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RECENSIONE| L’altra metà: un triangolo tra amicizia e amore (non romantico)

Il film è disponibile dall’1 maggio su Netflix

ROMA – “Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione […]”. Con il mito delle due metà, raccontato nel ‘Simposio’, Platone descrive la sofferenza che provoca l’amore. A riprendere le parole del celebre filosofo è la timida studentessa modella Ellie Chu (interpretata da una brava e carismatica Leah Lewis) ne ‘L’altra metà’. Il film, che già dal titolo riprende il mito di Platone, arriva dall’1 maggio su Netflix  e in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. 

Si dice che quando le due metà si incontrano non conosceranno gioia più grande”, ma come sottolinea Ellie “gli antichi greci non sono mai stati al liceo e non capirebbero che non servono gli dei per incasinarci”. Ed è proprio tra le mure scolastiche che la protagonista ci racconta l’amore, che non è romantico ma “incasinatoegoista, orribile e audace”. Scritta e diretta da Alice Wu, la pellicola segue la storia di Ellie. Timida, attenta osservatrice, impenetrabile, intelligente, romantica (anche se non lo ammetterà mai) si prende cura del padre, silenziosa (quasi invisibile) e per mettere da parte qualche soldo svolge a pagamento i compiti per la maggior parte dei compagni di scuola. Ma un giorno, riceve una richiesta diversa dal solito. Il suo cammino, infatti, incrocia quello di Paul Munsky (interpretato da Daniel Diemer), uno sportivo dolce ma goffo nel comunicare. Proprio per questo, Paul ingaggia Ellie per scrivere delle lettere d’amore alla ragazza che ama: Aster Flores (interpretata da Alexxis Lemire). Lettera dopo lettera Ellie scopre che le parole che mette nero su bianco per Paul in realtà vengono fuori dai sentimenti che prova per Aster. Così l’amore per la ragazza e la forte amicizia con Paul generano una storia d’amore in cui tutti non ottengono ciò che vogliono e, perché no, un triangolo amoroso che permette alla protagonista di fare i conti con la propria sessualità e i propri sentimenti.

Questo è uno di quei film che colpisce a prima vista. Non ti travolge ma riesce a sorprendere. Alice Wu non lascia spazio alle ‘sviolinate’, agli occhi a cuoricino, alle dolcezze, ai cioccolatini, ai fiori e alle parole dolci. Ma, al contrario, ci mostra un ritratto dell’amore originale e ironico che non ha bisogno di tutti quei romanticismi tipici di un film d’amore per far provare allo spettatore le farfalle nello stomaco.

C’è un altro aspetto interessante del film: ovvero ‘l’altra metà’ del storia. La regista, infatti, è riuscita ad inserire nel racconto un inno (non banale e senza moralismi) all’amore universale, alla diversità, alla bellezza che c’è nello scoprire se stessi e all’accettazione di quello che siamo.

Nel cast del film anche Catherine Curtin nel ruolo di Colleen Munsky, Enrique Murciano in quello di Deacon Flores e Becky Ann Baker in quello di Mrs. Geselschap e Wolfgang Novogratz in quello di Trig Carson.

2020-04-29T12:05:47+02:00