ROMA – La scuola che si riaprirà a settembre sarà uguale a quella che si è chiusa a marzo? Cosa rimarrà della didattica a distanza e della digitalizzazione quando riprenderanno le lezioni in presenza? I tanti interrogativi sulla scuola del futuro saranno al centro della seconda giornata della Summer School organizzata dall’agenzia di stampa Dire e diregiovani.it.
Mercoledì 1 luglio, a partire dalle 11, in diretta sui canali social di Diregiovani, si confronteranno insieme Pierfrancesco Paolicelli (Piersoft), Open Data Manager ed esperto di Coding; Olga Cirillo, docente del liceo ‘Flacco’ di Portici (Napoli) e cultrice di letteratura latina presso l’università ‘Federico II’ di Napoli e Carlo Mazzone, professore di informatica e finalista del Global Teacher Prize 2020 della Varkey Foundation.
“La scuola deve formare il cittadino del presente e del futuro, e per essere cittadini attivi oggi le competenze digitali sono necessarie. Non è un concetto che ha a che fare solo con la didattica ma con lo sviluppo del pensiero critico– commenta l’esperto di digitalizzazione Pierfrancesco Paolicelli- oggi la scuola è ancora molto didascalica, si ferma sulla pagina del libro e non aiuta a capire il senso delle cose. La scuola del futuro non può essere più questa. I ragazzi devono farsi domande e il digitale, se lo si governa senza esserne vittime, può aiutare in questo”.
Per sviluppare queste competenze, Piersoft immagina quindi una scuola del futuro che ospiti confronti in classe, dibattiti e didattica capovolta. Per Carlo Mazzone, invece, la ricetta è puntare sulle competenze e sull’imprenditorialità degli istituti.
“La scuola deve essere un asse portante della società, deve preparare alle competenze ed essere aperta e inclusiva”, spiega il professore dell’istituto ‘Lucarelli’ di Benevento, che ha portato l’informatica tra i banchi della sua scuola, facendo diventare la programmazione un gioco creativo.
La proposta di Olga Cirillo, invece, è una scuola che assomigli sempre più al modello universitario, con programmi concentrati in pochi mesi dell’anno e metodi di verifica che non prevedano bocciature ma la ripetizione di moduli specifici.
“I ragazzi di oggi hanno abilità che noi non abbiamo, imparano in fretta cose che percepiamo come complesse, ma fanno fatica a studiare. Quindi se il problema non sono i ragazzi, deve essere necessariamente il metodo”, commenta la docente.
E a commentare e progettare la nuova scuola del futuro, ci saranno ovviamente i giovani protagonisti della Summer School, pronti a intervenire con domande e proposte sulla didattica del domani.