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Scuola, l’esperta: “Nelle zone terremotate anteposta collettività a individuo”

Le parole di Daniela Di Pinto, psicologa dell'IdO, in merito all'emergenza Covid

ROMA – L’epidemia di coronavirus ha inciso fortemente nella vita di tutte le comunità italiane. Tra i più colpiti sicuramente gli studenti e le studentesse che, insieme ai loro genitori, hanno potuto comprendere fino in fondo l’importanza della scuola nella loro quotidianità. L’emergenza infatti non ha risparmiato nessuna comunità scolastica, neanche quelle colpite in questi anni dal terremoto, ed è proprio in questi luoghi che la scuola si è dimostrata più di tutte l’istituzione che non si è fatta trovare impreparata al presentarsi delle difficoltà, come racconta la psicologa dell’Istituto di Ortofonologia Daniela Di Pinto.

“Le insegnanti di questi luoghi potrebbero aver sviluppato maggiori strategie adattive per far fronte ai nuovi ostacoli- spiega la dottoressa Di Pinto- In questo periodo intra-covid si sono susseguite delle scosse di terremoto nelle nostre zone, ma non sono state di grande intensità. Dopo le scosse riemerge sempre la paura, nessuno può negarla. Forse però gli abitanti di questi luoghi, con il tempo, hanno imparato a convivere con le variazioni della natura”.

Un’esperienza, quella del terremoto, che quindi ha segnato nel profondo le storie delle persone e ha in qualche modo accentuato il circolo virtuoso di solidarietà e impegno che in questi luoghi era già normalità.

“Il terremoto può aver fornito una precedente occasione per alcune società di anteporre la collettività all’individuo- ha detto la dottoressa Di Pinto- Rispetto alla scuola, si può educare alla ‘socialità’ trasformando la didattica a distanza in una didattica della vicinanza”.

Una didattica a distanza che ha riportato al centro il dibattito sulla tecnologia e i minori, soprattutto dal punto di vista della regolamentazione del suo utilizzo, aspetto che ha la sua assoluta rilevanza, soprattutto in vista di un ritorno a scuola ‘misto’ didattica in presenza e a distanza.

“La scuola potrebbe esplicitare delle indicazioni per favorire l’organizzazione del bambino nelle sue routine scolastiche. Il divario digitale dovrebbe essere ridotto- prosegue la psicologa- tutti dovrebbero accedere con maggiore facilità ad ogni forma di conoscenza. Alcuni insegnanti sono meravigliati dell’impegno che stanno mostrando alcuni ragazzi, altri sono preoccupati per il rischio di dispersione scolastica o demotivazione. Se saremo in grado di ripensare e ricreare un nuovo patto educativo tra scuola, famiglie, pediatri e sanità molto probabilmente ridurremo i rischi e le conseguenze negative dell’influenza del Covid”, conclude la dottoressa Di Pinto. 

2020-05-15T14:53:02+02:00