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Coronavirus. La poesia di Daniele, studente ‘speciale’: un inno alla resilienza

La mamma: "La scuola ancora una volta si rivela magnifica"

ROMA – “Sono Daniele e non ho voglia di cantare. Scrivo una poesia e vi inizio a raccontare”.

È l’incipit della poesia scritta da Daniele, uno studente del secondo anno al liceo ‘Gullace’ di Roma, per condividere i pensieri, i desideri e le sensazioni della sua quarantena.

Una testimonianza forse ancora più speciale quella di Daniele, in arte DanyRap, un ragazzo di sedici anni con la passione per il rap e la musica, che soffre di un ritardo cognitivo e tratti autistici. I suoi versi sono un inno alle libertà che abbiamo temporaneamente perso, alla gioia di vivere e condividere, ma anche un incitamento alla resistenza.

“Vorrei vedere e prendere il sole, non dalla finestra ma al centro della città” scrive Daniele, che aggiunge “mi sento tanto triste, mi sento come prigioniero, vorrei essere quel guerriero come mi hai insegnato”.

Parole condivise da tanti adolescenti in questo periodo di reclusione forzata, ma che assumono un valore ancora più forte perché provengono da un ragazzo con crisi di iperattività.

“In questo momento difficile l’unico aiuto concreto che stiamo ricevendo viene dalla scuola– ammette Svitlana, la madre di Daniele, contattata telefonicamente- Daniele non ha un computer perché i terapisti mi hanno sempre sconsigliato di comprarglielo, a causa dell’uso eccessivo che potrebbe farne per il suo autismo, così quando è iniziata questa crisi ci siamo trovati senza possibilità di farlo partecipare alla didattica a distanza o vedersi con i suoi amici. Ho contattato l’ASL e ho cercato in ogni modo di avere un computer sovvenzionato dallo Stato, in un momento come questo in cui non possiamo permetterci una spesa straordinaria, ma invano”. 

La dirigente scolastica del liceo ‘Gullace’ Alessandra Silvestri, invece, ha risposto subito e ha fatto avere in prestito a Daniele un computer portatile per tutta la durata della sospensione della didattica in presenza.

“Quando sono arrivata a casa col computer si è messo a piangere e l’ha abbracciato, è stato davvero emozionate- racconta Svitlana- la scuola ancora una volta si sta rivelando magnifica, a mio figlio non manca niente: le videolezioni e le lezioni online, ma anche la comunicazione diretta con i professori e con gli insegnanti di sostegno, che gli chiedono come sta, parlano con lui. Se fino a qualche giorno fa ha avuto delle crisi dovute alla costrizione, adesso grazie alla comunicazione che gli permette il computer sta molto meglio. Non sarò mai abbastanza grata alla scuola, ai docenti e alla preside per il loro aiuto”.

Una gratitudine reciproca, come testimoniano le parole della dirigente Silvestri, contatta telefonicamente:

“Daniele e la mamma sono persone veramente speciali– dice- grazie a lei, Daniele ha saputo fare delle sue criticità un punto di forza, siamo grati a lui e alla mamma perché rappresentano un vero arricchimento per la nostra scuola e per tutta la comunità”.

Daniele conclude la sua poesia con queste parole che, oggi più che mai, suonano come un inno alla resilienza:

“Con la mia forza e tanto coraggio, io ci credo e io ce la faccio. Non ho mollato da quando sono nato. Resto a casa. Sarà tutto passato”.

A questo link il testo integrale.

2020-03-27T15:38:50+01:00