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Fattore J: un progetto per sviluppare l’empatia

Oggi la presentazione con la ministra Azzolina e la sindaca Raggi

ROMA – Il 51% dei docenti vede peggioramenti comportamentali nei propri alunni, il 62% negli apprendimenti. I ragazzi non riescono più a immaginare un futuro, e circa la meta’ (46%) ha difficoltà ad addormentarsi. Sono gli effetti della crisi sanitaria sui giovani italiani, fotografati dalla Fondazione Mondo Digitale e presentati questa mattina all’evento online ‘FattoreJ’, un percorso di sensibilizzazione che aiuta i giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone affette da malattie. Un progetto nato proprio nei giorni dell’emergenza sanitaria che ha già raggiunto più di mille studenti su tutto il territorio nazionale.

“So che gli studenti hanno fatto un percorso di formazione sulle malattie e hanno lavorato con le associazioni dei pazienti, e questo è molto importante perché credo che valori come quelli della solidarietà, dell’intelligenza emotiva e del rispetto, abbiano un valore ancora più importante in un momento storico come quello che noi stiamo vivendo oggi- ha detto in apertura la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina- il fatto che gli studenti si siano affacciati alle realtà sanitarie per noi è motivo di grande orgoglio”, anche perché contribuisce a formare competenze nelle cosiddette ‘soft skills’, “fondamentali, perché non basta essere bravi tecnici- ha concluso la ministra- più le relazioni sono positive, più si vivono le emozioni, più si lavora meglio. Non basta studiare, bisogna sviluppare anche competenze relazionali che poi applicate nel mondo del lavoro danno risultati migliori”.

Anche per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, empatia e relazioni sono gli elementi che ci permetteranno di uscire dalla crisi sanitaria.

“Prima eravamo tutti concentrati a portare avanti la nostra vita e le nostre esigenze, poi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo attivato uno spirito di comunità che credevamo sopito, com’è successo a Roma con tantissime iniziative di solidarietà che vengono dal basso. Il fattore empatico- ha aggiunto Raggi- è quello che ci lega tutti, la base su cui sopra costruiamo la nostra intelligenza e quello che in questi giorni sta salvando le nostre città”.

Il progetto ‘FattoreJ’ si rivolge a ragazzi tra i 14 e i 18, una fase in cui i ragazzi e le ragazze conquistano maggiore indipendenza dai loro genitori e assumono comportamenti poco virtuosi che rischiano poi di rimanere una costante per il resto della vita. Di qui l’intenzione di ‘educarli’ alla salute e al rispetto della malattia:

“crediamo che l’attenzione ai giovani abbia avuto poco interesse da parte dei media- ha commentato Marta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale- per questo abbiamo deciso di avviare il progetto durante la fase del lockdown”.

L’iniziativa ha preso il via da Brescia per diffondersi poi in altre 18 città, ma è solo l’inizio. ‘FattoreJ’, infatti, vuole arrivare a sensibilizzare 90mila giovani, e formarne 10mila con webinar e lezioni in presenza.

2020-05-08T13:01:25+02:00