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Paternò, insegnanti di sostegno sono ponte tra casa e scuola

Professoressa Spampinato: "Dovremo insegnare ai nostri ragazzi a usare la tecnologia"

CATANIA – Sono il ponte tra la scuola e la classe, sono il collegamento tra la famiglia e lo Stato, spesso sono l’unica voce che resta in ascolto. L’esercito degli insegnanti di sostegno in questo momento sta facendo uno sforzo incredibile. Lo sa bene Enza Spampinato, docente di sostegno al liceo di scienze umane ‘De Santis’ di Paternò (Catania).

“In questo momento molto dipende dalle famiglie degli alunni. Abbiamo ragazzi che riescono a seguire perché i genitori li accompagnano in questo cammino. Ci siamo resi conto che non riuscivamo a contattare gli alunni attraverso il registro elettronico. Siamo quindi passati alla mail e a Whatsapp. La mia alunna è straniera, non vuole essere inserita nelle chat di classe. Ha un rapporto esclusivo solo con me. La scuola non voleva che la contattassi personalmente ma non potevo fare a meno di raggiungerla in qualsiasi modo. Ora abbiamo un rapporto molto personale”.

Il lavoro della professoressa Spampinato è quotidiano:

“Sto mandando degli appunti semplificati. Siamo riusciti a dialogare via chat. Facciamo da ponte tra le famiglie e gli alunni ma molti ragazzi senza di noi non sono in grado di fare molto. Non eravamo abituati a fargli usare la tecnologia. Quando torneremo in classe abbiamo un compito urgente: bisogna insegnare loro delle semplici procedure per comunicare con il mondo esterno”.

Intanto si fa il possibile:

“Le famiglie- spiega la docente di sostegno– sono collaborative ma tutto dipende dallo status economico, molti devono lavorare ugualmente anche in questa situazione. La preside ci ha invitato a usare WeSchool. Per ora non abbiamo messo dei voti ma presto vi sarà un collegio docenti per ufficializzare il tutto”. 

2020-03-30T16:52:59+02:00