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Ministeri Istruzione e Salute firmano protocollo per bimbi in cura a casa

Ascani: "Sistema funziona se non perde nessun alunno"

ROMA – Apprendimento ed educazione a distanza: è nato da queste due esigenze il protocollo ‘Crescere senza distanza. Cosa ci insegnano le esperienze dei ragazzi con patologie croniche sull’apprendimento a distanza’, siglato da ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Fondazione Zancan e Impresa Sociale ‘Con i bambini’. Il Protocollo è rivolto a bambine e bambini ospedalizzati, e successivamente dimessi, che in questo periodo di emergenza sanitaria hanno ancora più necessità di una risposta efficace ai bisogni educativi. Costretti a recarsi in ospedale per le terapie, ma al tempo stesso impossibilitati a frequentare la scuola per l’obbligato distanziamento sociale, vivono una condizione che rischia di amplificare le differenze e le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione e all’educazione.

L’intesa siglata prevede una nuova mappatura dei protocolli di insegnamento e apprendimento a distanza, per mettere a frutto quanto già si conosce e si fa per l’età evolutiva affetta da patologie croniche che costringono i bambini a sperimentare la scuola a distanza. L’iniziativa avrà la durata di un anno e prevede il coinvolgimento di medici, insegnanti, educatori degli ospedali, dei centri di oncoematologia pediatrica o di malattie rare e croniche e delle scuole che volontariamente hanno aderito in tutta Italia.

“Questo Protocollo arriva in un momento delicatissimo della vita di milioni di bambine e bambini, che ha maggiormente penalizzato i più vulnerabili tra loro- ha sottolineato la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa– A loro si rivolge dunque questo progetto che si propone di contrastare la povertà educativa nel settore specifico dell’apprendimento a distanza. Sono grata alla Fondazione Zancan per averci coinvolto in questa iniziativa che si rivolge in particolare a minori e adolescenti in condizioni di maggiore svantaggio determinato dall’allontanamento forzato dalla scuola. A loro e alle loro famiglie è necessario dare le stesse opportunità, anche se costretti a stare lontani dai propri compagni di classe e dai propri insegnanti per potersi curare. A loro va il nostro incondizionato sostegno. La salute è il risultato di un insieme di fattori di cui anche l’educazione e l’apprendimento sono parte”.

Saranno raccolti e studiati i protocolli in uso e tutte le esperienze italiane di scuola in ospedale e di scuola a distanza, e saranno coinvolte le famiglie che hanno sperimentato l’insegnamento a domicilio perché possano illustrare le proprie esperienze. Da questo studio, che prevede il coinvolgimento degli alunni di 9 classi delle scuole italiane (tre al Nord, tre al Centro e tre al Sud), nasceranno un nuovo protocollo ‘Crescere senza distanza’ e nuove linee guida che recepiranno i cambiamenti necessari e quindi miglioreranno la qualità dell’offerta.

“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha dimostrato che la scuola è fondamentale per ogni bambino e ragazzo non solo in termini di apprendimento, ma anche in termini di socialità, legami, relazioni- ha dichiarato la vice ministra dell’Istruzione Anna Ascani– La scuola funziona bene se non perde nessun alunno. Sono felice della collaborazione messa in campo, è essenziale per assicurare il rispetto dei diritti dei nostri giovani e la costruzione di una società realmente inclusiva”.

“Abbiamo pensato di chiedere a ragazzi con gravi malattie, ai loro genitori, insegnanti, operatori sanitari come riescono a integrare le cure e la scuola a distanza- ha spiegato Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Emanuela Zancan onlus– I ragazzi e i genitori affrontano questi problemi al limite della speranza, con tutta la fiducia necessaria per fare la differenza. I ragazzi sono orgogliosi di dirci che imparano quanto valgono. Con questa forza riducono le distanze dalla vita di tutti. A breve avvieremo lo stress test con classi del nord, centro e sud per verificare le soluzioni migliori”.

“Questa grande crisi comporta un rischio concreto per i ragazzi, per il ritardo negli studi, l’acuirsi delle criticità sociali e familiari, i risvolti di una socialità mancata- ha aggiunto infine Carlo Borgomeo, presidente di ‘Con i bambini’– Le differenze sociali si fanno più profonde e la povertà educativa, che è mancanza di opportunità, preoccupa di più. Occorre mettere al centro degli interventi i minori, partendo dalle buone pratiche, sperimentando, creando sinergie tra istituzioni e agenzie educative, in altre parole puntando sul concetto di comunità educante. È l’obiettivo del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti che, attraverso la verifica della replicabilità di importanti sperimentazioni in atto, punta a colmare non solo le distanze tecnologiche e di apprendimento, ma anche quelle educative e sociali”.

2020-05-20T17:18:52+02:00