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La gestione degli stati emotivi durante l’emergenza coronavirus

Questo virus potrebbe colpire anche il nostro stato emotivo, rischiando di insinuarsi nelle nostre fragilità, amplificando paure più remote

26 Aprile 2020
unicef

ROMA – In questa situazione di emergenza sanitaria, stiamo sicuramente attraversando un momento complesso, in quanto questo virus potrebbe colpire non solo il nostro organismo ma anche il nostro stato emotivo, rischiando di insinuarsi nelle nostre fragilità, amplificando paure più remote come quelle di rimanere a casa da soli, di stare male, di perdere il lavoro e le proprie abitudini, di non riuscire a mantenere le relazioni a distanza.

Stato emotivo, le preoccupazioni che nascono in quarantena

Potrebbe crescere la preoccupazione legata al fatto di non riuscire a mandare avanti gli studi o le proprie attività, sia per i giovani a scuola che per quelli all’università. Risulta però importante sapere che la paura è prima di tutto una reazione primordiale, funzionale, in grado di attivare e preservare lo spirito di sopravvivenza, molto utile per poterci tutelare in una condizione di crisi. Se questa paura è in grado però di attivare livelli di ansia e di agitazione notevoli, la situazione potrebbe alcune volte diventare più difficile da gestire, fino a raggiungere uno stato di panico. Ecco perché sarebbe importante impegnare le nostre giornate da un punto di vista fisico ma anche psichico, investendo il nostro tempo su alcune attività, dando eventualmente importanza alla routine. Sempre seguendo le regole decise dalle Istituzioni, che prevedono di rimanere a casa il più possibile, si potrebbero ad esempio svolgere esercizi fisici seguendo dei programmi su internet; proporre delle attività creative come la pittura, il disegno, la scrittura, molto importanti per poter far veicolare le nostre emozioni; proporre nuovi piatti in cucina, seguire le iniziative del web come approfondimenti culturali e letture teatrali condivise.

L’importanza dei social per i nostri stati emotivi

Molto importante è l’utilizzo dei social per poter mantenere le relazioni da lontano, permettendo anche la condivisone in gruppo di pensieri ed emozioni. Per gli adulti invece, lo smart working, può permettere di rimanere attivi professionalmente e di conseguenza quindi anche di non sentirsi isolati o tagliati fuori dal mondo del lavoro. Qualora ci fosse una difficoltà maggiore nel poter gestire i propri stati emotivi, consigliamo di mantenere un rapporto telefonico o di videochiamata con il proprio terapeuta, se è già attivo un percorso o è possibile rivolgersi a una valida rete di professionisti volta a dare un sostegno di tipo online.

                                                                                     Di Laura Casella

2020-04-24T16:26:59+02:00