possiamo pensare che sia solo lo Stato a sostenere la ricerca“. La scuola Sant’Anna, aggiunge, “è la prima istituzione universitaria per capacita’ attrattiva di finanziamenti sui progetti di ricerca, ma non basta. Vogliamo quindi creare un’alleanza tra pubblico e privato per sostenere il merito, valorizzarlo” e renderlo “un volano per lo sviluppo“, aggiunge al momento della firma del manifesto con i sette ‘attori’ che hanno aderito al progetto. L’obiettivo principale della fondazione, è scritto sempre nel manifesto, “sarà realizzare azioni di fundraising per erogare, secondo un piano strategico co-progettato fra tutti gli stakeholder, risorse economiche, beni e servizi a sostegno degli interventi per il Talento all’opera“.





2020-06-10T10:33:39+02:00