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La paura di avere paura, ovvero il disturbo da attacco di panico

L’ansia non va demonizzata l’importante è che questo stato emotivo non si trasformi nella paralisi che blocca la prestazione richiesta

23 Marzo 2020

ROMA – Ansia prima del compito, per l’interrogazione, per le competizioni sportive, prima di uscire con una ragazzo/a, quando ci si trova ad affrontare una prova?

Non c’è nulla di strano, l’ansia non va demonizzata perché aiuta la concentrazione e l’attivazione dell’organismo quando si deve portare a termine un obiettivo. L’importante è che questo stato emotivo non si trasformi in altro, ovvero nella paralisi che non permette di superare al meglio la prestazione richiesta.

Quando si tratta di attacco di panico

Purtroppo, sempre più spesso anche i giovanissimi riferiscono di sentirsi agitati, angosciati, ansiosi, senza saperne il motivo o, ancora peggio, anche quando non ce n’è motivo. Al di là di fenomeni di emulazione, ciò che sembra aver anticipato l’esordio del panico fino alla preadolescenza è molto spesso la mancanza di un adeguato contenitore da parte degli adulti. “Adolescenze liquide”, che non trovano nei riferimenti genitoriali, familiari e sociali dei limiti che li aiutino a definirsi e a strutturarsi. In un periodo come l’adolescenza in cui viene riorganizzata tutta la vita fisica, psichica e sociale, la mancanza di un punto di riferimento, di un argine al tumulto delle esperienze interne ed esterne, fa sì che spesso l’emozione trasbordi, assumendo di volta in volta la forma di aggressività, paura, inibizione, onnipotenza, ecc. Di questi sintomi il panico è una delle forme più comuni tra le manifestazioni d’angoscia.

L’attacco di panico è una crisi acuta, violenta e improvvisa di ansia e paura che dura di solito pochi minuti, con un crescendo di sintomi d’ansia fino al terrore di morire, d’impazzire o comunque di perdere del tutto il controllo. Durante una crisi di panico possono verificarsi contemporaneamente sensazioni corporee spiacevoli in diversi parti del corpo che lasciano dietro di sé affaticamento e spossatezza. Gli attacchi di panico in genere si sviluppano spontaneamente, però nel tempo si tende ad attribuirli ad alcune situazioni e ambienti, cercando quindi di evitare queste circostanze. Ciò può condurre ad esempio all’agorafobia, cioè la paura degli spazi aperti. Tali comportamenti interferiscono in maniera importante con la vita quotidiana, come andare a scuola, fare sport, o altre normali attività. 

Attacco di panico, l’aiuto della mitologia

In presenza di una sintomatologia così importante è però doveroso dare anche un senso e un significato altro che permetta alla persona di non essere completamente travolta, ma consenta la creazione di un dialogo con sé stessi per comprendersi e conoscersi di più. Per fare ciò ci viene in aiuto la mitologia, e in questo caso particolare parliamo del mito del dio Pan, protettore dei viandanti, di chi è in cammino, e chi meglio di un adolescente è in viaggio verso la scoperta del proprio Sé? Secondo i greci, quando il viaggiatore rischiava di andare fuori strada dirigendosi verso un pericolo inconsapevole, Pan si manifestava con delle grida forti e spaventose che si rivelavano salvifiche, in quanto destavano il viandante mettendolo al sicuro. Ecco allora che il manifestarsi di un attacco di panico, potrebbe essere un segnale importante non da subire, ma al quale dare ascolto e voce perché può accompagnare la persona verso una presa di coscienza profonda, permettendo un cambiamento nel percorso di vita, in sintonia con ciò che si è veramente.

2020-03-23T16:00:45+01:00