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VIDEO | Abruzzo, presidente CPS L’Aquila: “Dobbiamo ricreare corridoio digitale”

Intervista a Tommaso Cotellessa, rappresentante d'istituto del liceo 'Cotugno'

ROMA – “In questo periodo è ancora più importante fare rappresentanza, perché c’è ancora più bisogno di rappresentare tutti. Se prima, fra i corridoi, uno studente poteva incontrare il rappresentante d’istituto ed i problemi venivano a galla, adesso non è più possibile. Da subito ci siamo attivati per ricreare queste connessioni, allo stesso modo in cui l’aula è stata ricreata con la didattica digitale, noi dobbiamo impegnarci per creare il corridoio digitale”.

Così Tommaso Cotellessa, rappresentante d’istituto del liceo ‘Cotugno’ e presidente della Consulta Provinciale degli Studenti (CPS) de L’Aquila, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la rappresentanza studentesca nella fase di emergenza.

“Perché- continua Tommaso- quello che ho appreso in questi cinque anni, al di là delle materie, è che la scuola è una piccola società. Per questo non possiamo permettere che il distanziamento fisico diventi anche distanziamento sociale, dobbiamo difendere questa società. È il motivo per cui abbiamo organizzato dei comitati studenteschi sulle piattaforme digitali, per cercare di ricreare un po’ di normalità, soprattutto per i ragazzi del primo anno che si sono trovati catapultati in questa situazione con un tessuto di conoscenze inferiore”.

Oltre ad impegnarsi per salvaguardare la continuità dell’attività di rappresentanza, Tommaso e gli altri presidenti di Consulta hanno affiancato l’Ufficio Scolastico Regionale nel monitoraggio dell’accesso alle tecnologie digitali dei loro compagni:

“Stiamo monitorando la presenza della banda larga nella nostra regione e stiamo preparando dei Google form da sottoporre agli studenti per verificare la situazione della didattica a distanza, perché ora più che mai è fondamentale consentire a tutti di fare scuola. Anche se quella che stiamo vivendo adesso non è la scuola vera, ma una soluzione tampone, perché la scuola non può essere ridotta a un professore che parla da uno schermo; la scuola è molto di più. Di questo ne sono convinto, e l’ho sperimentato in questi cinque anni”. 

2020-05-15T16:33:08+02:00