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Roma, docente liceo Enriques: “Dad accresce disuguaglianze”

La riflessione di Giuseppe Malafronte sulla nuova chiusura

15 Marzo 2021

ROMA – “Questa nuova zona rossa sarà peggio dello scorso anno e rappresenta la peggiore delle soluzioni peggiori. Non posso entrare nel merito della chiusura totale che può essere o meno spiegata, ma sicuramente gli effetti saranno devastanti”.

Con queste parole Giuseppe Malafronte, docente del liceo ‘Enriques’ di Ostia, commenta la nuova chiusura delle scuole del Lazio, entrato oggi in zona rossa.

“Anche gli e le adolescenti con cui lavoro, pur avendo una maggiore autonomia degli studenti e studentesse delle elementari e medie, da casa sono meno partecipativi– continua Malafronte- restando per lo più a casa da soli mentre i genitori sono a lavoro, avranno tanti modi per distrarsi. In questo contesto non potranno che acuirsi i dislivelli: chi ha sempre seguito, continuerà a farlo anche in questa situazione, ma chi, invece, aveva delle difficoltà che solo l’ambiente-scuola riusciva a mitigare e a coinvolgere in una dinamica di gruppo, resterà inevitabilmente indietro”.

Secondo il docente, quindi, la didattica a distanza così prolungata non farà che ampliare le disuguaglianze già esistenti, creando un deficit di apprendimento irrecuperabile per gli studenti più svantaggiati.

“A rendere ancor più forti le difficoltà- continua- ci penserà il digital divide e l’ambiente socio-economico. La strumentazione diventa essenziale e dirimente: chi ce l’ha può studiare, gli altri rimangono esclusi. Chi ha una famiglia attenta e preparata, capace di comprendere le cose da studiare, potrà sopperire alle difficoltà della Dad, gli altri no”. 

Infine, riflette Malafronte, la modalità didattica a distanza annulla il senso stesso della scuola come luogo di apprendimento sociale, trasformandola in un esercizio solitario.

“Questa modalità ha un volto molto personalistico in cui il singolo studente e la singola studentessa interloquiscono con il docente- conclude con amarezza- la dimensione comunitaria della classe diviene uno sfondo su cui appoggiare spiegazioni davanti a schermi neri e silenziosi, o interrogazioni solitarie, mentre gli altri giocano alla Play, guardano Instagram o altro. Sarebbe quasi la salvezza se qualcuno, ad esempio, suggerisse subdolamente con WhatsApp. Almeno sarebbe una piccola comunità che prova, anche se erroneamente, ad aiutarsi”.

2021-04-29T17:46:02+02:00